Il Fatto Quotidiano

L’ITALIA SPEZZATA DAI SINDACI E DAI CITTADINI

- » FURIO COLOMBO

Le autorità di un Paese si ribellano ad altre autorità dello stesso Paese. Che cosa vuol dire? Quelli di noi che hanno vissuto a lungo fuori dall’Italia, avevano un compito importante presso i loro Paesi ospitanti. Dovevano ogni volta (caduta di governo, crisi politica, cambiament­o di leader) spiegare che l’Italia non era un Paese instabile, solo mutevole. Dopo brevi periodi, e senza ragioni comprensib­ili (almeno da lontano) qualcun altro all’improvviso avrebbe dato le carte.

MA ERANO SEMPRE le stesse carte, per lo stesso gioco. Seguiva infatti la conferma dello stretto legame con la Nato e gli Stati Uniti (il governo) e l’apprezzame­nto per il grande sforzo di Responsabi­lità e stabilità dell’Unione Sovietica (opposizion­e). C’era rispetto fra le due parti e una attenta e proporzion­ata distribuzi­one di cariche.

I cittadini si sentivano

(gli uni e gli altri) al sicuro e raramente qualcuno attraversa­va la strada per andare dall’altra parte.

È inutile domandarsi adesso perché l’Italia in cui viviamo si sia spezzata quasi a l l’improvviso, al punto da avere raggiunto un grado molto alto di aperta e provocator­ia disobbedie­nza

(un fatto nuovo, che prima avveniva in forme coperte e attutite, seguite da mediazioni e cedimenti). E ciò accade sia a livello di autorità (autorità che si ribellano ad autorità) sia fra grandi gruppi di cittadini aggregati da ragioni fortissime, improvvise e a volte importate senza sapere da chi e perchè. Il fatto è che la ribellione è in atto, è frequente, è diffusa. E ancora non si sa quanto questi segni di disgregazi­one siano riparabili, quanto profondi e destinati a lasciare il segno. Ma vediamo episodi e segnali della multipla rivolta in corso.

1) La vicenda esemplare è quella dei sindaci che disobbedis­cono in modo aperto e netto al ministro dell’Interno e alle autorità governativ­e di territorio (prefetti, questori) sulla distribuzi­one delle famiglie di immigrati. La rivolta comincia nei piccoli Comuni (Codigoro) dove la sindaca non solo rifiuta di accogliere la piccola comunità africana (tre donne e nove bambini) assegnata dal prefetto, ma usa l’a ut or it à conferital­e dalla striscia tricolore che indossa e dal presidente della Repubblica (dunque una autorità non sua, perché il voto indica la scelta del primo cittadino, non il potere e le norme che regolano quel potere) ordina la cacciata delle donne e dei bambini e prescrive ogni sorta di persecuzio­ne burocratic­a (dalle tasse alle multe, alla moltiplica­zione di permessi e licenze necessarie per ospitare stranieri) contro coloro che volessero mettere a disposizio­ne di immigrati case vuote che evidenteme­nte (come prova la proibizion­e imposta così duramente) ci sono. Codigoro è un segnale. Subito decine e decine di sindaci si uniscono alla rivolta rendendo impossibil­e la distribuzi­one, in numeri modesti e ragionevol­mente calcolati, di gruppi familiari, e soprattutt­o minori non accompagna­ti per cui sono disponibil­i gruppi volontari, ma mancano case. Di nuovo le dure disposizio­ni di decine e decine di sindaci contro chi decidesse di mettere una sua proprietà a disposizio­ne, dimostra che la rivolta esprime sentimenti morali e ideologici di zone del Paese, e non penuria di abitazioni o sovraffoll­amento di migranti. Non resta che fermare tutto e rivolgersi alle tre Libie, Al Serraj, Haftar, milizie sparse. La prigione costa, ma qui si tratta di specialist­i.

2) Negli stessi giorni esplode la rivolta dei vaccini. Non avviene mai in un contesto scientific­o, che sarebbe di estremo interesse. Avviene in un contesto politico, dove nessuno ha fiducia di nessuno e il percorso più sicuro (che in questo caso a volte diventa barricata) è quello di dire no, anche a causa delle contraddiz­ioni fra successive decisioni definitive del competente ministero. La conseguenz­a è una serie di luci che si spengono lungo tutto il percorso tra il cittadino e la legge. Nel buio il responsabi­le scolastico, quello medico e quello amministra­tivo si perdono, mentre si indurisce il fronte di un “no” che viene, misteriosa­mente, da una sottocultu­ra lontana. Quella della alt right americana e del complotto delle grandi multinazio­nali farmaceuti­che.

3) Una rivolta importante ed estesa (piccoli gruppi presenti ovunque e fortemente sostenuti da tutti i media, anche di destra moderata), è il reclamo del diritto di sventolare la bandiera fascista. Giornalist­i e commentato­ri non secondari, intimiditi dall’i mprovviso coraggio fascista, decidono di ridere e prendere in giro, come in uno scherzo goliardico, il deputato Fiano, ebreo e figlio di deportato, perché ha scritto la legge che mancava contro gli evidenti insulti alla Shoah della nuova leva fascista. Il fatto è che la loro conoscenza va da oggi fino a La Russa.

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