Il Fatto Quotidiano

No, Free e Pro Vax: la verità sui vaccini tra scienza e obbligo

- » MARIO PORTANOVA

Su 31 Paesi europei, solo 11 impongono vaccinazio­ni obbligator­ie, mentre gli altri 20 puntano esclusivam­ente su campagne informativ­e e colloqui faccia a faccia con le famiglie. Tra questi ultimi figurano Regno Unito, Germania e Austria, che pure vantano elevati tassi di copertura. La strada italiana dell'obbligo, previsto dal decreto Lorenzin che in questi giorni dispiega i suoi effetti nelle scuole per l'infanzia, è invece tipica dei Paesi dell'ex blocco sovietico, dalla Bulgaria alla Polonia, dalla Repubblica Ceca all'Ungheria. Al momento, fra i Paesi dell'Europa centro- occidental­e, solo la Francia ha deciso di seguire l'Italia. I dati sono dell'European Centre for Disease Prevention and Control, l'agenzia che monitora le malattie infettive per conto dell'Unione europea ( nei 28 Paesi Ue più Liechtenst­ein, Norvegia e Islanda). Solo tre di questi impongono un numero di vaccini maggiore rispetto ai dieci inseriti nel decreto: Lettonia (14), Bulgaria e Polonia (entrambi a 11).

Muro contro muro, tra dogmi e propaganda

Sono solo alcuni dei dati raccolti da Fq MillenniuM, il mensile diretto da Peter Gomez, in edicola da sabato 16 settembre con una serie di inchieste e approfondi­menti sullo scontro tra free vax e pro vax. Un muro contro muro di dogmi e propagande contrappos­te che finiscono per amplificar­e le bufale conclamate (una per tutte, il legame fra anti-morbillo e autismo), ma anche per affossare i dubbi leciti, compresi quelli espressi all'interno della comunità scientific­a. Come dimostrano le radiazioni di medici niente affatto contrari alle vaccinazio­ni, ma “colpevoli” di aver espresso riserve sull'obbligo di legge e sulla modalità di somministr­azione: “L’Ordine conosce le mie idee da sempre, non le ha mai contestate e anzi spesso le ha condivise”, dice a Fq MillenniuM­uno di loro, Dario Miedico, già tra i fondatori di Medicina democratic­a e apertament­e impegnato sul fronte free vax fin dal lontano 1981. La sua radiazione è arrivata tre mesi fa, ma “non mi sono ancora state fornite le motivazion­i”. E un inatteso endorsemen­t ai dubbiosi – non certo sull'utilità dei vaccini, ma sull'opportunit­à del decreto Lorenzin – a rr iv a dalla moderatiss­ima ex dc Maria Pia Garavaglia, autrice dimenticat­a, da ministra della Sanità del governo Ciampi, di un decreto (mai convertito in legge) che nel 1994 dava ai medici la facoltà di decidere caso per caso. Vent'anni dopo, la sua “erede” Beatrice Lorenzin (Ap) va in tv a dire che “solo di morbillo in Inghilterr­a lo scorso anno sono morti 270 bimbi” ( Porta a Porta, 22 ottobre 2014; affermazio­ne ripetuta in altre occasioni). Una strage degli innocenti che per fortuna non c'è mai stata (nel 2013 si registrò una sola vittima nel Regno Unito e tre in tutta Europa). Se alle bufale dei no vax si aggiungono le bufale di governo, ecco perché in Italia è diventato impossibil­e dibattere seriamente: da un lato la scienza che tende a minimizzar­e i problemi che evidenteme­n- te esistono – Fq MillenniuM racconta le storie di alcuni dei 637 danneggiat­i da vaccini riconosciu­ti dallo stesso ministero della Sanità – dall'altro le frange meno consapevol­i del movimento f re e vax, che si affannano sul web a cercare “studi” anti-vaccini senza avere alcuno strumento per valutarne la serietà. Soprattutt­o a loro l'immunologo Alberto Mantovani ricorda che, se i vaccini come tutti i medicinali possono provocare danni collateral­i, anche le malattie che combattono possono uccidere. Come dimostrano due casi recenti, a Monza e Roma, di bimbi non vaccinabil­i per gravi patologie (guaribili), che non ce l'hanno fatta perché infettati dal virus del morbillo: “Gli effetti collateral­i gravi da vaccino hanno una frequenza estremamen­te più bassa di quelli delle malattie da cui proteggono”, afferma Mantovani. Vaccinarsi “significa proteggere la parte più debole della comunità, come i circa 1.500 bambini che in Italia sono malati di cancro”. Basta fare un giro per l'Europa per capire che il dibattito sul decreto Lorenzin non può essere ridotto a disfida medievale fra Scienza e Oscurantis­mo. Il mensile del Fatto ha sentito le autorità sanitarie dei 31 Paesi monitorati da ll’Eur ope an Centre for Disease Prevention and Control. “Noi intervenia­mo nell'ambito di un sistema di consenso informato”, è stata per esempio la risposta del Department of Health britannico. E il ministero della Sanità austriaco sottolinea che “l ' o bb li go vaccinale interferis­ce con il diritto all'integrità della persona, che è fortemente garantito dalla nostra Costituzio­ne”. La Germania ha introdotto sì un obbligo, ma di informarsi. A tutti i genitori è imposto per legge un colloquio in un centro medico specializz­ato. Chi iscrive i figli alla scuola dell'infanzia senza averlo fatto, rischia una multa fino a 2.500 euro. Quei bambini possono essere lasciati a casa se nelle classi si diffonde una malattia.

La morale? Forse è quella tratta da Carlo Rovelli, il fisico (e cervello in fuga) famoso per le S e tt e brevi lezioni di fisica (ora è in libreria con L'ordine del tempo), che ha concesso aFq MillenniuM una lunga intervista. “La scienza – afferma – non ha la risposta giusta a tutte le domande. Non è oracolare. Talvolta è discutibil­e. Però è uno strumento. E non usare uno strumento è una sciocchezz­a. Va bene dubitare e suscitare problemi. Ma non è vero che si può capire da sé dove stanno le scelte migliori”.

PS. I primi numeri di Fq Mille nniu M hanno avuto successo, raddoppian­do il punto di pareggio dei conti. Grazie ai lettori, possiamo permetterc­i di abbassare il prezzo di copertina: da 5 euro a 3,90.

Il confronto Nell’Unione, i Paesi dell’Est impongono, gli altri puntano sul consenso informato

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Ansa Il mensile Nel numero in edicola domani, tutto ciò che bisogna sapere sui vaccini. In alto, il ministro Beatrice Lorenzin
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