“MARIO, SCUSACI...” IL TESORO PENITENTE
CERTO il periodo è quel che è e la verità va nascosta come si può, ma evidentemente alTesoro italiano non andava bene neanche dove l’aveva confinata. Era troppo. S’intende quel box a pagina 17 del “Piano nazionale di riforma (Pnr)”, uno dei tre pezzi del Def di aprile in cui il ministero aveva infilato “una valutazione del ‘Salva Italia’ con la nuova variante del modello Igem con frizioni finanziarie”. E che cosa di- ceva quella simulazione? In sintesi, che la manovra di Mario Monti, quella che secondo la vulgata di questi anni ci ha salvato a fine 2011, in realtà ha distrutto l’economia italiana infliggendole minor crescita per 300 miliardi dal 2012 al 2015. Che una manovra di tagli e tasse distrugga l’economia non è una notizia, lo è che il governo lo metta nero su bianco in un documento spedito a Bruxelles. Ora che l’Ue è pronta a concedere uno sconto sull’austerità che l’Italia deve ingoiare, il pericolo è passato e la verità va rimessa in custodia. E così nella nota di aggiornamento al Def approvata ieri, i tecnici del Tesoro si piegano a un grottesco mea culpa: spiegano che, in fondo in fondo, il modello non era così affinato e quindi “i risultati ottenuti non devono essere letti comeuna rivisitazione critica della manovra di finanza pubblica introdotta a fine 2011” e giù di giustificazioni. “Mario, scusaci...”.