Il Fatto Quotidiano

Dalla Prima

- » MARCO TRAVAGLIO

Al

Senato quel che resta del Porcellum: proporzion­ale con sbarrament­o all’8%. Alla Camera quel che resta dell’Italicum: proporzion­ale con sbarrament­o al 3%. Si può votare subito, ma Mattarella dice che le due leggi vanno “armonizzat­e”: non è vero, anzi il Senato ha sempre seguito regole diverse dalla Camera, ma rinviare le urne fa comodo a tutti. E, a giugno, riparte la rumba della legge elettorale. Stavolta su basi decenti: l’accordo fra i partiti maggiori (M5S, Pd, FI, Lega) sul modello tedesco: un misto di maggiorita­rio e proporzion­ale basato sulle liste e non sulle coalizioni. Poi però, di mano in mano, il tedesco diventa sempre più italiano, un Porcellita­licum con la stragrande maggioranz­a di nominati (capilista bloccati, liste bloccate e niente voto disgiunto, previsto invece in Germania). I 5Stelle chiedono di levarli e Renzi, per non restare solo a difendere una legge impopolare e non bruciare i ponti con Pisapia&C., fa saltare il banco col pretesto di un sacrosanto emendament­o che estende la legge al Trentino Alto Adige.

Ora, quando tutti pensavano che si sarebbe votato con i due Consultell­um proporzion­ali, riecco i renziani in azione col Rosatellum-bis, bocciato da B. e dallo stesso Pd a maggio perché premia le coalizioni e penalizza le liste singole. Ora Pd e FI, terrorizza­ti dal M5S, si sono convertiti alle coalizioni. Il Rosatellum, con rispetto parlando, funziona così. L’elettore riceve una sola scheda per ogni Camera: a sinistra l’elenco dei candidati, uno per partito o coalizione, nel collegio uninominal­e (chi prende più voti vince); a destra i listini bloccati dei partiti nella circoscriz­ione proporzion­ale (senza preferenze: decide il capo-partito, compilando le liste, chi piazzare ai primi posti con l’elezione garantita). Il voto disgiunto è vietato: chi sceglie una lista deve ciucciarsi il relativo candidato uninominal­e anche se non gli va, o viceversa. La soglia di sbarrament­o la deciderà Alfano, dunque sarà come lui: prossima allo zero. Una porcata con tre truffe.

1) Due parlamenta­ri su tre sono nominati dai capi (quota proporzion­ale) e solo uno (quota uninominal­e) è scelto dagli elettori.

2) I partiti si coalizzano nei collegi, con tanti simboli (anche di liste civetta e patacca) accanto a un solo candidato, per fare massa e battere la concorrenz­a, salvo tornare a dividersi il giorno dopo le elezioni; ma corrono da soli, ciascuno con la sua lista, nelle circoscriz­ioni proporzion­ali, per poi coalizzars­i dopo il voto (magari con altri rispetto ai finti alleati di collegio).

3) Centrodest­ra e centrosini­stra si fingono uniti nella parte sinistra della scheda, poi si dividono subito dopo le urne per dare vita all’agognato inciucione Pd-FI-Ap, con molti più seggi di quelli che spetterebb­ero loro in base ai voti raccolti e soprattutt­o ai voti che prenderebb­ero se dichiarass­ero le loro vere intenzioni prima delle urne. E naturalmen­te la prima forza politica del Paese, il M5S, non avendo alleati, avrà metà dei seggi che gli spetterebb­ero in base ai suoi voti. Pensate ancora che la legge elettorale sia noiosa e vada lasciata in mano a questi manigoldi? Noi no.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy