L’applausometro grillino: Dibba-Raggi su, gli altri giù
Non proprio una festa. Tra flop dei votanti alle primarie e scontri interni, Italia5Stelle, la tre giorni del Movimento a Rimini, è stata una seduta psicanalitica di gruppo. Tutti sul lettino, sotto gli occhi di attivisti e stampa. E a occhio urge terapia lunga. Nell’attesa di Freud, ecco le pagelle dei protagonisti: un po’ serie un po’ no.
BEPPE GRILLOOrmai ha 69 primavere, ma a Rimini saltava di gioia. Troppo grande il sollievo per essersi liberato della carica di capo e quindi delle grane annesse, a partire dalla sfilza di ricorsi che gli toglievano il sonno. Però ha pure insultato senza sosta la stampa, anche per provare a coprire gli scontri interni. Ma tanto il suo scopo l’ha già raggiunto. Voto 6,5 Libero LUIGI DI MAIO Ha vinto una partita che non esisteva e dalla festa è uscito con un sorriso forzato: stretto tra il Fico che rifiutava palchi e gli applausi freddi della platea, delusa anche dai 37 mila votanti per le primarie. Per giunta, con tanta nostalgia di Di Battista. Nel (fiacco) discorso della vittoria ha pure avuto intoppi tecnici. Almeno ha limitato i danni schivando le polemiche, con buon autocontrollo. Però la corona appena presa pesa già un quintale. Voto 5 Affaticato ROBERTO FICOAlla fine la scena se l’è presa l’antagonista che non ha corso, un po’ per principio un po’ per calcolo (meglio non contarsi). Escluso dal palco, poi l’ha rifiutato lui, più volte. Dopo aver esasperato i vertici coi suoi silenzi, ha seminato dardi contro il candidato Di Maio “che non può essere pure capo”, per poi sminuire ore dopo. Roba da guerriglia. Ora però, eresia, gli ortodossi gli chiedono di fare il capocorrente. Proprio a lui, che le correnti voleva disintegrarle. Voto 6 Nel guado ALESSANDRO DI BATTISTALa forza dell’assenza. Rimasto a Roma per la nascita del figlio, ha seminato ovazioni e pure lacrimuccie con il suo video girato sul telefonino. Assicurando impegno ma pure ricordando che lui moderato non è e mai lo sarà (frecciatina al candidato), e autocelebrandosi (“ho fatto il culo al sistema in moto”). Il trascinatore rimane il deputato romano, rimasto a guardare nella sfida tra Di Maio e Fico. Adesso però pensa seriamente di fermarsi un giro per fare il papà e scrivere libri. E poi magari ritornare da leader. Voto 7,5 Star DAVIDE CASALEGGIO Sempre attento a non dire, questa volta ha lanciato addirittura un appello all’unità, “perché dobbiamo aiutare tutti Di Maio come volontari ignoti”. Ma è stato più un segnale necessario (a Fico) che verve improvvisa. Per il resto, il flop di votanti sulla piattaforma Rousseau ricade innanzitutto su di lui, il motore operativo. Si è notato soprattutto dietro il palco, quando si è salutato con Fico. La sua presenza è stata come il suo tono di voce, appena percepibile. Voto 5- Senza numeri VIRGINIA RAGGI Per la sindaca di Roma Italia5Stelle è meglio delle vitamine. Reduce da infiniti guai e autogol, a Rimini ha trovato una folla osannante. Non come a Palermo, dove l’a nn o scorso fu delirio, ma il clima era quello, con cori, selfie e bacetti. Perché per il popolo a 5Stelle “Virginia” va sempre difesa, a prescindere. Buon per lei, sempre a suo agio con folle e telecamere. Visto che c’era, ha attaccato la stampa che non racconta quanto fa di buono. Voto 6,5 Sul velluto CHIARA APPENDINO Affabile e tetragona, la sindaca di Torino ha difeso la doppia investitura di Di Maio (“un passaggio naturale”) e difeso tutto il difendibile (“Polemiche sulle regole? Le fecero anche quando mi elessero”). Maglietta con fiocco e passo marziale, è il M5S che governa e che non discute. Militare. Voto 7 Sergente ELENA FATTORI Unica parlamentare candidatasi alle primarie, la senatrice ha dovuto subire l’ironia salace di diversi colleghi, prima e dopo la votazione. Domenica, a festa appena finita, ha ringhiato sulla agenzie contro l’ormai ex avversario Di Maio: “Il candidato premier non può dettare la linea politica”. Un urlo nel buio. Voto 4 Fuori contesto NICOLA MORRA Tra citazioni di Socrate e frecciate a Di Maio calcolate col bilancino, il senatore è stato la voce del fronte ortodosso, Fico a parte. In pratica, ha spiegato la linea degli insorti guarnendola (ed edulcorandola) con parabole ed esempi, prendendosi pure tanti abbracci. L’aver letto libri torna utile. Voto 7 Tattico GIANMARCO NOVI L’ex consigliere a Monza, fruttariano, è stato certamente il più mediatico tra i carneadi che hanno sfidato Di Maio. A Rimini ha confessato di aver votato se stesso, perché non si mai. L’hanno visto con meloni e affini, lui che considera l’anguria “un viagra naturale”.