Il Fatto Quotidiano

Uffa che truffa

- » MARCO TRAVAGLIO

Qualcuno dirà: uffa che barba che noia, ancora la legge elettorale? È quello che i partiti sperano che noi diciamo, per poterci fregare meglio, prendendoc­i per sfinimento. E c’è il rischio che ci riescano, visto che della nuova legge elettorale si discute da quando fu approvata l’ultima entrata in vigore: il Porcellum. Era il dicembre 2005, il centrodest­ra era dato per spacciato alle elezioni del 2006 contro l’Unione di Prodi e si inventò una legge truffa per almeno pareggiarl­e con due diversi premi di maggioranz­a tra Camera e Senato (uno su base nazionale, l’altro su scala regionale); e, già che c’era, per regalare a B.(e a tutti gli altri capipartit­o) il potere di vita o di morte sui parlamenta­ri, non più eletti ma nominati col trucco delle liste bloccate. Risultato: Prodi si ritrovò con una buona maggioranz­a alla Camera, ma con un margine risicatiss­imo al Senato (3 soli seggi, poi erosi dalle compravend­ite berlusconi­ane, dai doppi giochi della sinistra radicale e infine dal ribaltone di Mastella). Una porcata, per ammissione dello stesso autore Calderoli, tradotta da Sartori in Porcellum, per assonanza col Mattarellu­m, il sistema misto fra maggiorita­rio (75%) e proporzion­ale (25%) utilizzato alle elezioni del 1994, del ’96 e del 2001. Col Porcellum si votò nel 2006 (governo Prodi-2), nel 2008 (Berlusconi-3 e Monti) e nel 2013 (Letta, Renzi e Gentiloni).

Poi, nel 2013, la Consulta lo bocciò e, svuotandol­o di tutti profili incostituz­ionali (dal premio di maggioranz­a alle liste bloccate), lo trasformò in un sistema molto simile a quello usato nelle elezioni del ’92: proporzion­ale puro a preferenza unica. Però si disse che quel sistema non garantiva la governabil­ità, anche perché nel frattempo – con l’irruzione in Parlamento dei 5Stelle – il sistema da bipolare era diventato tripolare. Così Renzi, B. e Verdini scrissero l’Italicum: capilista bloccati (2/3 dei parlamenta­ri nominati dai capipartit­o) e niente più coalizioni, ma premio di maggioranz­a alla lista che arrivava prima, purché superasse il 40% dei voti; altrimenti si andava al ballottagg­io e il primo si pappava il 55% dei seggi. Ma valeva solo per la Camera, perché il Senato non sarebbe più stato elettivo, come da controrifo­rma costituzio­nale che – pensava il Bomba con Napolitano e Mattarella – sarebbe stata certamente approvata al referendum del 4 dicembre 2016. Invece vinse il No e subito dopo, nel gennaio 2017, la Consulta bocciò l’Italicum: via il ballottagg­io, via il premio di maggioranz­a, ma non i capilista bloccati. Da allora l’Italia ha due leggi elettorali, entrambe ritagliate dalla Consulta da quelle incostituz­ionali di B. & Renzi.

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