Il Fatto Quotidiano

Milano: spaccio e degrado, allarme nei parchi

Decine di bivacchi di giovani migranti africani. Emergenza anche sui Navigli

- Milano » DAVIDE MILOSA

Dallo

spaccio al racket, dai rave party illegali ai bivacchi forzati dei migranti. Forme diverse di degrado e un unico comune denominato­re: i parchi di Milano. La lista è lunga, centro e periferie. Almeno 200 i luoghi (anche solo piccole aree gioco) segnalati a palazzo Marino. Dai giardini Montanelli fino al Buden Powell, area verde affacciata sulla movida dei Navigli, passando per il parco Sempione. Derive di illegalità e insicurezz­a. Allarmi rilanciati dai comitati cittadini e non sempre ascoltati dal Comune.

TRA VIA PALESTROe corso Venezia, i giardini pubblici (intitolati a Indro Montanelli) sono, oggi, ricovero estivo per giovani africani, fuggiti dalle guerre civili e arrivati in Italia a bordo dei barconi. È degrado sociale. Niente immondizia in giro. Bivacchi, spesso nascosti sotto i grandi alberi, verso la zona dell’ex zoo. Qui i migranti ci arrivano dopo essere passati per gli hub di via Sammartini ormai al collasso, dopo aver passato giornate davanti al piazzale della Stazione centrale o girovagand­o nel suk di strade dietro a corso Buenos Aires.

Mohamed viene dall’Af r ic a centrale, dorme qui su una panchina di fronte al museo di Scienze naturali. “Sono in città da un me se”, dice. Racconta del suo viaggio verso la Libia, dei capannoni dove si attende (“stipati uno sull’altro”) il via libera degli scafisti. Poi la Sicilia, infine la Lombardia, regione oggi da bollino rosso come numero di migranti accolti (14% del totale, un’enormità rispetto al 9% del Lazio). “Ora però arriva il freddo – prosegue – dovrò trovare altre soluzioni”. Residenza estiva, i giardini pubblici. Anche per Akhmed. Lui viene dal Marocco, ma a Milano ci sta da anni. Senza fissa dimora e qualche precedente per spaccio alle spalle. Si cammina per i viot- toli. Chi dorme sta qua e là. Il degrado che pur c’è, s’intravede. Difficile, in questo caso, chiederne conto solo al Comune. Pusher, sporcizia, topi anche. Fotografia impietosa, se pur parziale, per il polmone verde tra l’Arco della Pace e il Castello Sforzesco.

Qui al parco Sempione, il degrado diventa visibile. La mancanza di servizi igienici fa il resto. Acquistare droga non è complicato, soprattutt­o verso la zona della Triennale. Strada dopo strada si arriva sui navigli, zona della movida milanese per eccellenza. Il nervo scoperto sta sul braccio del Naviglio grande. L’area è quella del parco Baden Powell e della Ripa di Porta Ticinese. Qui, senza girarci tanto attorno, il tema è quello della sicurez- za. L’area, denunciano i comitati di zona, è scivolata sotto il controllo degli spacciator­i delle case occupate di via Gola e di via Picchi. Nei garage di alcuni palazzi di via Argelati si smontano e si rivendono pezzi di motorini rubati. Non solo: da mesi qui si svolgono rave party organizzat­i da alcuni collettivi studentesc­hi. Eventi a sfondo politico, come quello previsto per il prossimo 14 ottobre e che in Rete vengono descritti come “la volontà di costituire zone autonome all’interno di Milano”.

DAVANTI A TUTTO questo, il Comune continua a non rispondere. Il tema generale resta scoperto, il degrado cambia da zona a zona. La cronaca, però, aggiorna la mappa. Ieri, infatti, nel parco Nicolò Severino in via Livigno sono state arrestate tre persone per spaccio. Una di loro, fa sapere la Polizia locale, ha precedenti addirittur­a per pedofilia.

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Ansa Tra gli alberi Le forze dell’ordine controllan­o un gruppo di stranieri

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