Pesticida, report copiato da Monsanto Nel mirino l’authority Ue per la salute
Decine di pagine sul rischio cancro prese dal produttore
Il glifosato è una sostanza pericolosa per la salute pubblica? No. Chi lo dice? L'Autorità europea per la salute alimentare (Efsa) in un rapporto reso noto nel 2015. Solo un piccolo dettaglio pone qualche dubbio: decine e decine di pagine di quel report sono letteralmente copiate e incollate da un'altra pubblicazione, che porta però la firma della Monsanto. Ovvero, la multinazionale che produce il RoundUp, il pesticida con il glifosato stesso tra i principali ingredienti.
È UNA SOSTANZA che genera un business annuale da quasi 5 miliardi di dollari, ma che è al centro di un dibattito mondiale poiché diversi scienziati ne ipotizzano una correlazione con il cancro. Insomma, il documento che scagiona il glifosato sembra essere influenzato proprio da chi verrebbe pe- nalizzato in caso di divieto.
Proprio la possibile nocività del prodotto divide l'Oms tra chi lo ritiene un agente cancerogeno e chi invece è più scettico. Traendo spunto da queste discussioni, gli Stati europei dovranno (entro novembre) decidere se rinnovarne o no l'autorizzazione all'uso. Naturalmente, la scelta politica dovrà prendere in conside- razione le opinioni scientifiche presentate dall'Efsa, orientata verso un via libera. Il problema è che adesso più che mai su questa agenzia europea si è insinuato il sospetto, in particolare tra gli ambientalisti, che non stia lavorando in totale autonomia. Il nulla osta, insomma, appare quindi sempre meno scontato.
A svelare il lavoro di copia e incolla è stato il Guardian . Il quotidiano britannico ha mostrato come, tra le 4.300 pagine del renewal assessment report (Rar), redatto dall'autorità europea, dozzine di pagine sono identiche a uno studio messo a punto dalla Monsanto per conto della Glyphosate Task Force (Gtf), un consorzio di aziende. Questi passaggi scopiazzati riguardano proprio le connessioni tra glifosato e cancro, mutazioni delle cellule e danni riproduttivi. L'inchiesta del quotidiano ha rafforzato dubbi che circolavano in sede europea. A marzo, il gruppo europarlamentare dei Verdi aveva scritto al presidente della Commissione Jean Claude Juncker per denunciare l'ingerenza della Monsanto nel lavoro degli scienziati. La difesa dell'Efsa all'attacco del Guardiansi è ba- sata su queste argomentazioni: ogni azienda che richiede un'autorizzazione ha l'obbligo – in virtù della legislazione sui pesticidi – di condurre una ricerca all'interno della letteratura scientifica.
INSOMMA, secondo l'authority, quegli studi non sono opera della Task Force, ma documenti estratti dalla letteratura consultabile pubblicamente. Tra questi riferimenti – ricorda il Guardian – c'è un passaggio nel quale viene contestata l'ipotesi di correlazione tra l'uso del pesticida e il linfoma non-Hodgkin. Franziska Achterberg, che segue le politiche alimentari per Greenpeace, ha attaccato l'Efsa, sostenendo che – si tratti di negligenza o cattiva fede – "il copia e incolla è inaccettabile".