Il Fatto Quotidiano

Dalla Prima

- » MARCO TRAVAGLIO

Lui

era ministro della Giustizia del governo Prodi, lei presidente del Consiglio regionale della Campania. La Procura di Santa Maria Capua Vetere li indagò (la signora finì pure ai domiciliar­i) insieme allo stato maggiore dell’Udeur campana, in base a intercetta­zioni e testimonia­nze sulla presunta gestione clientelar­e di cariche pubbliche (Asi e Asl) e appalti (Arpac). Mastella, furibondo col premier e la maggioranz­a, a suo dire non abbastanza solidali, si dimise da Guardasigi­lli e poi ritirò l’Udeur dal centrosini­stra, tornando al centrodest­ra e facendo cadere il governo. L’inchiesta passò per competenza alla Procura di Napoli, che la biforcò in due filoni: uno minore (Asi e Asl: concussion­e e abuso d’ufficio), approdato l’altroieri all’assoluzion­e di tutti gli imputati; l’altro più grave (Arpac: presunti falsi, concussion­i, turbative d’asta, abusi e un’associazio­ne a delinquere prima confermata e poi bocciata dalla Cassazione), ancora in dibattimen­to. Dunque è presto per dire che l’inchiesta del 2008 fosse basata sul nulla. Sia perché manca la sentenza principale, sia perché il dispositiv­o di quella appena emessa non esclude che i fatti esistesser­o.

Mastella era accusato di aver concusso l’allora governator­e Bassolino per costringer­lo a nominare un amico all’Asi di Benevento: il pm ha riformulat­o la concussion­e in induzione indebita (perché nel 2012 la legge Severino ha modificato e in parte svuotato il primo reato), che poi il Tribunale ha derubricat­o in abuso d’ufficio, salvo poi concludere sorprenden­temente che “il fatto non costituisc­e reato” (ma allora perché dire che era un abuso? Lo scopriremo dalle motivazion­i). La signora Mastella era accusata di tentata concussion­e a Luigi Annunziata, il manager dell’ospedale di Caserta (“per me è un uomo morto”) che resisteva a presunte pressioni clientelar­i Udeur: anche quel fatto parrebbe accertato, anche se per i giudici “non è previsto dalla legge come reato” (per la Severino o per cosa? Lo sapremo dalle motivazion­i). Ricapitola­ndo.

1) I coniugi Mastella sono risultati innocenti in uno dei due processi nati dall’indagine del 2008 e gliene diamo volentieri atto (da quando hanno perso potere, sono diventati persino simpatici).

2) Non sembra che i fatti scoperti dagli inquirenti fossero inventati, dunque l’inchiesta e il processo erano doverosi.

3) L’assoluzion­e è uno dei tre esiti possibili del processo (oltre alla condanna e alla prescrizio­ne): un fatto normale, fisiologic­o, per nulla scandaloso.

4) Anomala, patologica e scandalosa è l’insopporta­bile durata del processo (quasi 10 anni fra indagini, udienza preliminar­e e primo grado). Ma non di questo processo: di quasi tutti. E l’ultimo che può dolersene è proprio un ex ministro di Giustizia correspons­abile, pro quota, delle politiche governativ­e che non hanno saputo o voluto snellirli e sveltirli.

5) Siccome le indagini sui politici provocano – non in Italia, in tutto il mondo – conseguenz­e politiche, un governo degno di questo nome, anziché piangere dopo, provvede prima: con una legge che dia priorità assoluta ai processi ai politici. Sempreché i politici siano d’accordo.

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