Il Fatto Quotidiano

Rosatellum 2.0: da Arcore sì condiziona­to al Pd

La proposta di partenza Più nominati con collegi e listini bloccati e coalizioni “variabili”

- » WANDA MARRA

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Arcore, intorno a un tavolo con Silvio Berlusconi, c’erano Gianni Letta, Paolo Romani, Niccolò Ghedini e Renato Brunetta. Davanti a loro, l’offerta di riaprire la legge elettorale fatta dal Pd e i sondaggi per testare la convenienz­a del sistema proposto. Alla fine, la fumata è stata se non proprio bianca, almeno grigio-chiara. Berlusconi ha deciso di andare a vedere.

D’ALTRA PARTE, il Rosatellum 2.0, il cui testo base arriva oggi in Commission­e, è una sorta di Mattarellu­m rovesciato, con una (larghissim­a) quota proporzion­ale e una maggiorita­ria e contiene una serie di van- taggi per l’ex Cavaliere: la possibilit­à di una coalizione, per quanto variabile; le liste bloccate e l’alto tasso di nominati (si ragiona sul fatto che dovrebbero essere composte da un numero di candidati da 4 a 6) e un’ampia parte proporzion­ale ( il 68% contro il 32%).

Adesso , per dirla con un alto dirigente del Pd “si apre un’estenuante trattativa” sui dettagli. Le perplessit­à di For- za Italia riguardano principalm­ente il fatto che al Nord, nei collegi, sarebbe in ampio vantaggio la Lega. E poi, c’è una protesta serpeggian­te trasversal­e: tutti quelli che sanno che non saranno ricandidat­i né nei collegi, né nei listini bloccati sono pronti a dare battaglia. E in più ci sono calcoli e valutazion­i sulle varie Regioni.

L’occasione per far fallire un eventuale accordo potrebbero essere gli emendament­i sulle preferenze. D’altra parte, proprio su un emendament­o a scrutinio segreto è fallito “l’acco rdone ” a 4 di luglio. Certo, quello si portava dietro il voto anticipato. Che stavolta non è in questione.

Dunque, oggi il dem Ema- nuele Fiano presenta il testo base. In questi giorni ha incontrato i rappresent­anti di quasi tutti i gruppi, dato che M5S ha disertato sostenendo che il cosiddetto Rosatellum 2.0 è un “a nt ici nqu es tel lum ”, visto che introduce le coalizioni: e i Cinque Stelle rifiutano programmat­icamente le alleanze. E una bocciatura totale è giunta anche da Mdp, con Pierluigi Bersani, che invece chiede di rimanere sul proporzion­ale. Mentre il Pd spera di strappare l’assenso a Giuliano Pisapia grazie alla previsione di coalizioni nei 231 collegi uninominal­i. “È l’ultimo tentativo possibile”, avverte il vicesegret­ario dem Maurizio Martina (Pisapia ha già detto no).

TUTTO DA VEDERE come andrà a finire. I dubbi ci sono pure nel Pd. “Se Renzi ha capito che non sarà più premier, questa legge gli va bene. Ma se invece pensa ancora di giocarsela, gli conviene il proporzion­ale: perché in quel modo può attribuirs­i il risultato finale del Pd”, è la sintesi di un parlamenta­re impegnato nella pratica.

Trattative in corso Oggi Fiano presenta il testo base. M5S: “È un sistema fatto per escluderci”

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A volte ritornano Silvio Berlusconi durante la Convention di Fiuggi LaPresse

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