Record negativo: mai così poco Pil per la Sanità
Nel 2019 la spesa per il servizio sanitario sarà sotto il 6,5% del Pil, il minimo secondo l’Oms. La fondazione Gimbe: “Livelli allarmanti”
Non
ci sarà nessuna inversione di tendenza nelle risorse destinate alla sanità nel prossimo triennio. Nell’aggiornamento al Documento di economia e finanza appena approvato, il governo ha previsto che la spesa per il Servizio sanitario nazionale si ridurrà dal 6,6% del Pil del 2017 (era del 6,7% nel Def di aprile) al 6,4% nel 2019, per poi precipitare al 6,3% nel 2020.
“Si tratta di percentuali mai raggiunte in passato”, ha denunciato ieri la Fondazione
Gimbe che studia la sostenibilità del Ssn. “Scenderemo ben oltre la temuta soglia di allarme del 6,5% fissata dall'Organizzaione mondiale della sanità, sotto la quale, oltre la qualità dell'assistenza e l'accesso alle cure, si riduce anche l'aspettativa di vita delle persone”.
Il diritto alla salute, di cui parla l’articolo 32 della Costituzione, è schiacciato dal “definanziamento” del Ssn che va avanti da oltre un lustro. Nei numeri assoluti, il Fondo nazionale sale di poco, passerà dai 113 miliardi di quest’anno, ai 114 del 2018 ai 115 del 2019, ma è bene spiegare una cosa: la spesa sanitaria aumenta del 2% l’anno solo per il rincaro dei prezzi di medicinali e tecnologie, come ha chiarito anche la Camera in un’indagine conoscitiva sul Ssn. Aumentarla di poco o stabilizzarla equivale a tagliarla. A fronte di un Pil nominale che crescerà in media del 3% nel 2017-2020, le risorse per il comparto sanitario aumenteranno dell’1,3%: non è sufficiente a coprire nemmeno l’aumento dei prezzi. Se questo fosse successo negli ultimi cinque anni, oggi la spesa sanitaria non sarebbe ai livelli del 2010 ma vi- cina ai 130 miliardi, circa 16 in meno di quelli previsti il prossimo anno.
L’ORIGINEdi questo scenario è nella stretta fiscale avviata dal 2010 ai bilanci regionali, su cui la sanità pesa per l’80%. Secondo la Corte dei conti, nel 2010-2014 si sono abbattuti
14,5 miliardi di tagli al finanziamento del fabbisogno di spesa a carico dello Stato, altri 10,5 nel 2015-2018. Il Fondo nazionale aumenta di poco, ma molto meno di quanto programmato. Basta vedere quanto accaduto nel 2016: nel 2013 l’esecutivo Letta promise che le risorse sarebbero ammontate a 117 miliardi, due anni dopo il governo Renzi si impegnò per 113 miliardi, ma nella manovra d’autunno li ridusse a 111, uno in più del 2015 ma due in meno del previsto: un taglio mascherato da aumento. Quest’anno salirà a 113, due miliardi in più, che però, spiega
Mai così in basso
La Corte dei conti: 25 miliardi di tagli dal 2010, mentre la spesa privata è cresciuta di 10
Gimbe, “sono solo un anticipo di cassa”, visto che nel 2018-2019 il fondo si ridurrà proprio di 2 miliardi. Secondo l’intesa Stato-Regioni del febbraio 2016, il fondo nazionale si ridurrà di 3,5 miliardi nel 2017 e di 5 nel 2018.
Negli ultimi 5 anni la spesa sanitaria italiana è aumentata del 2,9% contro il 20% della media Ocse (peggio di noi solo Portogallo, Spagna e Grecia). Non è un caso che, nel frattempo, la spesa sanitaria privata sia esplosa dai 25 miliardi del 2007 ai 35 miliardi del 2015.