Il Fatto Quotidiano

Un taxi chiamato petizione: bocciato il servizio Uber rivolta popolare sul web

Londra, raccolte 550 mila firme per evitare che la compagnia Usa lasci la capitale

- » SABRINA PROVENZANI

L’affareUber si complica, perché i londinesi non ci stanno. Più di 550 mila hanno firmato la petizione online lanciata - attenzione - proprio dalla società di San Francisco: è la più popolare dell'anno.

Venerdì la società dei Trasporti londinesi ha deciso di non rinnovare la licenza quinquenna­le a Uber, che quindi dovrebbe fermare le corse già il 30 settembre. Scelta acclamata dai rappresent­anti dei tassisti e difesa anche dal sindaco Sadiq Khan, che su questo si è esposto pubblicame­nte dichiarand­o di essere per l'innovazion­e, purché rispetti le regole e salvaguard­i i clienti. Per TFL, invece “l’approccio e la condotta di Uber dimostrano una mancanza di responsabi­lità d’impresa in relazione a diverse questioni, con potenziali conseguenz­e sulla sicurezza e incolumità del pubblico.

SOTTO ACCUSAle modalità di selezione degli autisti e la mancata denuncia di presunti assalti e stupri commessi da alcuni di loro. E l'abuso di Greyball, un software nato per rifiutare le chiamate di clienti molesti ma che ora sarebbe utilizzato per impedire i controlli. Materiale per i tribunali: Uber ha fatto appello e potrà comunque restare attiva fino a sentenza. Potrebbero volerci mesi. Nel frattempo sfrutta la sua indubbia popolarità: in questi cinque anni, i clienti londinesi dei suoi 40 mila autisti sarebbero arrivati a 3.5 milioni (fonte Uber). E il management della app si appella a questo popolo con toni da scontro di valori.

A partire dal titolo della petizione, Save your Uber:

“Questa decisione mostra al mondo che Londra è ben lontana dall'essere aperta: al contrario è chiusa alle so- cietà innovative, che garantisco­no libertà di scelta ai consumator­i e opportunit­à di lavoro a chi ne ha bisogno”.

Modernità contro oscurantis­mo? O spregiudic­atezza contro regole? In attesa del giudice, mezzo milione di londinesi si è espresso: non vuole rinunciare ad un servizio più economico dei

black cab e più comodo del trasporto pubblico.

Sadiq Khan non ha dubbi: mi dispiace per i disagi a clienti e autisti, ma prendeteve­la con le pratiche della compagnia. Ma è la prima rogna vera per un sindaco finora sempre in sintonia con i suoi cittadini.

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Ansa La sfida Uber contro cab

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