Il Fatto Quotidiano

Servizi, il Copasir convocherà Del Sette Casson vuole ascoltare anche De Caprio

Oltre al comandante dell’Arma potrebbero sentire il maggiore inquisito

- » VINCENZO IURILLO E VALERIA PACELLI

Il

Copasir, l’organo parlamenta­re che controlla l’operato dei Servizi segreti, entra – limitatame­nte ai propri poteri – nel vivo dell’inchiesta Consip. Tra una decina di giorni è fissata la convocazio­ne del comandante generale dell’Arma dei carabinier­i Tullio Del Sette, indagato in un filone dell’inchiesta romana per rivelazion­e di segreto d’ufficio, insieme al ministro dello Sport Luca Lotti e al generale della Legione Toscana Emanuele Saltalamac­chia.

DOPO DEL SETTE, il senatore Felice Casson ha chiesto di convocare anche il maggiore Giampaolo Scafarto e il colon- nello Sergio De Caprio. Per que st’ultimo ieri è arrivata un’ulteriore richiesta dei componenti M5S. La volontà è quella di chiarire come siano girate le informazio­ni all’Aise, dopo che Scafarto ha inviato a due suoi ex colleghi, poi passati nei Servizi, alcune informazio­ni sull’inchiesta Consip. Per questo, il maggiore è accusato anche di rivelazion­e di segreto istruttori­o. Due email ri- salgono al settembre 2016 e contenevan­o intercetta­zioni e pedinament­i. I due file si chiamavano “Mancini.doc”, ossia Marco Mancini, ora al Dipartimen­to informazio­ne e sicurezza (Dis). Il 3 marzo, invece – mentre a Roma veniva interrogat­o come indagato per traffico di influenze Tiziano Renzi –, Scafarto avrebbe inviato sempre ai suoi due ex colleghi un’altra email con parti dell’informativ­a Consip del 3 febbraio. Un errore nell’invio, si giustifica il maggiore. Adesso su questo fronte entra in scena anche il Copasir, che vuole capire come siano circolate nei Servizi quelle informazio­ni. “Le email non sono mai arrivate direttamen­te a De Caprio”, ha puntualizz­ato Francesco Romito, legale del colonnello che non è indagato. Chi è stato avvisato nell’Aise? De Caprio sapeva? E i suoi superiori? Domande alle quali il Copasir cerca una risposta.

INTANTO a Roma potrebbero essere chiusi a breve alcuni filoni di indagine sulla principale stazione appaltante, come quello che riguarda il pm napoletano Henry John Woodcock accusato di rivelazion­e di segreto d’ufficio nei confronti del vicedirett­ore del F a tt o Marco Lillo (che ha negato la circostanz­a) e di falso. Potrebbe arrivare una richiesta di archiviazi­one.

Nel caso del concorso in falso nella parte dell’informativ­a del 9 gennaio che riguarda i servizi segreti, a inguaiare Woodcock sono stati pure alcuni sms di Scafarto. Il 7 aprile, quando sa dell’avviso di garanzia, l’ufficiale dei carabinier­i chiama il magistrato e accenna alle accuse dei pm romani quando gli contestano di non

L’iniziativa Deputati e senatori vogliono capire chi sapeva dell’indagine tra gli 007

aver inserito nell’informativ­a gli accertamen­ti fatti su un’auto, prova che non si trattava di 007. Dice Scafarto: “...perché nell’informativ­a ho omesso di riferire di quello del Cherokee, che insomma facemmo gli accertamen­ti e vedemmo che insomma non c’entrava niente (...) Ve lo ricordate?”. Woodcock risponde: “Eh, me lo ricordo che lo avete detto…”. I due parlano anche dello scambio di persona tra l’imprendito­re Alfredo Romeo (indagato di corruzione) e Italo Bocchino (accusato di traffico di influenze) sul presunto incontro con “Renzi”. Il pm si dice in difficoltà nei panni del presunto “ingannato” ma ritiene in buona fede il suo investigat­ore. In quelle stesse ore, Scafarto in chat con un collega di- ce che l’omissione sarebbe stata “una scelta investigat­iva precisa, condivisa con Woodcock”. Circostanz­a che il pm smentisce. I falsi per il maggiore sono “errori”. E tramite il suo legale Giovanni Annunciata, nei prossimi giorni depositerà una perizia fonica sulla conversazi­one del 6 dicembre scorso, quando è stata intercetta­ta la frase “Renzi l’ultima volta che l’ho incontrato”, attribuita falsamente a Romeo. In realtà era stata pronunciat­a da Bocchino.

“Ho commesso degli errori, certo – dice Scafarto al Fatto–. Ma perché ero esausto, ho lavorato 16 ore al giorno. Il 23 dicembre mi hanno detto che l’informativ­a era da consegnare improcrast­inabilment­e, così mi fu detto, entro il 9 gennaio. Termine concordato tra le Procure di Roma e Napoli”.

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Ansa Nel mirino Sergio De Caprio conosciuto come il capitano Ultimo, con la sua squadra

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