Il vero leader non c’è: Dibba e la voglia di saltare un giro
Di Battista potrebbe non candidarsi nel 2018 per essere il “capo politico” del futuro
L’idolo è quello che non c’è. Il più applaudito, a cui basta un video per fare addirittura piangere più di un attivista. Perché il trascinatore del popolo a 5Stelle era e rimane solo lui, Alessandro Di Battista, che in un filmato spiega che è rimasto a Roma perché sta nascendo suo figlio. E giura di non essersi candidato contro Di Maio “perché se sono libero da ruoli posso dare di più al Movimento”. Ma il Di Battista che riempie le piazze sta pensando seriamente di andare oltre, “di fermarsi un giro” come ha confidato negli ultimi giorni ad alcuni parlamentari. Ossia di non ricandidarsi per le prossime Politiche. Invaso, racconta, dalla voglia di dedicarsi al figlio e alla compagna, e di provare anche altri lavori. Ma con in testa anche l’idea che in un turno successivo potrebbe rientrare. Partendo sicuramente dalla primissima fila. “Magari da ottimo candidato premier” come auspica un eletto, anche se in politica gli anni possono stingere pure i volti da poster.
DI CERTOse queste primarie fossero state vere, con il deputato romano dentro la partita, per Di Maio sarebbe stata durissima. Per l’ansia di Beppe Grillo e Davide Casaleggio, che avevano puntato da tempo sul vicepresidente della Camera. E invece Di Battista ha scelto di restare fedele al patto molto politico con Di Maio. Così ecco la sfida coi fruttariani e una sola parlamentare. Mentre Di Battista a Rimini appare solo sul maxischermo, con camicia jeans e sorrisi. Il video parte con lui che quasi si giustifica: “Voglio esse- re libero, se ho fatto la scelta di non presentarmi non è per mancanza di responsabilità: candidarsi non è mica obbligatorio, obbligatorio è rimanere compatti”.
In platea diversi volti raccontano già la nostalgia, per quella candidatura non obbligata. Mentre Di Battista precisa, ancora: “Libero posso dare di più, e questa è la pura verità, altro che ticket con Di Maio”. Ecco, “Luigi”, come lo chiama lui. Di Battista invita ad appoggiarlo: “Ho fiducia in lui, dobbiamo sostenerlo perché lo attaccheranno”. Però sono diversi, il candidato premier e quello che poteva esserlo. “Io non sarò mai moderato, moderati si muore, ci vuole intransigenza” scandisce. E chissà cosa avrà pensato il Di Maio che pochi giorni fa, davanti agli imprenditori riuniti a Cernobbio, ha smussato tutto lo smussabile. D’altronde Di Battista ha anche consigli da dare. Sulla comunicazione (“Renzi non va più nominato, politicamente è morto”). E soprattutto sugli equilibri interni, visto che accenna all’esigenza di recuperare anche “quelli che stanno un po’ più indietro”. Bisogna ricucire con i parlamentari più agitati, fa capire, lui che il pontiere lo ha fatto in questi giorni, parlando a lungo con gli ortodossi. E non solo. “Ad oggi, tanti parlamentari che non si sono schierati come riferimento hanno lui” ragiona un parlamentare di rango. Perché Di Battista è anche un contrappeso, dentro il Movimento inquieto. Il deputato che settimane fa ha sdoganato la candidatura di Roberta Lombardi alla Regione Lazio ripetendo ovunque: “Roberta è bravissima”. Un segnale chiaro, pure ai piani alti, con cui Lombardi aveva litigato parecchio. Ma ora? Il Di Battista che saluta Grillo come “un patriota” giura “massimo impegno per i prossimi mesi”, quelli della campagna elettorale.
PERÒ PENSA anche ad altro. Alla compagna, e al figlio che sta arrivando, per cui si commuove nel video. Così, lo sta dicendo ai suoi colleghi più vicini: “Penso di non ricandidarmi, potrei fare anche altre cose”. Per esempio altri libri, visto che il primo, A testa in su, ha venduto tantissimo. Una prospettiva che preoccupa già i vertici. E che apre scenari a medio termine. Perché un Di Battista fermo a guardare sarebbe un’incognita. Anche e innanzitutto per il M5S, fermo alla regola dei due mandati. Il secondo Di Maio se lo giocherà ora. E la scommessa è di quelle complicate. A legislatura finita, magari anche in fretta se le elezioni non dessero un vero vincitore, il Di Battista rimasto ai box sarebbe pronto. Un Coriolano che potrebbe riprendere “a fare il culo al sistema, andando in giro con una moto”, come si è autocelebrato ieri. E a farlo lui, il discorso per Palazzo Chigi. Ora intanto c’è un altro film, quello con Di Maio candidato: anche per mancati rivali.
Sto per diventare papà e penso sempre a mio figlio: mancano poche ore alla sua nascita ecco perché non sono a Rimini L’APPARIZIONE IN VIDEO