Il Fatto Quotidiano

Regeni, l’ultima di Alfano: “Fiato sul collo al regime”

Il ministro degli Esteri con il collega egiziano cementa l’intesa sulla Libia e garantisce: “Ci accontente­remo solo della verità”

- » SABRINA PROVENZANI

“Fiato sul collo degli eg iz i an i ”. Parole del ministro degli Esteri Angelino Alfano, ieri a Londra per un vertice internazio­nale sulla stabilizza­zione della Libia, durante il quale ha incontrato anche l’omologo egiziano Sameh Shoukry.

I nodi politici erano la verità sulla morte di Giulio Regeni e la stabilizza­zione della Libia.

Dossier cruciali per i rapporti bilaterali, in un incontro che Alfano ha definito cordiale, alla vigilia di una fase nuova dei rapporti fra i due Paesi. Oggi s’insedia il nuovo ambasciato­re in Egitto Giampaolo Cantini: un insediamen­to che segna la ripresa ufficiale delle relazioni diplomatic­he interrotte nel maggio 2016 a seguito dell’omicidio del ricercator­e italiano. Una “normalizza­zione” che ha indignato la famiglia Regeni e gli attivisti egiziani che la sostengono, convinti che valga da legittimaz­ione internazio­nale di un regime sempre più brutale. Ma che il governo italiano considera necessaria sia per portare avanti l’inchiesta che per motivi di politica internazio­nale. L’Egitto, aveva dichiarato Alfano 10 giorni fa, è un “partner ineludibil­e” dell’Italia. Non solo per gli scambi commercial­i ma anche per la sua possibile funzione di supporto della strategia italiana in Libia. Strategia, sintetizza il ministro, di rafforzame­nto della mediazione delle Nazioni Unite per condurre i negoziati fra le diverse fazioni libiche con una voce univoca. L’obiettivo è giungere, in Libia, a libere elezioni entro un anno. Se ne parlerà ancora la prossima settimana proprio alle Nazioni Unite, di cui il vertice di oggi era un preliminar­e.

Su Regeni, Alfano lo dice esplicitam­ente, Cantini ha istruzioni precise di fare “tutto quanto necessario e possibile perché la col- laborazion­e giudiziari­a fra Italia ed Egitto porti alla verità e a nulla di meno che la verità”, e da parte di Shoukry ci sarebbe “piena disponibil­ità”.

Significa che gli inquirenti italiani potranno interrogar­e i 10 ufficiali implicati nell’arresto e già sentiti dagli egiziani, o visionare i filmati della metropolit­ana nei momenti della scomparsa, come hanno chiesto nei giorni scorsi? Non è chiaro, né ci sono novità sul calendario di questa “rinnovata” collaboraz­ione. La speranza è che la presenza dell’ambasciato­re con un “mandato preciso di accentuare la collaboraz­ione giudiziari­a” possa facilitare le cose.

Missione delicata Cantini ha “il mandato preciso di accentuare la collaboraz­ione giudiziari­a”

L’ARRESTO, DOMENICA, di Ibrahim Metwaly, uno dei legali egiziani della famiglia Regeni, poi messo in isolamento, sembra complicare quel mandato.

E infatti la vicenda dell’avvocato è entrata nel colloquio, con Alfano che ha fatto presente a Shoukry come, “benché Metwaly non sia un cittadino italiano, il governo segue la vicenda con la massima attenzione e vi è una grande sensibilit­à dell’opinione pubblica”, vista anche la relazione con la famiglia Regeni.

Il titolare della Farnesina ha avuto un colloquio anche con il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson. Non è emersa alcuna richiesta diretta per l’Università di Cambridge, da cui, secondo i Regeni, potrebbe venire la verità. Ma il governo italiano vuole “coinvolger­e l’ambasciato­re del Regno Unito al Cairo per lavorare insieme al nostro sugli uffici giudiziari e sul governo egiziani per ottenere la verità, perché a questa verità deve e non può che essere interessat­a l’Università di Cambridge”.

Sempre al Cairo e a Cantini si torna.

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Ragione di Stato
 ?? Ansa/LaPresse ?? Manifestaz­ione per Giulio Regeni e il ministro degli Esteri Alfano ieri a Londra alla conferenza sulla Libia
Ansa/LaPresse Manifestaz­ione per Giulio Regeni e il ministro degli Esteri Alfano ieri a Londra alla conferenza sulla Libia

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