Il tradizionale promemoria per il Tesoro: non è espansiva!
Non è espansiva. Giurin giurello: non è espansiva. Davvero, non è una questione di opinioni, non è una notizia esclusiva, non è un’ardita interpretazione dei numeri: è proprio che non è espansiva. E invece come succede ormai un paio di volte l’anno – cioè quando ad aprile arriva il quadro dei conti pubblici nel Def e poi nella Nota di aggiornamento di settembre – si compie ancora il mistero gaudioso: il governo fa scendere il deficit pubblico e questa operazione magicamente produce un effetto espan- sivo sull’economia. È la sottrazione che aggiunge, il digiuno che ingrassa, l’immacolata concezione del Pil. E, infatti, rieccoli: “Grazie al costante confronto con gli interlocutori della Commissione europea, l’Italia oggi può, ancora una volta, adottare una manovra per il prossimo anno con caratteri espansivi”, si legge nel comunicato del governo. Sui giornali di oggi, non c’è neanche da scommettere, ci racconteranno la manovra espansiva prossima ventura. Come sia possibile far scendere l’indebitamen- to netto dello Stato (stavolta di mezzo punto, dal 2,1% all’1,6) e fare politica espansiva non è chiaro, però al Tesoro e sulla stampa lo fanno succedere più volte l’anno. Noi, a guardare tutta quest’espansione che si contrae, tipo buco nero, una volta ci siamo fatti prendere dal dubbio: ma se quando riduci il deficit è una manovra espansiva, quand’è che si dice austerità? È stata la debolezza di un momento: sul serio, gentili amici del Tesoro, non è espansiva. Smettete di dirlo, che i giornalisti poi vi credono.