Millennium 5: ecco come si organizza un vero complotto
Attesi dai fan dell’intero orbe terracqueo tornano per la quinta volta Lisbeth Salander e Mikail Blomkvist, le colonne della saga svedese di Millennium. La storia è nota: Stieg Larsson, l’inventore di una trilogia tra le più vendute di ogni tempo (a oggi siamo a ottanta milioni di copie), è morto nel 2004 lasciando in eredità, appunto, due personaggi amatissimi: la solitaria Lisbeth, la Robin
Hood degli hacker, e il fascinoso Mikail, reporter investigativo della rivista Millennium. Così due anni fa l’arduo compito di proseguire la saga è stato affidato a David Lagercrantz, giornalista e scrittore come Larsson buonanima. E se l’ansia da prestazione era evidente e comprensibile in Millennium 4 - Quello che non uccide, bisogna dire che nel quinto capitolo della saga l’erede designato appare più sciolto.
MERITO soprattutto della trama: Lagercrantz rivela altri clamorosi dettagli sulle origini di Lisbeth. Pensavamo di sapere tutto di lei, del padre russo stupratore e mafioso e della sorella gemella, Camilla, reclutata dalle forze del Male. Invece. Partendo dal famoso tatuaggio del drago di Lisbeth, viene fuori un’altra incredibile vicenda della Svezia simbolo progressista del welfare. L’atavico concetto di razza può infatti imboccare due sentieri pericolosi: quello genetico, tipico del nazismo, e quello dei fattori ambientali e sociali, che Lagercrantz intesta a un’ossessione deviata di sinistra. In pratica, perché Lisbeth e la sua gemella Camilla vennero separate? Uno dei personaggi più riusciti si chiama Benito, per via di Mussolini, ed è una sanguinaria detenuta. In questi giorni, la lettura di Millennium 5 - L’uomo che inseguiva la sua ombra si consiglia ai renziani che gridano al golpe per Consip. Giusto per capire che cos’è un vero complotto.