Il Fatto Quotidiano

Maria Callas, la grande leggenda con qualche mito da sfatare

- » VITTORIO EMILIANI

Maria Callas è da tempo nella leggenda, com’è giusto per una “divina” che ha impresso una vera svolta alla interpreta­zione musicale di melodrammi seri e giocosi. Ma come e dove si era formata q ue l l ’ interprete sublime di Elvira, di Lucia, di Rosina, di Medea e della Lady più “nera”, Lady Macbeth? Quando arriva in Italia, nel 1947, per cantare Giocondadi Amilcare Ponchielli all’Arena di Verona, di lei si sa assai poco. Viene dagli Stati Uniti dove fino a quel momento non ha avuto grande fortuna. Maria Kalogeropo­ulos, poi Maria Callas, ad Atene ha studiato (però i più lo ignorano) con un soprano spagnolo, Elvira de Hidalgo, dalla brillante carriera di belcantist­a. “Era come una cascata di note incredibil­e”, essa dirà di Maria. Elvira conosce cadenze, trilli, fiorettatu­re, abbellimen­ti virtuosist­ici e verso l’Italia, verso quel repertorio spinge l’allieva. che cantano insieme in un Parsifal alla Fenice di Venezia, dirette da Serafin. Stagione 1948-49 o giù di lì. Finisce il primo atto e Fedora, da triestina schietta e disinibita le dice: “Ma Maria impara un po’ a recitare... Sembravi un vigile che dirige il traffico, un braccio di qua, uno di là”.

IN BREVE TEMPO, studiando e ristudiand­o, la Callas sarà capace di leggere all’impronta le partiture più ardue. “Niente era mai improvvisa­to in lei”, mi racconta un giorno Teodoro Celli, autorevole critico musicale del Messaggero e grande amico della Maria. “Quando ancora non faceva vita mondana, andava presto a letto, inforcava un paio di occhiali e studiava, studiava. Poi le cose sono cambiate...”. Per la recitazion­e fa da sola con intelli- genza, ma ancor più fa per lei Luchino Visconti che la dirige, già dimagrita, bella e seduttiva, nella rivoluzion­aria Traviata della Scala del 1955 che sul podio ha Carlo Maria Giulini. La regia del grande Luchino e i costumi di Lila De Nobili ne fanno una donna vera, passionata, impulsiva, generosa. Alla sortita finale, lei, che sa di essere la protagonis­ta assoluta, strattona e scalcia Pippo Di Stefano-Alfredo e lui lascia il teatro. Il melodramma ha ritrovato una “divina” imperdibil­e. Una Colbran, una Pasta, una Grisi. Ho potuto ascoltarla solo nella Sonnambula, diretta da Visconti. Indimentic­abile, aerea Amina. Muore sola nel “rumoroso deserto che appellano Parigi” dopo aver perso troppo presto quella voce unica, scura e lunare.

 ?? Ansa ?? Sul palco Maria Callas al Metropolit­an di New York. In alto, alla Scala di Milano in “Anna Bolena” e “Medea”
Ansa Sul palco Maria Callas al Metropolit­an di New York. In alto, alla Scala di Milano in “Anna Bolena” e “Medea”
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