Via il bonus rischi, paga la guardia medica
La Regione ha deciso dopo l’apertura di un’inchiesta per danno erariale
“Gentilissimo
medico, visto che da più di dieci anni presti servizio di guardia medica, rendendoti reperibile di notte e nei festivi, d’estate e d’inverno, in sedi spesso scomode e disagiate, lavorando per almeno cento ore al mese, dovresti per favore restituirci cinquantamila euro”.
SEMBRA paradossale, ma è nei fatti questo il senso delle lettere che le
Asl abruzzesi stanno inviando a tutti i medici impegnati nei servizi di guardia medica. La storia di questo incredibile caso di burocrazia perversa, comincia quando la Procura della Corte dei Conti preannuncia alla Regione Abruzzo l’apertura di un’inchiesta per presunto danno erariale a carico del bilancio regionale. I magistrati contabili ipotizzano un “elevato pregiudizio alle pubbliche finanze”, a causa della concessione a favore delle guardie mediche in servizio h24 di un’indennità aggiuntiva, oltre alla paga contrattuale, a copertura “dei rischi legati alla tipologia dell’incarico”. Quattro euro l’ora. A decidere di concederla era stata, nel 2006, la giunta guidata da Ottaviano Del Turco, che aveva ritenuto giusto questo “bonus”, anche in relazione alla particolarità dell’impegno che le guardie mediche devono garantire, quali vere e proprie “prime linee” dell’assistenza. Quattro euro l’ora, che andavano ad aggiungersi ai 22 orari del contratto nazionale, pesando per circa 400 euro mensili sulla busta paga dei medici, che proprio grazie al bonus sfiorava i 2.300 euro mensili.
Il problema, però, nasce proprio da quei 22 euro, che secondo la Corte dei Conti sono, per specifica indicazione del contratto, onnicomprensivi. I “rischi legati alla tipologia dell’i n ca ri c o”, insomma, sono già previsti. Così, è partita l’inchiesta. Anzi: le inchieste, visto che anche in Basilicata la Corte dei Conti ha eccepito sulle indennità aggiuntive, ma mentre il governo regionale lucano si è limitato a sospendere il “bonus”, la Regione Abruzzo è andata oltre, molto oltre, chiedendo ai medici la restituzione di tutti i soldi già presi. Più o meno, 50 mila euro a medico.
LA CHIAMANO“autotutela”, ma in realtà è una mazzata pesantissima, contro la quale il sindacato dei medici di guardia medica e dei medici di famiglia ha immediatamente alzato le barricate. “La Regione ha a- gito prima ancora della pronuncia dei giudici della Corte dei Conti – accusa il sindacato – forse si sono spaventati per quello che è successo in Campania dove, sempre per una vicenda di indennità sanitarie, sono finiti sotto indagine o sette dirigenti regionali e 43 funzionari delle Asl, ma qui la vicenda è diversa e, soprattutto, è assurdo mettere in ginocchio centinaia di famiglie con la richiesta di restituzione di migliaia di euro”.
Nel silenzio, imbarazzato di tutta la politica, si alza solo la voce del M5S abruzzese che, per bocca del consigliere regionale Domenico Pettinari, osserva: “Lascino stare le guardie mediche, che svolgono un’opera fondamentale, ma se proprio devono richiederli a qualcuno, quei soldi li richiedano agli amministratori del 2006”.
La “mazzata”
I calcoli ufficiali: ogni professionista dovrà iniziare a restituire 50 mila euro