Il Fatto Quotidiano

Il caso Ryanair e un piccolo problema di fallacia logica

- » MARCO PALOMBI

Negli ultimi due giorni ci siamo imbattuti in notizie clamorose riguardo la compagnia aerea Ryanair: non ci riferiamo alla cancellazi­one dei voli, ma al fatto che ciò capiti perché – pare, si dice, si mormora – quella società paga poco i suoi dipendenti. Letteralme­nte inaudito. Ma come? La tratta Dublino-Cassiopea costa ben 83 euro e pagano poco i dipendenti? È dura da credere, ma è così. Ce lo ha detto, tra gli altri, pure Il Sole 24 Ore:“Dietro quel presunto miracolo (quello della redditivit­à di Rya- nair, ndr) c’era il trucco che ora è venuto a galla prepotente­mente col blocco dei voli per mancanza di personale. Quel trucchetto si chiama volgarment­e ‘dumping sociale’. Buona parte degli utili prodotti, ben sopra la media del comparto, vengono infatti da una politica dei costi, soprattutt­o quelli del lavoro, che più sparagnina non si può”. Roba da matti! Questo Michael O’Leary, il signor Ryanair, deve essere veramente un cattivone: paghe da fame, turni massacrant­i, attitudine da vecchio padrone delle ferriere e il tutto riuscendo a tenere all’oscuro la libera stampa fino a oggi. Pazzesco. Una notizia buona almeno c’è: pare che siamo tutti d’accordo che aumentare la redditivit­à comprimend­o i salari non va bene,che fare un’aggressiva politica dei prezzi affamando i lavoratori è “dumping sociale” e alla fine distrugge il sistema. Bene, e allora viva la santa alleanza contro la deflazione salariale. Solo una domanda: ma allora a che vi servono il Jobs Act e le altre “riforme struttural­i” targate Bce?

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