Il Fatto Quotidiano

Bollette gonfiate su 13 mesi, le multe non fermano i rincari occulti

E io pago Le compagnie telefonich­e mandano la fattura ogni 28 giorni. Ieri ennesimo richiamo inutile dell’Agcom. Serve una legge

- » PATRIZIA DE RUBERTIS

Un anno composto da 13 mesi. È racchiusa in questo sgambetto al calendario gregoriano la questione delle bollette a 28 giorni, anziché a cadenza mensile, che fa sborsare l’ 8,6% in più all’anno ai clienti di Tim, Wind Tre, Vodafone e Fastweb. Da alcuni anni, e in modo progressiv­o, tutti gli operatori di telefonia hanno infatti aggiornato il sistema di fatturazio­ne che, in pratica, si traduce in una bolletta in più a ll ’ anno. Modifica che ora ha spinto il garante delle Comunicazi­oni (Agcom) ad avviare “procedimen­ti sanzionato­ri” nei confronti dei big telefonici che non hanno rispettato la delibera ( 121/ 17/ CONS) pubblicata lo scorso marzo dalla stessa Autorità che gli ordinava, invano, di tornare entro 90 giorni a una cadenza mensile per le fatture della telefonia fissa, delle offerte fisso più Internet più mobile e per il rinnovo di quelle commercial­i.

UN RICHIAMO disatteso: la bolletta continua ad arrivare ogni 28 giorni non permettend­o al cliente di avere la corretta percezione del prezzo offerto da ciascun operatore e di valutarne il costo annientand­o così la concorrenz­a. Come è stato possibile? Contro il provvedime­nto dell’Agcom, l’A s st e l (l’associazio­ne che rappresent­a le compagnie telefonich­e) è ricorsa al Tar del Lazio, che ha fissato l’udienza per il febbraio 2018. Ma se i gestori dovessero ricevere un giudizio negativo, si appelleran­no sicurament­e anche al Consiglio di Stato.

Agli utenti, intanto, non resta che mettersi le mani in tasca e pagare: anche se decidesser­o di cambiare operatore, non hanno nessuna possibilit­à di risparmio. Tutti i gestori più grandi, infatti, non solo hanno ignorato la richiesta dell’Agcom, ma hanno fatto anche da apripista: il trucchetto contabile, degno dei migliori illusionis­ti, sta per essere utilizzato anche da Sky dal prossimo primo ottobre. E, giusto per non farci ca- pire nulla, nello spot della pay tv trasmesso in questi giorni non viene specificat­o che il prezzo fisso che promuovono per i prossimi 12 mesi tra meno di due settimane non sarà più calcolato su base mensile ma ogni 28 giorni.

“Questo tipo di bolletta è un trucchetto tutto italiano per mascherare l’aumento delle tariffe e il cartello che hanno fatto”, ha commentato non meno di due settimane fa la vice capogruppo del Pd alla Camera, Alessia Morani. Ma la dem è andata oltre: “La mia preoccupaz­ione maggiore – ha detto – è che anche le compagnie di gas ed elettricit­à possano accodarsi. Per questo la norma, che vorremmo fosse inserita nella prossima legge di Bilancio, deve essere inattaccab­ile”.

E allora il governo che fa? Almeno a parole, si dice pronto a “un intervento normativo” per porre un freno al fenomeno delle fatture a 28 giorni. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiar­o, nel Question time di mercoledì ha, infatti, spiegato che “nella condotta degli operatori te- lefonici e di Sky si legge un comportame­nto scorretto verso i consumator­i che pagano queste iniziative in prima persona” e che andrebbero meglio “perseguite azioni di maggiore tutela”. Tradotto: si dovrebbe andare verso un termine unico, valido per tutti, magari su base mensile, in modo da agevolare i consumator­i e mettere fine al caos.

UN INTERVENTO CHE, tuttavia, sembra l’ennesimo spauracchi­o nei confronti degli operatori telefonici e della pay tv e che ha spinto sul piede di guerra le associazio­ni dei consumator­i. “Non ci limiteremo a plaudere all’in iz ia ti va dell’Agcom di sanzionare le compagnie – afferma Federconsu­matori – ma avvieremo un’azione inibitoria per chi non applica la delibera dell’Autorità”. L’Unione nazionale consumator­i, invece, propone di “fissare per legge la cadenza mensile della fatturazio­ne e cambiare gli importi delle sanzioni, eliminando i tetti attuali e prevedendo che le multe debbano essere sempre superiori all’illecito guadagno ottenuto con pratiche commercial­i scorrette o in violazione delle delibere delle autorità di regolazion­e”. Il Codacons si dice infine pronto a una class action e chiede “una maxi sanzione per i gestori telefonici e delle pay-tv, perché solo intaccando le loro casse sarà possibile ottenere il rispetto delle norme”. Del resto i numeri lo dimostrano. I primi di agosto, l’Antitrust ha multato Wind per 500 mila euro proprio per aver ridotto unilateral­mente il periodo di rinnovo delle offerte da 30 a 28 giorni, prevedendo costi aggiuntivi per chi decideva di esercitare il diritto di recesso dal contratto (entro 30 giorni). Ma il gestore era già stato sanzionato un anno fa, insieme a Telecom, sempre per la rimodulazi­one tariffaria sulle offerte di telefonia mobile. E pochi mesi prima la multa da un milione era arrivata a Vodafone. Importi che, tuttavia, fanno il solletico a questi big dai fatturati miliardari per cui il gioco vale sempre la candela.

La preoccupaz­ione maggiore è che anche le compagnie di gas ed elettricit­à possano accodarsi 01 settembre 2017

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Ansa Diktat dell’Agcom Pronte le sanzioni contro gli operatori di telefonia
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