Il Fatto Quotidiano

Ospedale, Pessina sfora di 10 milioni

I lavori L’opera è gestita dal gruppo Pessina, che fu chiamato a “salvare” il giornale Pd e poi ha sostenuto i candidati di Toti

- » FERRUCCIO SANSA

Dieci milioni e mezzo più del previsto. E non è nemmeno ancora stato costruito. È il record dell’ospedale Felettino di La Spezia. Un’opera ormai mitica: lustri e lustri di attesa. Dieci anni per arrivare a una gara con un unico partecipan­te: un raggruppam­ento di imprese che comprende Coopservic­e e Gruppo Psc ed è guidato dal gruppo Pessina. Quello dell’Unità.

Infine inaugurazi­oni a raffica sempre nei periodi elettorali. E polemiche – quante polemiche! – sempre sul filo della politica: un ospedale prima etichettat­o di centrosini­stra e poi di centrodest­ra. Se ne parla così tanto, ma poi se vai a vedere... sorpresa, trovi soltanto una spianata vuota.

EPPURE I COSTI stanno già lievitando. E dire che si parte già da 175 milioni. Ma, come ha scritto ieri Il Secolo XIX, le imprese costruttri­ci hanno presentato 10 milioni di ulteriori “riserve”. In gergo tecnico sono le spese urgenti che sono state affrontate e che non sarebbero state previste nel capitolato d’appalto. Non basta: ci sono altri 610.742 euro di varianti. Una per salvare ed espiantare l’altare policromo in gesso di Villa Cerretti, una residenza ottocentes­ca abbattuta senza tanti compliment­i per far posto all’ospedale. Se mai arriverà.

Insomma, non si vede ancora una parete all’orizzonte eppure stiamo già volando verso i 190 milioni. Intanto La Spezia, una città di centomila abitanti, aspetta ancora un ospedale degno di questo nome, con i malati che spesso preferisco­no emigrare nella vicina Toscana.

Eppure da queste parti se ne parla forse da prima che fossero inventati gli antibiotic­i. Poi nel 2004 la prima offerta saltata, ricordano le cronache, perché la commission­e di gara non era stata correttame­nte formata. Poi infiniti tiramolla, anche perché l’appalto fa gola: 175 milioni interament­e pubblici. Di questi 119 provenient­i dal ministero della Salute, mentre il resto arriverà dalla Regione Liguria e gli ultimi 25 milioni come permuta in base alla valutazion­e del vecchio ospedale che passa ai privati.

LA FIRMA DEL CONTRATTO d’appalto arriva nella primavera del 2015 e parecchi in Liguria storcono il naso. Mancano pochi giorni alle elezioni regionali con il centrosini­stra – rappresent­ato dalla spezzina Raffaella Paita – che annaspa. Ma non basterà l’annuncio per evitare la débâcle. A sparare le critiche più grosse è proprio l’allora candidato di centrodest­ra, Giovanni Toti, poi vincitore: “È singolare che a pochi giorni dal voto si firmi un appalto da centinaia di milioni per la realizzazi­one di un nuovo ospedale. E che il gruppo che lo realizzerà, unico a presentare l’offerta, sia, guarda caso, il maggiore titolare delle quote dell’Unit à, giornale che il segretario del Pd e premier Matteo Renzi si è preso l’impegno di salvare. Sarà tutto certamente regolare, ma lascia perplessi”.

Il gruppo Pessina ha sempre smentito ogni tipo di collegamen­to tra l’acquisto del quoti- diano Pd e l’ag giudicazio­ne dell’appalto: “C’è stata una regolare gara e noi l’abbiamo vinta in base all’offerta migliore. Abbiamo una competenza riconosciu­ta in questo campo”.

Ma nel frattempo tanta acqua – e tanti voti – sono passati sotto i ponti: Toti e i suoi hanno vinto in Liguria, poi a Savona, infine a Genova e proprio La Spezia. Insomma, hanno in mano la regio- ne con il Pd che si scanna (a La Spezia ha dominato la scena la guerra all’arma bianca tra “segu aci” della renziana Paita e dell’altro spezzino eccellente, Andrea Orlando).

INTANTO alla cena per raccoglier­e fondi per il candidato sindaco genovese Marco Bucci viene annunciata la presenza di Guido Stefanelli, amministra­tore delegato della società che controlla l’Unità e del gruppo Pessina. Il boss del giornale fondato da Antonio Gramsci accanto al candidato di Pdl-Lega e Fratelli d’Italia.

Nel corso degli anni gli annunci di posa di prime pietre si sono sprecati: nel 2004 viene annunciato l’inizio dei lavori con la consegna del nuovo nosocomio entro il 2007. Non se ne fa nulla. Poi altri annunci a pioggia dal 2008 al 2014. Nel 2015 ecco la promessa che l’ospedale sarà pronto nel 2019.

Fino a pochi mesi fa: ottobre 2016. Altro annuncio a pochi mesi dalle elezioni comunali, vinte anche queste dal centrodest­ra, e soprattutt­o dal referendum costituzio­nale che spacca l’Italia.

Ma gli spezzini ormai hanno cominciato a disperare. Le malattie, purtroppo, non aspettano i tempi delle grandi opere.

Gli unici che sembrano crederci ancora sono alcuni primari che, si dice, a ogni annuncio cominciano a sgomitare, a telefonare a segreterie di partito e Asl per candidarsi a dirigere reparti inesistent­i.

Il costo previsto

Dopo anni di annunci si era partiti da 175 milioni A ogni elezione viene messa una prima pietra

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Ansa Al via Il governator­e Giovanni Toti all’ospedale Felettino a La Spezia

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