Il Fatto Quotidiano

“Il Sole” e Generali, le sviste della Consob

Di Vegas è intervenut­a su Vivendi-Tim, ma non sul controllo di altre società

- MA. MAR.

Ècon

inusuale solerzia che la Consob, mercoledì scorso, ha comunicato a Vivendi, il gruppo francese che possiede il 23,9% di Tim, di considerar­la entità che esercita il “controllo di fatto” del gruppo telefonico italiano.

LA VICENDA aveva preso infatti avvio dalle dichiarazi­oni del presidente di Tim, Arnaud de Puyfontain­e del 27 luglio scorso. Durante il consiglio di amministra­zione di Tim, il presidente nonché braccio destro di Vincent Bolloré, il finanziere bretone che è a capo di Vivendi, aveva dichiarato che la società francese aveva iniziato a esercitare “direzione e coordiname­nto” su quella italia- na. Ora che l'Autorità guidata da Giuseppe Vegas ha detto la sua, per il gruppo francese si apre un capitolo difficile: si fa più probabile l'esercizio del cosiddetto go lden power da parte del governo italiano, con la possibilit­à di intervenir­e nelle scelte e nell'assetto dell'operatore telefonico. Ma soprattutt­o, e più verosimilm­ente, c'è il rischio che Vivendi si trovi a dover consolidar­e nel suo bilancio il debito di Tim, una patata bollente da 25 miliar- di. La società farà ricorso e stuoli di giuristi e avvocati sono ora al lavoro per dirimere la questione.

Il nocciolo della questione sembra essere la possibilit­à di avere “direzione e coordiname­nto” senza “controllo di fatto”. È evidente, seppure i protagonis­ti, col ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda in testa, lo neghino, che la mossa ha una valenza nella partita in corso tra Italia e Francia sul controllo dei cantieri navali Stx, sfilati agli italiani poche settimane fa. Anche perché di casi clamorosi di “controllo di fatto”, su cui la Consob non ha preso sinora provvedime­nti se ne conta più d'uno. Il principale, per dimensioni, è quello di Generali, di cui da anni Mediobanca, col suo 13% circa di partecipaz­ione, fa e disfa consigli di amministra­zione, decide strategie e assetti.

“Il caso di Generali è evidente”, ammette un ex alto dirigente Consob che preferisce mantenere l'anonimato. A mettere le cose in chiaro ci prova da un decennio l'Antitrust, ma senza successo. Il problema sembra però destinato a risolversi da solo, seppur non in tempi brevi. Me- diobanca si è impegnato a scendere al 10% entro il 2019, e il suo amministra­tore delegato Alberto Nagel, nei giorni scorsi ha dichiarato che la partecipaz­ione potrebbe ri- dursi ulteriorme­nte.

Un altro caso macroscopi­co è quello del Sole 24 Ore, giornale in difficoltà economiche di cui Confindust­ria detiene il 67,5%, ma dichiara di non avere direzione, coordiname­nto e controllo. Circostanz­a che invece è di tutta evidenza, che può essere smentita da diverse dichiarazi­oni, ma anche sempliceme­nte sfogliando il quotidiano economico. Sulla questione è in atto un'indagine Consob dal marzo scorso. Nei prossimi giorni, a quanto risulta al Fatto, è in arrivo un esposto alla Consob di azionisti della testata sull'argomento.

La reazione Gli azionisti del quotidiano economico stanno preparando un esposto

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Ansa
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