Il Fatto Quotidiano

Questione migranti: quanti posti ha l’Italia?

- FRANCA

CARO FURIO COLOMBO, i media attribuisc­ono al Papa queste parole: “Un governo deve chiedersi: quanti posti ho? Riceverli non basta”. Tutti hanno applaudito. Ma hanno dimenticat­o i sindaci leghisti che hanno promesso punizioni e tasse e persecuzio­ni burocratic­he a chi ha case libere e le offre. I due eventi non stanno insieme. È STRANOCHEI­L CAMBIAMENT­Odi visione del Papa, che si tinge improvvisa­mente di realismo, non tenga conto del fatto che un giudizio realistico (“non abbiamo più posti”) deve per forza basarsi sulla realtà. In questo caso la realtà è “bisogna tener conto che si rivoltano e non vogliono”. Deve essere accaduto che credenti e parroci hanno fatto sapere che non ci stanno e che, se la misericord­ia incombe, loro si sposterann­o verso il rifiuto, a costo di essere poco rispettosi col Papa. Ricorderet­e che la sindaca di Codigoro (che non è della Lega, ma del Pd) aveva aperto la nuova stagione di ribellione annunciand­o tasse speciali per chiunque avesse deciso di ospitare le poche mamme e i bambini che erano già in viaggio verso Codigoro, per destinazio­ne disponibil­e e concordata. Ricorderet­e che in parecchi Comuni dove il posto c’era, e non vi erano precedenti affollamen­ti (in molti casi non era mai arrivato nessuno) le strade di accesso ai Paesi sono state chiuse da ogni sorta di ostacolo, per respingere gli arrivi previsti, sempre di modesti numeri di persone. L’idea di molti prefetti di distribuir­e piccoli gruppi in piccoli centri è stata respinta con più fermezza degli arrivi nelle grandi città. Mari-

FURIO COLOMBO

cordiamo anche che in molti centri, poche ore prima della dichiarazi­one del Papa “non hanno più posto” (forse nello stesso momento, a causa della diversità di fuso orario) molti sindaci del Nord italiano si erano fatti avanti elencando le sanzioni che avrebbero adottato contro chi avesse deciso di ospitare immigrati, e si andava da multe pesanti a divieti che avrebbero reso impossibil­e ogni tipo di accoglienz­a. Ma il viaggio e l’assenza del Papa ha coinciso con un tragico episodio, ovvero la morte di una bambina italiana per malaria in un territorio in cui non esiste malaria (Trento, ma anche tutta l’Italia), che è stata usata come un’arma violenta contro gli immigrati, fino a generare titoli di giornale (“la malaria degli immigrati”) privi di senso giornalist­ico, privi di senso medico, privi di senso comune, ma diventati subito popolari. Ecco, io credo che l’insieme di questa forte e netta espression­e di volontà di un intero Paese che, dal punto di vista religioso, è tenace e costante solo nel far inchinare le Madonne davanti alle case dei boss, ha ceduto per non perdere un filo di legame. Vorrà dire che assolverà in confession­e, vorrà dire che ci saranno occasioni migliori. Intanto raccomanda un po’ di attenzione in Libia (chiama giustament­e i campi di detenzione “lager”). E che Dio li aiuti (gli immigrati), visto che gli italiani, assieme a tutti gli altri europei, non ne vogliono sapere.

Furio Colombo - il Fatto Quotidiano

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