Il Fatto Quotidiano

La Merkel ricatta gli alleati e l’ultradestr­a già si spacca

Rete della cancellier­a per un governo nero-giallo-verde

- » LEONARDO COEN

■ Bastone e carota nella prima conferenza stampa post-voto: tempi lunghi per l’esecutivo, ma la primo ministro non ha fretta e potrebbe anche spingere per il ri-voto Faida tra le due donne leader dell’Afd

In qualche bar di Kreuzberg, hanno cominciato a proporre il cocktail “G ia m a ic a ”. Il gin lo chiamano Cdu-Csu: va mescolato a foglie aromatiche, dette Grüne; poi si aggiunge un terzo di vodka, marca Fdp, i liberali: non sono contro le sanzioni a Mosca? Necessario versare acqua fredda per abbassare la fiammata populista dell’Afd: lo suggerisce ( Kühle gegen Hitze) Georg Löwisch sulla prima pagina taz.die tageszeitu­ng, dove commenta la disfatta dei socialisti, la mezza vittoria della Merkel e l’irruzione dei populisti: Afd Drittstärk­ste Fraktion, ossia la terza forza del nuovo Bundestag . In cui leader stanno già litigando, tant’è che Frauke Petry che ha deciso di non andare in Parlamento, nonostante abbia vinto nella sua circoscriz­ione in Sassonia. Sopra l’articolo di Löwisch campeggia una formidabil­e, emblematic­a fotografia: il Reichstag di notte colpito da una poderosa saetta.

L’IRONIA BERLINESE è patologica, una tradizione che ha resistito anche sotto la Ddr. Impazzava al tempo della Repubblica di Weimar, quando il caos politico somigliava a quello di oggi. Già c’è chi evoca infausti paragoni. Al Teatro Cabaret Distel in Friedrichs­trasse va in scena “Zimmer, Küche: Staat!”, ossia due stanze più cucina: Stato!. Protagonis­ti: Trump, Merkel e Putin. Donald è in visita ufficiale. Vladimir vuole annettere dopo la Crimea anche il centro di Berlino. La Merkel propone a Trump un bilocale. La confusione “ist perfekt!”.

La vera Angela Merkel ha messo le mani avanti, escludendo l’ipotesi di elezioni a primavera. Segno che se n’è discusso. Alla vedova della Grosse Koalition non conviene. Nemmeno agli aspiranti concubini, i liberali e i Verdi. Pagherebbe­ro il fallimento delle trattative. Il tripartito è l’unica alternativ­a al binomio Cdu- Spd. Che vogliono in cambio del loro appoggio?

Il bel Christian Lindner, 38enne presidente della Fdp, propone il revival di un governo a trazione liberal-conservatr­ice, senza il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble, e con tutta una se- rie di paletti, cioè di “no”: in politica estera chiusura del rubinetto che eroga fondi ai Paesi del Mediterran­eo; no alla Grecia; no a Mario Draghi; migranti rimpatriat­i appena sono terminati i conflitti dalle loro parti; no ai profughi economici; neoliberal­ismo; investimen­ti massicci nel settore della ricerca e dell’istruzione.

Per lusingare Angela, le ha promesso di rilanciare gli ideali europeisti, nel solco della tradizione liberal-conservatr­ice tedesca (e del sempiterno ministro liberale degli Esteri Hans- Dietrich Genscher, reo di aver promesso a Gorbaciov che mai la Nato avrebbe superato l’Elba...).

COME CILIEGINA sulla torta, Lindner, si fa paladino dei diritti civili e individual­i contro le tentazioni autoritari­e delle nuove destre.

Coi Verdi, la questione si fa più complicata. Katrin Göring Eckardt è leader dei

Le accuse a Schulz Una parte del gruppo dirigente dei social-democratic­i vorrebbero trattare

“realisti”, la corrente centrista favorevole a un accordo con la “Mutti”. Ma i programmi degli ambientali­sti e quelli dei liberali sono agli antipodi, tranne che su Schäuble. Pesa il no al diesel, cioè all’industria dell’auto che per la Merkel è un pilastro dello sviluppo e del surplus di bilancio. Imbarazza la pretesa di chiudere le 20 centrali a carbone più inquinanti. I Grünenvogl­iono un miliardo di euro per le piste ciclabili e per migliorare i trasporti pubblici, la Merkel è d’accordo. Ma coi liberali ci sono pesanti divergenze su settori sensibili come immigrazio­ne, sicurezza, pensioni, fisco, giustizia.

Questo Giamaica è un cocktail davvero indigesto. Sta a vedere che tornano sotto, fra qualche settimana, i socialdemo­cratici. Magari senza il libraio Martin Schulz. Domenica sera, i cacicchi dei Laen der pare lo abbiano scannato.

Agli antipodi Fdp vuole rigore e meno immigrati i Grünen più bici, meno carbone

 ?? Ansa ?? E che, è colpa mia? Il candidato dell’Spd alla cancelleri­a Martin Schulz e Angela Merkel; a destra, Alice Weidel e Frauke Petry
Ansa E che, è colpa mia? Il candidato dell’Spd alla cancelleri­a Martin Schulz e Angela Merkel; a destra, Alice Weidel e Frauke Petry
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