Il Fatto Quotidiano

PER I DOTTORI OGNI GARANZIA POI BUTTATE LA CHIAVE

- » ENRICO FIERRO

Altro che “manettari”, la verità è che qui al F atto siamo una massa di ingenui. Credevamo che il magna magna sulla sanità pubblica si fosse att en ua to , che Duil i o Po ggiolini, il ministro De Lorenzo, i soldi nel puff e varie, fossero ormai materia da relegare nei libri di storia. E invece il sistema va avanti, più forte che prima. E c’è anche poco da ridere. Perché il gioco è sempre lo stesso, i giocatori pure. Sono medici che hanno tradito ogni giuramento possibile, manager di multinazio­nali, protesi da comprare e impiantare a tutti i costi. Sono vecchie e chi se ne frega, inadatte e noi ce ne sbattiamo. Perché in ballo ci sono sempre loro, le vecchie care tangenti, pagate cash o in benefit. “Quando vogliamo andare a Parigi non c’è problema”. Tutto spesato. E poi ancora viaggi, cene esclusive nel migliore e più costoso ristorante milanese, soldi e bella vita. E i pazienti? Che crepino pure. Lo scenario che viene fuori dalla inchiesta della Procura di Monza sul business delle protesi di “scarsa qualità”, come scrivono i pm, è da brividi. Quelle ginocchia artificial­i sono da buttare, lo ammettono gli stessi medici: “Non rimangono appoggiate bene, fanno proprio cagare”. La posta in gioco non era la salute dei pazienti, ma l’affare. “Faccio 4 protesi ogni martedì, 2 il mercoledì, quest’a nn o farò un fatturato che è irripetibi­le”. E chi se ne fotte se le protesi facevano schifo. “Ho dovuto fare dei lavori cinesi con la sega, speriamo bene”, dice uno di questi specialist­i”. Volavano via le viti, “schizzava via tutto”, questi sono i racconti che medici e manager della multinazio­nale dell’imbroglio protesico si facevano. Tutto nelle intercetta­zioni ( non ancora ridotte a sunti striminzit­i), tutto vero. Processate­li con tutte le garanzie, anche quelle che i signori medici non hanno riservato ai loro pazienti, ma se li condannere­te buttate via la chiave.

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