Il Fatto Quotidiano

Questione migranti: è il momento di accogliere

-

La polemica sugli immigrati continua, nonostante il buon lavoro del ministro degli Interni, Marco Minniti. Di solito gli argomenti riguardano la mancanza di prospettiv­a (cosa vengono a fare qui ?), la crisi (non c’è lavoro per noi, figurarsi per loro), la paventata delinquenz­a (se non lavorano, qualcosa devono fare per sbarcare il lunario…), il pericolo sanitario (i giornali riportano la ricomparsa di malattie debellate in occidente), ecc. Ora, io non so tante cose, ma alcune sì.

La prima cosa che so è che l’Occidente, l’Europa, l’America e di recente anche la Cina, hanno fatto man bassa dell’Africa e delle sue ricchezze, senza star lì a guardare di chi era il suolo, il sottosuolo, quello che c’era sopra e nemmeno chi c’era sopra. Ciò è stato fatto per secoli. La stessa vicenda si può raccontare per l’America, giacché gli Americani veri, a nord come al sud, sono stati sterminati o nel migliore dei casi chiusi in riserve e soppiantat­i da nuove popolazion­i, tutte di origine europea. Pertanto, la solfa degli immigrati, che “non devono venire qui, “non devono pretendere di trovare la soluzione dei loro problemi qui (?), vengono qui e ci portano via il lavoro (!), dobbiamo aiutarli a casa loro” (senza che nel frattempo accada un accidente di niente), ormai ha annoiato a morte, è più fastidiosa delle telefonate commercial­i inopportun­e. È inutile tentare di fermare l’acqua con le mani.

Gli immigrati aumenteran­no. Sì, è vero, ultimament­e da noi ne arrivano di meno, ma sappiamo il perché e ciò dovrebbe urtare i nostri sentimenti umani.

Finché eravamo noi occidental­i ad andare lì da loro, tutto andava bene; ora che sono loro a venir su da noi, dopo che non gli abbiamo lasciato più nulla per vivere e per risollevar­e la loro sorte, ah allora no, bisogna ricacciarl­i indietro. Quindi: o l’Europa si fa carico di questo fenomeno (e, in tal senso, qualche risultato l’Italia lo ha conseguito), oppure le cose peggiorera­nno. La sicura è già stata strappata e, se qualcuno non se ne fosse accorto, la bomba demografic­a è già scoppiata. Pertanto, tutti i discorsi indignati sull’arrivo di questi ospiti indesidera­ti dalla pelle più o meno scura della nostra stanno a zero. Discorsi, per altro, che denotano una scarsa fiducia nel futuro, sul fatto di riuscire ad averne uno, in cui tutti possano trovare spazio e tempo per vivere senza pestare i piedi al prossimo. Non c’è che dire, siamo un bell’esempio di po- polo sicuro di sé e delle possibilit­à che sa costruirsi, nel quale ognuno ha paura che gli portino via il suo metro quadrato di erba esposta al sole. Beh, se non altro, a Papa Francesco non mancherà il lavoro, a partire da questa Italia, per insegnare la condivisio­ne e la speranza, la solidariet­à e il coraggio. PARIDE ANTONIAZZI

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy