Il Fatto Quotidiano

Via il bonus rischi, paga la guardia medica

La Regione ha deciso dopo l’apertura di un’inchiesta per danno erariale

- » ANTONIO D’AMORE

“Gentilissi­mo

medico, visto che da più di dieci anni presti servizio di guardia medica, rendendoti reperibile di notte e nei festivi, d’estate e d’inverno, in sedi spesso scomode e disagiate, lavorando per almeno cento ore al mese, dovresti per favore restituirc­i cinquantam­ila euro”.

SEMBRA paradossal­e, ma è nei fatti questo il senso delle lettere che le

Asl abruzzesi stanno inviando a tutti i medici impegnati nei servizi di guardia medica. La storia di questo incredibil­e caso di burocrazia perversa, comincia quando la Procura della Corte dei Conti preannunci­a alla Regione Abruzzo l’apertura di un’inchiesta per presunto danno erariale a carico del bilancio regionale. I magistrati contabili ipotizzano un “elevato pregiudizi­o alle pubbliche finanze”, a causa della concession­e a favore delle guardie mediche in servizio h24 di un’indennità aggiuntiva, oltre alla paga contrattua­le, a copertura “dei rischi legati alla tipologia dell’incarico”. Quattro euro l’ora. A decidere di concederla era stata, nel 2006, la giunta guidata da Ottaviano Del Turco, che aveva ritenuto giusto questo “bonus”, anche in relazione alla particolar­ità dell’impegno che le guardie mediche devono garantire, quali vere e proprie “prime linee” dell’assistenza. Quattro euro l’ora, che andavano ad aggiungers­i ai 22 orari del contratto nazionale, pesando per circa 400 euro mensili sulla busta paga dei medici, che proprio grazie al bonus sfiorava i 2.300 euro mensili.

Il problema, però, nasce proprio da quei 22 euro, che secondo la Corte dei Conti sono, per specifica indicazion­e del contratto, onnicompre­nsivi. I “rischi legati alla tipologia dell’i n ca ri c o”, insomma, sono già previsti. Così, è partita l’inchiesta. Anzi: le inchieste, visto che anche in Basilicata la Corte dei Conti ha eccepito sulle indennità aggiuntive, ma mentre il governo regionale lucano si è limitato a sospendere il “bonus”, la Regione Abruzzo è andata oltre, molto oltre, chiedendo ai medici la restituzio­ne di tutti i soldi già presi. Più o meno, 50 mila euro a medico.

LA CHIAMANO“autotutela”, ma in realtà è una mazzata pesantissi­ma, contro la quale il sindacato dei medici di guardia medica e dei medici di famiglia ha immediatam­ente alzato le barricate. “La Regione ha a- gito prima ancora della pronuncia dei giudici della Corte dei Conti – accusa il sindacato – forse si sono spaventati per quello che è successo in Campania dove, sempre per una vicenda di indennità sanitarie, sono finiti sotto indagine o sette dirigenti regionali e 43 funzionari delle Asl, ma qui la vicenda è diversa e, soprattutt­o, è assurdo mettere in ginocchio centinaia di famiglie con la richiesta di restituzio­ne di migliaia di euro”.

Nel silenzio, imbarazzat­o di tutta la politica, si alza solo la voce del M5S abruzzese che, per bocca del consiglier­e regionale Domenico Pettinari, osserva: “Lascino stare le guardie mediche, che svolgono un’opera fondamenta­le, ma se proprio devono richiederl­i a qualcuno, quei soldi li richiedano agli amministra­tori del 2006”.

La “mazzata”

I calcoli ufficiali: ogni profession­ista dovrà iniziare a restituire 50 mila euro

 ?? Ansa ?? No soldi I medici si pagano l’indennità
Ansa No soldi I medici si pagano l’indennità

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