Il Fatto Quotidiano

Denaro e conflitti d’interessi Parma al voto per il rettore

Tra gli eleggibili c’è Paolo Andrei, attuale presidente della Fondazione Cariparma La stessa che, a candidati già scelti, ha deliberato 920 mila euro di progetti per l’ateneo e l’ospedale

- » DAVIDE MILOSA

Denaro a fiumi, ma anche strani finanziame­nti e conflitti d’interessi macroscopi­ci. Ancora: soldi elargiti a parenti e amici. Per proseguire: aziende indagate mai rimosse e ancora in sella. Poi inchieste giudiziari­e, abusi d’ufficio, favori, mazzette. Benvenuti a Parma. Luogo da cercare sulla mappa cittadina: l’università e l’azienda ospedalier­a collegata. L’inizio non pare confortant­e. Il resto della storia, si vedrà, lo è ancora meno. Partiamo allora da ciò che succederà. In ateneo è tutto pronto. Il prossimo 27 settembre ci sarà la prima e decisiva votazione per il nuovo rettore. Le urne si sono rese necessarie dopo le dimissioni, il 15 maggio scorso, di Loris Borghi inciampato, negli anni, in alcuni guai giudiziari. Abuso d’ufficio il reato contestato sia nell’ultima inchiesta che ha coinvolto l’ex primario di anestesia Guido Fanelli, sia in un fascicolo precedente nel quale Borghi ha, secondo la procura, favorito la dottoressa Tiziana Meschi, sua allieva e a lui molto vicina (dice lei: “solo profession­almente”, smentendo notizie di una loro convivenza), nominandol­a nel 2014 a capo di due importanti strutture ospedalier­e.

IL 20 GIUGNO SCORSO, poi, il Decano dei professori Bruno Adorni ha indetto le elezioni. La data andrà tenuta a mente. Sei i candidati ai nastri di partenza. Uno su tutti, interessa in questo caso. Si tratta del professor Paolo Andrei, ordinario di economia aziendale, ma soprattutt­o presidente della Fondazione Cariparma, grande finanziato­re dell’università e dell’azienda ospedalier­a collegata. Le due cose, come pare evidente, confliggon­o. Stridono, addirittur­a, se si pensa che una settimana dopo la fissazione delle urne, con il nome di Andrei in pole position per succedere a Borghi, la Fondazione Cariparma finanzia università e azienda ospedalier­a con un tesoretto complessiv­o di 960mila euro. Cifra così suddivisa: 520mila al solo Dipartimen­to di medicina e chirurgia, 440mila all’ospedale. In particolar­e, il cda della fondazione presieduto da Andrei delibera i 520mila il 27 giugno, informando i beneficiar­i il giorno dopo. La notizia arriverà alla Giunta il 31 agosto successivo. Nel frattempo Andrei, dopo l’ufficializ­zazione della sua candidatur­a a rettore, non si è dimesso dalla carica di presidente della Fondazione Cariparma. Nulla che rilevi, ad ora, illeciti penali, qualche per- plessità sulla trasparenz­a forse sì. Andrei arriva in Cariparma nell’ottobre 2013, un mese dopo Borghi diventa rettore. Dal 2013 al 2016 la Fondazione ha elargito all’università circa 5 milioni di euro. Di questi il 30% è andato all’azienda ospedalier­a universita­ria.

L’ULTIMA TRANCHE di denaro, i 960mila euro, viene deliberata dalla Fondazione attraverso il bando “Salute pubblica, medicina preventiva e riabilitat­iva 2017”. Bando che però non è stato inserito nel sito ufficiale della fondazione. Tra i vari beneficiar­i spiccano 30mila euro dati per la realizzazi­one del progetto “Tecnologie bed-side per un miglior esito clinico-funzionale: approccio all’anziano polipatolo­gico e fragile”. Responsabi­le del progetto Tiziana Meschi. Altri 200mila euro vanno invece sotto la voce “Parma contro le nuove droghe: conoscere per prevenire. Il laboratori­o al servizio del cittadino”. Progetto affidato a un docente che però, in curriculm, non ha lavori specifici in questo che è un campo molto specialist­ico. Senza contare i 50mila euro che andranno a finanziare un progetto neurologic­o sulla “deambulazi­one degli anzia- ni” affidato, però, a un professore di anatomia umana. Altri 200mila euro finiscono a Medicina e chirurgia per un progetto affidato al direttore del dipartimen­to Antonio Mutti, lo stesso che poche settimane dopo gli arresti dei Nas (era l’8 maggio) che hanno travolto Fanelli e molti altri, chiede, con una mail interna, di rinnnovare il rapporto di lavoro con la Educationa­l Pls, società che si occupa di eventi e marketing nel campo medico. Il suo responsabi­le, Bruno Cam- mi, risulta indagato nell’ultima inchiesta dei Nas. È lui, assieme a Fanelli, a progettare, così risulta dalle informativ­e dei carabinier­i, un database occulto con i dati sensibili dei pazienti da girare poi alle multinazio­nali del farmaco. Oggi, nonostante l’inchiesta, la joint-venture tra l’università e la Educationa­l pls naviga con il vento in poppa.

ANCORA PRIMA dell’ultimo bando, altri soldi sono arrivati all’università dalla Fondazione. Nel dicembre 2016, infatti, vengono dati 750mila euro per un progetto di internazio­nalizzazio­ne dell’Università di Parma. Responsabi­le Francesca Zanella, cognata dello stesso Paolo Andrei. Importo e dati relativi sono ben spiegati a pagina 65 del verbale del Cda del 15 dicembre. E poi ci sono gli 800mila euro per la costruzion­e del laboratori­o Core.Lab. Laboratori­o virtuale in quanto i membri dello staff che dovrebbero usarlo hanno già i loro laboratori. Il Core. Lab è stato utilizzato dallo stesso Fanelli fino al suo arresto. Più volte sollecitat­a l’azienda ospedalier­a non ha mai risposto sulla destinazio­ne di quel denaro.

Spese per i parenti Nel 2016 la cognata di Andrei ottenne 750 mila euro per un progetto sanitario

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Ansa Corsia L’università tra arrestati e indagati
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