I 5Stelle sono ancora ingenui, ma niente prediche dai partiti
Cinque Stelle ingenui o pasticcioni. Può essere. Ma se a ripeterlo sono coloro che da decenni attuano leggi balorde o dannose, che non affrontano né tantomeno risolvono i problemi di chi vive e lavora su queste terre, che sprecano o rubano fiumi di denaro pubblico, allora la predica risulta disonesta e arrogante. E il pulpito indubbiamente abusivo. Quando poi gli stessi mascalzoni aggiungono che “l’onestà non è sufficiente come credenziale per governare”, credo basti la loro reputazione per smentirli: non solo sarebbe sufficiente, ma auspicata e determinante, data la situazione. E poi, la competenza si può acquisire col tempo. RODOLFO MAIDA DIRITTO DI REPLICA
In merito all’articolo pubblicato ieri sul Fatto Quotidiano, a pagina 5, a firma di Gianluca Roselli, l’OFFicina, la società che produce “C he tempo che fa”, precisa che: la media di “Che tempo che fa”, su Rai3, lo scorso anno era dell’11,79% di share e non del 15,5% come riportato nell’articolo. Il costo complessivo di una puntata di “Che tempo che fa”, riportato nell’articolo, è comprensivo anche dei costi industriali della Rai: il valore riconosciuto all’OFFicina per la produzione è di 230 mila euro a puntata. Quanto al compenso riconosciuto dalla Rai all’autrice a cui fate riferimento, si ribadisce che esso è molto distante rispetto alle voci circolate in questi giorni, già smentite. Né Fabio Fazio né l’OFFicina possono pubblicare un dato coperto da riservatezza. L’OFFicina può certamente precisare che si tratta di un dato assolutamente in linea con i valori di mercato riconosciuti dalla Rai. Il budget della produzione è stato approvato all’unanimità dal Consiglio D’Amministrazione della Rai. L’OFFICINA Ringrazio L’Officina per la precisazione sulla percentuale media di share della scorsa stagione di “Che tempo che fa”. Prendo atto (dato che in precedenza non era mai stata fornita) della cifra percepita dalla società rispetto al totale del costo a puntata dichiarato dal dg Rai, Mario Orfeo. Per quanto riguarda il compenso dell’autrice in questione, nell’articolo mi sono limitato a raccontare la polemica andata in scena sui media, compresa la smentita da parte dei legali di Fabio Fazio, precisando inoltre che L’Officina non è tenuta a rivelare quanto paga i propri collaboratori.