Partigiani e fascisti, non è la stessa festa
C’è un gran vociare, quasi tutto in malafede, che parla di designazione verticistica di Di Maio quale futuro presidente del Consiglio e contemporaneamente capo del Movimento 5 Stelle. Si omette di sottolineare che questa è una candidatura, e l’ultima parola l’avranno gli iscritti nella prossima votazione online, che avranno modo di palesare il loro eventuale dissenso non votando o convergendo verso uno degli altri sette candidati. Una eventuale sconfessione credo sarebbe presa in seria considerazione. Il can can mediatico su questa faccenda ha il chiarissimo scopo di cercare di omologare il Movimento ai vecchi partiti, che naturalmente hanno decisioni verticistiche o addirittura padronali per le quali non esistono critiche di democrazia interna, pur arrivando a sconcezze quali la compravendita di onorevoli un tanto al chilo. La realtà è che destra e sinistra (si fa per dire, poiché sono tutti partiti di centro, conservatori e di sottogoverno) sono terrorizzati dal fatto che esista una forza politica che pratica la democrazia diretta con autocandidature da sottoporre al voto degli iscritti (quindi senza potere alla segreteria), che rinuncia al finanziamento pubblico dei partiti, che rinuncia al vitalizio, che si è dimezzato lo stipendio per creare un fondo per aiutare le piccole imprese, che chiede la fine del finanziamento pubblico dell’editoria, che vuole la Rai servizio pubblico e non ufficio di collocamento per parenti dei politici, che è per la ineleggibilità dopo due legislature, e per un reddito di cittadinanza che tolga dalla disperazione milioni di cittadini poveri e disoccupati.
Il solo fatto che esista una forza organizzata in Parlamento che proponga questi temi destabilizza tutti e, a forza di definirci antipolitici e populisti (detto da ladri, corrotti, pregiudicati, piduisti, mafiosi), hanno fatto diventare questi termini un complimento, visto che essere contro la vecchia politica che ha spolpato l’Italia era un dovere civile, e riferirsi al popolo come denigrazione è una confessione di disprezzo.
C’è una app per tutto, così i sindaci stanno tranquilli
La tendenza odierna è di scaricare sui cittadini l’onere di segnalare alle Autorità amministrative preposte ogni tipo di problematica o inconveniente che si dovesse presen- CARO FURIO COLOMBO, vedo che l’Anpi si oppone a celebrare insieme la festa del 25 aprile, anche se sono passati 7O anni dalla fine di quel conflitto e del confronto. Non sarebbe ora di dimenticare? SAREBBE COME DIMENTICARE il codice penale. Si può, in alcuni casi previsti dalla legge (di solito dopo avere scontato la pena), ma solo per chi abbia riconosciuto la gravità di ciò che ha fatto, e veda il suo passato come l’opposto della vita che, una volta riaccettato nella comunità, vorrebbe vivere. Questo per dire che si può benissimo ritrovarsi insieme a ricordare la grande tragedia della guerra (quella mondiale e quella insurrezionale), ma solo sulla base di valori comuni. Ciò che è accaduto in Italia è che il fascismo, dopo essere stato cancellato dalla vittoria della democrazia e dalla Storia, ha reclamato subito la sua continuazione. Infatti il fascismo cancellato (dopo avere provocato un lutto immenso), non solo pretende di esistere ancora, ma vuole il diritto a essere festeggiato alla pari con chi ha dato la vita per liberare l’Italia dal potere e dal pericolo del fascismo. Se il fascismo ri- tare in città: dagli incroci pericolosi, all’accumulo di rifiuti ingombranti, alle buche stradali, alle intrusioni di topi o cinghiali, eccetera. È evidente che questa modalità produce l’effetto di esimere le Autorità stesse dall’assumersi la responsabilità dovuto al proprio ruolo, che prevede anche il compito di vigilare sulle situazioni critiche. In particolare, gli interessati dovrebbero essere gli uffici tecnici di Comune e Municipi, che per svolgere il loro compito sono ben retribuiti. Assistiamo a una proliferazione incontrollata di app per smartphone, che stanno assumendo gradatamente il ruolo di panacea per tutti i mali. Ma attenzione a non confondere la forma con la sostanza! Se le precedenti segnalazioni dei cittadini mediante email o lettere cartacee venivano sistematicamente ignorate in passato, cosa ci fa ritenere che adesso le app non subiranno la medesima sorte?
Grillo dovrebbe scusarsi per l’insulto ai giornalisti
“Vorrei mangiarvi solo per il gusto di vomitarvi”: questa violenta frase di Grillo rivolta ai giornalisti è inaccettabile. E, da cittadino che viene informato tutti i giorni grazie alla mane fascismo, l’atteggiamento deve essere lo stesso che lo Stato ha mantenuto con i condannati per mafia. Se non ti penti, resti mafioso. E resti pericoloso. Quanto al fascismo, dobbiamo tener conto di un fatto che viene continuamente sottovalutato. Il fascismo ha memoria nitida di se stesso, e vuole restare e tornare ciò che era. Oppressore, persecutore, nemico di ogni libertà, incline all’omicidio, sia di Stato (pena di morte) che privato (sicari assoldati), profondamente razzista, con due prede preferite, i cittadini ebrei italiani, privati di ogni diritto da leggi speciali votate all’unanimità e al grido di “viva il duce” e le popolazioni africane inermi, sottoposte, in Etiopia e in Eritrea, a stragi continue e disumane, compreso l’uso di armi chimiche. Volete che si vada tutti insieme, con i fascisti che sono ancora fascisti, e anzi intendono ricominciare da capo, a portare i fiori agli assassini di Gramsci, Gobetti, Matteotti, i fratelli Rosselli? Non vi sembra un’idea rivoltante?
Furio Colombo - il Fatto Quotidiano
00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 lettere@ilfattoquotidiano.it stampa, mi stupisco che nessuno dei professionisti presenti gli abbia rivolto un secco: “come si permette!” Chi lavora per l’informazione politica esercita una professione a rilevanza costituzionale, perché solo grazie alla stampa si può realizzare il diritto di ogni cittadino ad essere informato, per poi partecipare alle scelte politiche. Quale democrazia informata può garantire un “garante” che la pensa come il dittatore Erdogan, che ha mangiato nelle redazioni e vomitato nelle carceri tutti i giornalisti non allineati? No Grillo, i giornalisti si rispettano. E se dicono il falso, c’è la legge per reagire. Mi aspetto che dopo l’elaborazione interiore della vergogna per questa frase eversiva, Grillo trovi la lucidità per porgere le sue scuse ai giornalisti. E a noi cittadini, per cui la stampa lavora.
Abusare delle leggi retroattive potrebbe essere pericoloso
Vorrei aggiungere alcune considerazioni al contributo di un lettore che avete pubblicato col titolo “Dopo la legge sui vitalizi ripenso alla legge Fornero” sul quotidiano di ieri. Eliodoro Alfano ha sicuramente ragione ma c’è qualcosa che mi allarma maggiormente ed è la consi- derazione che la Fornero ha introdotto nella legislazione italiana il principio pericolosissimo della retroattività delle leggi. Gli “esodati” sono il risultato delle decisioni che hanno applicato anche a coloro che avevano già presentato la domanda di quiescenza, secondo vecchie leggi ed accordi, l’allunga mento della vita lavorativa. Forse la Corte costituzionale si occuperà della questione? Intanto però i Cinque Stelle ci stanno andando a nozze. Come loro elettrice seguo spesso il blog di Grillo. Ebbene, qualcuno ha già scritto che una cosa positiva la Fornero l’ha fatta e noi la possiamo usare a nostro favore: applicare retroattivamente le leggi sui vitalizi a tutti gli odiati ex onorevoli della Repubblica. Di rinforzo Di Maio ha già dichiarato che, quando sarà al Governo lui, le leggi retroattive le farà. Ora chi mi garantisce che la retroattività non venga applicata anche a tutti i pensionati italiani, come ha chiesto la stessa Fornero in TV? Servirebbe ad azzerare il debito pubblico italiano al prezzo della miseria per tutti. Chi dice ai Cinque Stelle che la loro bella pensata non sarebbe in questo modo applicata da chicchessia andasse al potere, una volta caduti loro? Sono convinta che la democrazia sia una Il commissario per la ricostruzione del terremoto nel centro Italia, Vasco Errani, ha lasciato l’incarico e alcuni detrattori lo accusano di averlo fatto in cambio di una candidatura in Parlamento con il centrosinistra. Errani ha detto invece che l’incarico era normalmente giunto a scadenza. Trovo che il comportamento di Errani sia censurabile e criticabile. Penso che un incarico così delicato, che incide sulla vita dei disagiati, i quali devono riavere la propria casa, dovrebbe essere vissuto con una partecipazione emotiva maggiore rispetto a un incarico professionale che si svolge solo per lo stipendio.
Il caso Consip non influisce sul giudizio su Renzi
Quando si deve valutare la rettitudine di un uomo di Stato, non lo si deve fare solo con quello che emerge nell’ultimo minuto, come il caso Consip. Potremmo sbagliare giudizio. Cominciando dallo “stai sereno”, proseguendo col “me ne vado se perdo”, ci sono fatti che ci danno il metro preciso di giudizio. Il contorno sono giochi fasulli di potere. Craxi abbandonò la poltrona per molto meno.