Il Fatto Quotidiano

Il coraggio e l’angoscia della lotta partigiana

Antidoto al neofascism­o

- » CARLO BORDONE

QUANDO si parla di antifascis­mo, non è raro – è successo anche in questi giorni in Parlamento – sentirsi ripetere l’obiezione standard: “Basta, sono storie di settant’anni fa, pensiamo al presente”. Peccato che nel nostro presente il fascismo sia ancora in ottima salute, anche se non porta il fez e la camicia nera e forse non si definisce neanche più fascismo. Raccontare ancora quelle storie del secolo scorso, dunque, è necessario. Come un antidoto. O, per usare le parole degli Havah, un Contravvel­eno. Pensato come una raccolta di istantanee prese dalla memoria di un partigiano, o come una sorta di oral historyin musica, il nuovo disco della band romagnola guidata da Michele Camorani fa rivivere attraverso una pluralità di punti di vista tutta l’epica – spogliata di qualunque retorica sloganisti­ca e impregnata di umanità , di coraggio e di angoscia – della lotta partigiana. Materiale narrativo che siamo abituati ad abbinare al folk più stantio, ma che qui viene invece immerso in dense e claustrofo­biche atmosfere post-punk che attingono tanto da Joy Division e Bauhaus (ma anche dai CCCP, riferiment­o certo non casuale) quanto da band più contempora­nee anche se sempre devote al lato oscuro della new wave. Un album impegnativ­o dal punto di vista testuale e sonoro, tra i più evocativi della musica italiana recente.

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Contravvel­eno Havah Maple Death Records

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