IL SOLITO SILVIO, IL SOLITO “FOGLIO”
LAVORAREALFOGLIO è una faticaccia: capita che vai in ferie e quando torni la linea del giornale è cambiata, devi blandire chi prima sbertucciavi e sbertucciare chi era il salvatore della patria, ma il tutto sempre con quel finto distacco del “noi siamo irregolari e imprevedibili, mica i cortigiani che sembriamo”. In questa continua ricerca del potente giusto davanti a cui prostrarsi, può succedere che il giornalista vada un po’ in confusione (i- nutile preoccuparsi dei lettori, minoranza protetta dalWwf capace di digerire tutto). E perfino il direttoreClaudio Cerasa, specialista della piroetta, può confondersi: mentre con il giornale lancia una campagna a sostegno di Mario Draghi (meglio mettersi avanti), riesce a celebrare Silvio Berlusconi per aver lanciato, tra le altre cose, il dibattito sulla doppia moneta, versione soft dell’uscita dall’euro. Intendiamoci: lo stesso Cerasa ammette che è una bufala per gonzi, che serve solo a distrarre le masse, a rosicchiare un po’ di voti ai Cinque Stelle. Ma questa non è la prova che Berlusconi è il solito cazzaro, più populista dei populisti, è una sottilissima tattica: si presenta come populista per nascondere la sua vera natura di anti-populista. Furbo, lui. Per fortuna che c’è il Foglio a svelarci certe sottigliezze. Berlusconi avrà di sicuro apprezzato, come ai vecchi tempi, quando il Foglio era suo (o meglio, della moglie Veronica e di Denis Verdini).