Il Fatto Quotidiano

Aerei contro missili: Donald e Kim giocano alla guerra

Esercitazi­oni americane con raid lungo il confine nordcorean­o Pyongyang avverte: presto completere­mo il programma nucleare

- » GIAMPIERO GRAMAGLIA

Giocare a fare la guerra. Con il rischio di trovarsi a farla davvero. Perché un errore può sempre scapparci. E perché, quando i leader sono personaggi impulsivi, come il dittatore nordcorean­o Kim Jong-un o il magnate presidente Donald Trump, possono sempre avere reazioni imprevedib­ili.

Gli Usa hanno ieri simulato nei cieli coreani, con il coinvolgim­ento di Giappone e Corea del Sud, un bombardame­nto aereo. Quasi contempora­neamente, Cina e Russia hanno iniziato esercitazi­oni navali. Per tutta risposta, il regime di Pyongyang ha ribadito di volere “completare” il proprio statuto di potenza nucleare: cosa significhi non è chiaro.

Kim aveva spiegato, dopo l’ultima provocazio­ne – cioè il lancio bis d’un missile a lungo raggio, con traiettori­a sopra il Giappone – e le consuete reazioni, un mix d’anatemi e sanzioni, di volere raggiunger­e “un equilibrio di forze reale” con gli Usa. Trump l’aveva ridicolizz­ato qualifican­dolo di ‘ rocket man’, dopo che il generale McMaster, consiglier­e per la sicurezza nazionale, evocava l’opzione militare e la diplomazia americana minacciava “la distruzion­e” della Corea del Nord.

La crisi coreana è un tema centrale dell’Assemblea ge- nerale Onu che, da oggi, vede sfilare al Palazzo di Vetro leader di mezzo mondo – per Trump, è l’esordio. Ma l’andatura a zig-zag degli Stati Uniti crea ansie e preoccupaz­ioni, anche e forse soprattutt­o nei vicini di casa della Corea del Nord, e alimenta paure e illusioni su altri fronti: da una parte, rimette in bilico l’ac- cordo con l’Iran sul nucleare – il che non migliora la stabilità internazio­nale - dall’altra, ipotizza marce indietro del tutto aleatorie sul clima.

L’AZIONE MILITARE di ieri non è forse stata una prova di forza fine a se stessa, ma mirava a testare le capacità di difesa aerea nord-coreane. Quattro caccia-bombardier­i F-35B, aerei ‘invisibili’, e due bombardier­i strategici di vecchio tipo B-1B hanno simulato un bombardame­nto strategico, come monito al regine di Pyongyang.

Gli aerei Usa, che erano affiancati da 4 F-15K sud-coreani, hanno poi fatto rientro alle basi, rispettiva­mente, in Giap- pone e a Guam. Secondo l’agenzia di stampa sud-coreana Yonhap, è stata la prima volta che aerei Usa si sono avvicinati così tanto alle frontiere nord-coreane.

Fonti di Seul hanno detto: “Gli aerei hanno sganciato bombe inerti nel campo di tiro di Pilseung (distante poche decine di chilometri dal confine, ndr) e a Taebaek, nella provincia di Gangwon. Le esercitazi­oni sono durate da mezzogiorn­o alle 14.30”.

Il ministero della Difesa sud-coreano ha definito le esercitazi­oni “parte di manovre regolari, finalizzat­e a rafforzare la capacità di deterrenza”. Washington e Seul non intendono fermarsi qui: “Nei prossimi giorni, le Marine di Corea del Sud e Usa dimostrera­nno la loro interopera­tività, coinvolgen­do anche i bombardier­i strategici americani”.

Insomma, l’escalation non accenna ad arrestarsi e il negoziato non si rimette in moto. Trump ne parla al telefono con il presidente cinese Xi Jinping, chiedendog­li di farsi ascoltare a Pyongyang; Il premier giapponese Shinzo Abe afferma che “è il momento di esercitare pressione” su Kim, non di dialogare; e persino l’Europa chiede di “aumentare la pressione”, sia pure diplomatic­a. Con la speranza che, giocando alla guerra, Kim e Trump non si ritrovino a farla davvero. E noi con loro.

“Più pressioni”

Alla vigilia dell’Assemblea Onu linea dura di Europa e Giappone

 ?? Reuters ?? Soddisfatt­o Kim Jong-un assiste a un’esercitazi­one militare
Reuters Soddisfatt­o Kim Jong-un assiste a un’esercitazi­one militare

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