M5S stile berluscones: “Giustizia a orologeria” per il sindaco di Bagheria, indagato sui rifiuti
Inchiesta Per Cinque abuso d’ufficio e turbativa d’asta. Il pm voleva arrestarlo
Il sindaco Patrizio Cinque obbligato a firmare a giorni alterni in caserma dai carabinieri, come un sorvegliato speciale, insieme a un assessore e 16 tra dirigenti e dipendenti, e divieto di dimora per altri due impiegati.
DALLA PROCURAdi Termini Imerese si abbatte un ciclone giudiziario su Bagheria, Comune a Cinque Stelle, con il primo cittadino indagato per abuso d’ufficio, omissione di atti d’ufficio, turbativa d’asta e rivelazione di atti d’ufficio. Il Procuratore capo Ambrogio Cartosio aveva chiesto gli arresti domiciliari. E se “a caldo” il linguaggio è quello dei berluscones (“giustizia a orologeria, si mette dentro di tutto per attaccare un sindaco e un’amministrazione Cinque stelle a meno di due mesi dalle elezioni regionali”) nel pomeriggio il sindaco smentisce: “La magistratura fa il proprio dovere e ha tutta la nostra fiducia”. E incassa il sostegno del candidato governatore Giancarlo Cancelleri. “Non conosco i dettagli, ma dico solo a Cinque di stare tranquillo e di tenere duro, il Movi- mento non mancherà di fargli avere un apporto”.
L’INCHIESTA è stata aperta nel 2016 per il mobbing subito da un’impiegata, Laura Picciurro, ma presto sotto i riflettori della magistratura è finita la gestione della raccolta dei rifiuti, l’appalto per la gestione del palazzetto dello Sport e i presunti abusi edilizi commessi da un familiare dello stesso primo cittadino. Prima in commissione regionale antimafia, poi con un esposto in Procura, la Picciurro ha denunciato l’anomalia dei “noli a freddo”, il sistema di noleggio diretto dei mezzi per la raccolta dei rifiuti dall’azienda Tec scavalcando le procedure di evidenza pubblica che in sei mesi è arrivato a costare 3 milioni di euro. Affidamenti e costi contestati anche dall’interno del M5S e dalle opposizioni che adesso con Daniele Vella, sfidante pidino del sindaco, chiedono le dimissioni di Cinque, costretto ora a giorni alterni a mettere una firma sul registro degli ‘obbligati’ nella caserma dei carabinieri di Bagheria.