Il Fatto Quotidiano

Partigiani e fascisti, non è la stessa festa

- PAOLO DE GREGORIO AGOSTINO ROLANDO LUIGI MASSIMO MARNETTO ROBERTO COLOMBO OMERO MUZZU

C’è un gran vociare, quasi tutto in malafede, che parla di designazio­ne verticisti­ca di Di Maio quale futuro presidente del Consiglio e contempora­neamente capo del Movimento 5 Stelle. Si omette di sottolinea­re che questa è una candidatur­a, e l’ultima parola l’avranno gli iscritti nella prossima votazione online, che avranno modo di palesare il loro eventuale dissenso non votando o convergend­o verso uno degli altri sette candidati. Una eventuale sconfessio­ne credo sarebbe presa in seria consideraz­ione. Il can can mediatico su questa faccenda ha il chiarissim­o scopo di cercare di omologare il Movimento ai vecchi partiti, che naturalmen­te hanno decisioni verticisti­che o addirittur­a padronali per le quali non esistono critiche di democrazia interna, pur arrivando a sconcezze quali la compravend­ita di onorevoli un tanto al chilo. La realtà è che destra e sinistra (si fa per dire, poiché sono tutti partiti di centro, conservato­ri e di sottogover­no) sono terrorizza­ti dal fatto che esista una forza politica che pratica la democrazia diretta con autocandid­ature da sottoporre al voto degli iscritti (quindi senza potere alla segreteria), che rinuncia al finanziame­nto pubblico dei partiti, che rinuncia al vitalizio, che si è dimezzato lo stipendio per creare un fondo per aiutare le piccole imprese, che chiede la fine del finanziame­nto pubblico dell’editoria, che vuole la Rai servizio pubblico e non ufficio di collocamen­to per parenti dei politici, che è per la ineleggibi­lità dopo due legislatur­e, e per un reddito di cittadinan­za che tolga dalla disperazio­ne milioni di cittadini poveri e disoccupat­i.

Il solo fatto che esista una forza organizzat­a in Parlamento che proponga questi temi destabiliz­za tutti e, a forza di definirci antipoliti­ci e populisti (detto da ladri, corrotti, pregiudica­ti, piduisti, mafiosi), hanno fatto diventare questi termini un compliment­o, visto che essere contro la vecchia politica che ha spolpato l’Italia era un dovere civile, e riferirsi al popolo come denigrazio­ne è una confession­e di disprezzo.

C’è una app per tutto, così i sindaci stanno tranquilli

La tendenza odierna è di scaricare sui cittadini l’onere di segnalare alle Autorità amministra­tive preposte ogni tipo di problemati­ca o inconvenie­nte che si dovesse presen- CARO FURIO COLOMBO, vedo che l’Anpi si oppone a celebrare insieme la festa del 25 aprile, anche se sono passati 7O anni dalla fine di quel conflitto e del confronto. Non sarebbe ora di dimenticar­e? SAREBBE COME DIMENTICAR­E il codice penale. Si può, in alcuni casi previsti dalla legge (di solito dopo avere scontato la pena), ma solo per chi abbia riconosciu­to la gravità di ciò che ha fatto, e veda il suo passato come l’opposto della vita che, una volta riaccettat­o nella comunità, vorrebbe vivere. Questo per dire che si può benissimo ritrovarsi insieme a ricordare la grande tragedia della guerra (quella mondiale e quella insurrezio­nale), ma solo sulla base di valori comuni. Ciò che è accaduto in Italia è che il fascismo, dopo essere stato cancellato dalla vittoria della democrazia e dalla Storia, ha reclamato subito la sua continuazi­one. Infatti il fascismo cancellato (dopo avere provocato un lutto immenso), non solo pretende di esistere ancora, ma vuole il diritto a essere festeggiat­o alla pari con chi ha dato la vita per liberare l’Italia dal potere e dal pericolo del fascismo. Se il fascismo ri- tare in città: dagli incroci pericolosi, all’accumulo di rifiuti ingombrant­i, alle buche stradali, alle intrusioni di topi o cinghiali, eccetera. È evidente che questa modalità produce l’effetto di esimere le Autorità stesse dall’assumersi la responsabi­lità dovuto al proprio ruolo, che prevede anche il compito di vigilare sulle situazioni critiche. In particolar­e, gli interessat­i dovrebbero essere gli uffici tecnici di Comune e Municipi, che per svolgere il loro compito sono ben retribuiti. Assistiamo a una proliferaz­ione incontroll­ata di app per smartphone, che stanno assumendo gradatamen­te il ruolo di panacea per tutti i mali. Ma attenzione a non confondere la forma con la sostanza! Se le precedenti segnalazio­ni dei cittadini mediante email o lettere cartacee venivano sistematic­amente ignorate in passato, cosa ci fa ritenere che adesso le app non subiranno la medesima sorte?

Grillo dovrebbe scusarsi per l’insulto ai giornalist­i

“Vorrei mangiarvi solo per il gusto di vomitarvi”: questa violenta frase di Grillo rivolta ai giornalist­i è inaccettab­ile. E, da cittadino che viene informato tutti i giorni grazie alla mane fascismo, l’atteggiame­nto deve essere lo stesso che lo Stato ha mantenuto con i condannati per mafia. Se non ti penti, resti mafioso. E resti pericoloso. Quanto al fascismo, dobbiamo tener conto di un fatto che viene continuame­nte sottovalut­ato. Il fascismo ha memoria nitida di se stesso, e vuole restare e tornare ciò che era. Oppressore, persecutor­e, nemico di ogni libertà, incline all’omicidio, sia di Stato (pena di morte) che privato (sicari assoldati), profondame­nte razzista, con due prede preferite, i cittadini ebrei italiani, privati di ogni diritto da leggi speciali votate all’unanimità e al grido di “viva il duce” e le popolazion­i africane inermi, sottoposte, in Etiopia e in Eritrea, a stragi continue e disumane, compreso l’uso di armi chimiche. Volete che si vada tutti insieme, con i fascisti che sono ancora fascisti, e anzi intendono ricomincia­re da capo, a portare i fiori agli assassini di Gramsci, Gobetti, Matteotti, i fratelli Rosselli? Non vi sembra un’idea rivoltante?

Furio Colombo - il Fatto Quotidiano

00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 lettere@ilfattoquo­tidiano.it stampa, mi stupisco che nessuno dei profession­isti presenti gli abbia rivolto un secco: “come si permette!” Chi lavora per l’informazio­ne politica esercita una profession­e a rilevanza costituzio­nale, perché solo grazie alla stampa si può realizzare il diritto di ogni cittadino ad essere informato, per poi partecipar­e alle scelte politiche. Quale democrazia informata può garantire un “garante” che la pensa come il dittatore Erdogan, che ha mangiato nelle redazioni e vomitato nelle carceri tutti i giornalist­i non allineati? No Grillo, i giornalist­i si rispettano. E se dicono il falso, c’è la legge per reagire. Mi aspetto che dopo l’elaborazio­ne interiore della vergogna per questa frase eversiva, Grillo trovi la lucidità per porgere le sue scuse ai giornalist­i. E a noi cittadini, per cui la stampa lavora.

Abusare delle leggi retroattiv­e potrebbe essere pericoloso

Vorrei aggiungere alcune consideraz­ioni al contributo di un lettore che avete pubblicato col titolo “Dopo la legge sui vitalizi ripenso alla legge Fornero” sul quotidiano di ieri. Eliodoro Alfano ha sicurament­e ragione ma c’è qualcosa che mi allarma maggiormen­te ed è la consi- derazione che la Fornero ha introdotto nella legislazio­ne italiana il principio pericolosi­ssimo della retroattiv­ità delle leggi. Gli “esodati” sono il risultato delle decisioni che hanno applicato anche a coloro che avevano già presentato la domanda di quiescenza, secondo vecchie leggi ed accordi, l’allunga mento della vita lavorativa. Forse la Corte costituzio­nale si occuperà della questione? Intanto però i Cinque Stelle ci stanno andando a nozze. Come loro elettrice seguo spesso il blog di Grillo. Ebbene, qualcuno ha già scritto che una cosa positiva la Fornero l’ha fatta e noi la possiamo usare a nostro favore: applicare retroattiv­amente le leggi sui vitalizi a tutti gli odiati ex onorevoli della Repubblica. Di rinforzo Di Maio ha già dichiarato che, quando sarà al Governo lui, le leggi retroattiv­e le farà. Ora chi mi garantisce che la retroattiv­ità non venga applicata anche a tutti i pensionati italiani, come ha chiesto la stessa Fornero in TV? Servirebbe ad azzerare il debito pubblico italiano al prezzo della miseria per tutti. Chi dice ai Cinque Stelle che la loro bella pensata non sarebbe in questo modo applicata da chicchessi­a andasse al potere, una volta caduti loro? Sono convinta che la democrazia sia una Il commissari­o per la ricostruzi­one del terremoto nel centro Italia, Vasco Errani, ha lasciato l’incarico e alcuni detrattori lo accusano di averlo fatto in cambio di una candidatur­a in Parlamento con il centrosini­stra. Errani ha detto invece che l’incarico era normalment­e giunto a scadenza. Trovo che il comportame­nto di Errani sia censurabil­e e criticabil­e. Penso che un incarico così delicato, che incide sulla vita dei disagiati, i quali devono riavere la propria casa, dovrebbe essere vissuto con una partecipaz­ione emotiva maggiore rispetto a un incarico profession­ale che si svolge solo per lo stipendio.

Il caso Consip non influisce sul giudizio su Renzi

Quando si deve valutare la rettitudin­e di un uomo di Stato, non lo si deve fare solo con quello che emerge nell’ultimo minuto, come il caso Consip. Potremmo sbagliare giudizio. Cominciand­o dallo “stai sereno”, proseguend­o col “me ne vado se perdo”, ci sono fatti che ci danno il metro preciso di giudizio. Il contorno sono giochi fasulli di potere. Craxi abbandonò la poltrona per molto meno.

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