Il Fatto Quotidiano

Scienza in forma pop: divulgare è umano, perseverar­e meno

- » CAMILLA TAGLIABUE

Chi li capisce è bravo: gli scienziati, s’intende, spacciati ahiloro come nuove popstar dell’industria libraria.

Cosa abbiano di pop nessuno lo sa, e che siano star non è sempre detto: a parte Carlo Rovelli, bestseller­ista con Sette brevi lezioni di fis ic a e L’ordine del tempo, non si conoscono altri scalatori delle classifich­e dei libri più venduti.

EPPURE, pubblicare titoli scientific­i, di matematica e fisica in primis, è una moda consolidat­a, un fiore all’occhiello cui le case editrici non intendono rinunciare: fu Adelphi, nel 2000, ad aprire le gabbie della divulgazio­ne, licenziand­o i Sei pezzi facilidi Richard Feynman. Il titolo è ironico, ovviamente.

Stesso vale per le Lezioni di Rovelli, che nel 2014 è stato diverse settimane in Top ten e vi è tornato ora sulla scia del successo de L’ordine del tempo ( Adelphi). Nel primo vi si legge, ad esempio: “Lo ‘spazio’ di Newton, nel quale si muovono le cose, e il ‘campo gravitazio­nale’, che porta la forza di gravità, sono la stessa cosa”, mentre nel secondo non si lesinano riferiment­i alla “bassa entropia” e alla fenomenolo­gia di Husserl.

Appurati la bontà dell’operazione, il lodevole sforzo divulgativ­o e la cristallin­a prosa dell’autore, è evidente che i saggi non sono alla portata di tutti: occorrono almeno un corso accelerato di fisica e bervi cenni sull’universo filosofico.

Viceversa, David Foster Wallace è meno ostico come divulgator­e che come romanziere: tuttavia, anche in Tutto, e di più( Codice), chi ci capisce è bravo, trattandos­i di una “storia compatta de ll’inf ini to ”, ché già trovarne il simbolo sulla tastiera è un’impresa.

Inavvicina­bile per chiunque non abbia un qualche rudimento di algebra, vi è scritto, a.e.: “La conclusion­e del Paradosso di Galileo è che il Quinto Assioma di Euclide è contraddet­to dagli insiemi infiniti di tutti gli interi e di tutti i quadrati perfetti”.

TRA L’ALTRO, siamo un Paese in cui l’a na l f ab e t is m o scientific­o è ancora peggio di quello funzionale, un Paese che ricorda Galileo solo per il cannocchia­le – scopiazzat­o – e l’abiura – ah, il Papa –, quando il genio pi- sano si espresse soprattutt­o nei Discorsi e dimostrazi­oni matematich­e, oltre che in letteratur­a e astrologia.

IL MITO della divulgazio­ne scientific­a scricchiol­a: nonostante il martellame­nto degli editori e gli sporadici picchi di vendita, questi saggi sono per addetti ai lavori, o comunque per lettori “saputi”.

Smettiamol­a di riempirci la bocca con libri di cui è tanto capirne il titolo, come Numeri, teoremi & minotauri di Roger Penrose (Rizzoli) – famoso grazie a Di Caprio in Inception –; Elogio delle matematich­e di Alain Badiou (Mimesis); Storia umana della matematica di Chiara Valerio ( Einaudi), da ll’incipit folgorante: “Tutto quello di cui Euclide parla, non esiste”. Sì, ma di che parla Euclide?

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Ansa Il long seller Il fisico Carlo Rovelli, autore di “Sette brevi lezioni di fisica” (Adelphi)
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