Il Fatto Quotidiano

Dai postini ai magistrati Madrid blocca la Catalogna

Al via la campagna per l’indipenden­za tra nuove tensioni con il governo autonomist­a

- » ELENA MARISOL BRANDOLINI

La notizia è arrivata nel tardo pomeriggio di ieri, poco prima d e l l ’ a p e r t u r a della campagna elettorale a Tarragona dei partiti e movimenti indipenden­tisti per il referendum del 1° ottobre: c’è l’accordo tra la sindaca di Barcellona Colau e la Generalita­t per consentire il voto ai barcellone­si in condizioni di normalità. Non ne hanno svelato i dettagli per impedire l’intervento di giudici e polizia, ma la soddisfazi­one è grande tra gli indipenden­tisti e la sinistra sovranista dei Comuns.

Continua infatti l’escalation di iniziative nella strategia del governo spagnolo per fermare il referendum sull’indipenden­za. L’atto di apertura della campagna referendar­ia di Junts pel Síe Cup è stato seguitissi­mo, alla presenza della presidente del Parlamento catalano Forcadell e del presidente e vicepresid­ente della Generalita­t Puigdemont e Junqueras, organizzat­o d al l’Assemblea Nacional Catalana e Òmnium Cultural.

Fino all’ultimo l’incognita era se la manifestaz­ione si sarebbe potuta mantenere dopo le minacce del delegato del governo spagnolo Millo, secondo cui sarebbero illegali tutti gli atti collegati al referendum.

Tono molto duro da parte della vicepresid­ente del governo spagnolo Sáenz de Santamaría che ha insistito sul fatto che non ci sarà alcun referendum e che il dialogo è impossibil­e a meno che Puigdemont non faccia marcia indietro su tutto.

MENTRE I 712 SINDACI , rappresent­anti il 75% dei primi cittadini catalani, sono in attesa di ricevere la notificazi­one dalla procura generale a presentars­i a dichiarare come indagati, una nuova dose di querele si è abbattuta questa volta sulla sindaca di Vilanova i la Geltrú, presidente dell’Associació de Municipis per la I nd ep endència, Lloveras e sul presidente dell’Associació Catalana de Municipis, Buch; nonché sui 7 componenti della Giunta elettorale catalana.

Per ostacolare la logistica del referendum, l’azienda pubblica delle poste, Correos, ha trasmesso ai suoi impiegati in Catalogna una direttiva con l’ordine di non inviare missive contenenti materiale referendar­io. Le 4 principali associazio­ni di rappresent­anza dei magistrati hanno invitato la cittadinan­za a disobbedir­e alla Generalita­t, perché questa ha deliberata­mente attuato contro la legalità costituzio­nale. Per quanto riguarda la politica spagnola, il leader di Podemos Iglesias ha denunciant­o che “re, governo, partiti monarchici e procura generale, insieme, non proiettano la loro forza ma la loro debolezza e paura per la democrazia”. Per poi insistere che “negoziare un referendum con garanzie è la via più democratic­a”. Il Psoe, invece, ha sottolinea­to che non bisogna partecipar­e ai tavoli elettorali per un referendum illegale.

Puigdemont, in un’intervista sulla tv catalana, si è riferito al giorno successivo il referendum, affermando che “il 2 ottobre, i politici del PP saranno inabilitat­i a gestire qualunque risultato emerga dalla consultazi­one”. La Generalita­t ha acquisito un collaborat­ore d’eccezione nelle ultime ore: Julian Assange, confinato da anni nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, l’aiuterà a proteggere la nuova pagina web del referendum, dopo la chiusura per ordine giudiziari­o di quella del governo. Il governo centrale ha chiesto alla società regionale delle poste di non distribuir­e materiale sul voto

Assange consulente Il fondatore di Wikileaks garantirà la sicurezza del portale sul voto del 1° ottobre I punti

Le associazio­ni dei magistrati hanno invitato la cittadinan­za a disobbedir­e alla Generalita­t, perché viola la Costituzio­ne. La sindaca di Barcellona ha annunciato che garantirà la regolarità del voto del 1° ottobre

 ?? Ansa ?? Sulle barricate Il premier di centro-destra Rajoy con il governator­e Puigdemont
Ansa Sulle barricate Il premier di centro-destra Rajoy con il governator­e Puigdemont

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy