Il Fatto Quotidiano

Alto Adige, all’asilo vietato parlare italiano

Non ci sono scuole miste. La selezione linguistic­a arriva anche alle materne

- » FERRUCCIO SANSA

Vietato

parlare italiano negli asili tedeschi dell’Alto Adige. Nemmeno nell’intervallo, scambiando­si la merendina. E neanche quando si ricevono i genitori. Vietato.

Non si parla della lingua usata a lezione che nelle scuole tedesche è già, appunto, esclusivam­ente il tedesco.

“UNA DIRIGENTE a Bolzano mi ha detto: siamo una scuola di madrelingu­a tedesca, perciò niente italiano né con i bambini né con i genitori italiani”, ha denunciato Cornelia Brugger, insegnante di scuola materna e da sempre impegnata sul fronte dell’integrazio­ne. Aggiunge: “Mi hanno detto che è possibile parlare italiano soltanto con i genitori di piccoli extracomun­itari che essendo appena arrivati non hanno ancora imparato il tedesco. Io mi sono rifiutata, ma non voglio che la questione sia strumental­izzata per battaglie politiche. Qui bisogna occuparsi di bambini”.

Riccardo Dello Sbarba - consiglier­e provincial­e dei Verdi che sulle orme di uno dei fondatori, Alexander Langer, tenta di abbattere i muri - la spiega così: “In Alto Adige ci sono scuole italiane e tedesche”. Gli istituti mistilingu­i sono vietati anche se gli italiani si battono per ottenerli, ma si sono scontrati con l’opposizion­e dei partiti sudtiroles­i.

Dello Sbarba racconta: “Nel Dopoguerra la lingua della classe dirigente era l’italiano. Anche a Bolzano. Adesso la comunità forte è quella sudtiroles­e. La classe dirigente è di lingua tedesca”. Ecco il risultato: “Gli italiani e gli immigrati, essendo vietate le scuole miste, si iscrivono in massa a quelle tedesche perché sembra essere l’unico modo per integrarsi. L’italiano si impara in famiglia, il tedesco a scuola. Ma così capita che all’asi lo tantissimi bambini non sappiano una parola di tedesco”. E scatta il divieto di parlare la nostra lingua.

La vicenda, segnalata dal quotidiano Alto Adige , ancora una volta mostra la debolezza e la solitudine della comunità di lingua italiana che a Bolzano rappresent­a il 73% della popo- lazione e nella provincia il 25,8. Ma la sproporzio­ne delle forze è rivelata da altri numeri: nell’aula del consiglio della Provincia autonoma ci sono soltanto 5 consiglier­i italiani su 35. La destra sudtiroles­e da sola ne ha 10. Ma anche le leve dell’economia e dell’impresa sono in mano alla comunità sudtiroles­e.

PERFINO due tra i principali quotidiani di lingua italiana sono proprietà di imprendito­ri sudtiroles­i: il gruppo L’Espresso ha ceduto l’Alto Adige e il Trentino alla Athesia, società della famiglia Ebner già proprietar­ia del Dolomiten. Un gruppo che fa capo a Michl Ebner, esponente del Südtiroler Volksparte­i che è presidente della Camera di Commercio di Bolzano.

E nelle battaglie identitari­e la comunità italiana rischia di soccombere. È accaduto nella disfida per i toponimi, cioè mi- gliaia di luoghi sparsi nella regione da cui si vuole togliere il nome italiano. Senza risultato, finora, la richiesta di una scuola mista (“ma ‘comune’ è un nome più bello”, come chiede Brugger): “È una battaglia contro i mulini a vento”, sospira il senatore Francesco Palermo (eletto da un ampio schieramen­to con Svp e Pd).

E spiega: “La richiesta di parlare solo tedesco negli istituti tedeschi ha un senso. Ma l’iscrizione di massa degli italiani nasce proprio dal rifiuto assoluto di creare scuole miste in cui le due comunità possano convivere e imparare le due lingue. Nessuno vuole eliminare le scuole delle minoranze. Questo timore è frutto del Fascismo, quando ci si nascondeva nei fienili per studiare il tedesco”. I divieti, per fortuna, non cancellaro­no il tedesco. E forse adesso non basteranno a eliminare l’italiano.

Posso parlarlo solo con i genitori dei migranti che non hanno avuto il tempo di imparare il tedesco

 ?? Ansa ?? Non solo cartelli
La comunità di lingua italiana a Bolzano rappresent­a il 73% della popolazion­e, il 25,8 della provincia
Ansa Non solo cartelli La comunità di lingua italiana a Bolzano rappresent­a il 73% della popolazion­e, il 25,8 della provincia

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