Tra i dubbi di B. e la prudenza di Renzi: il voto tedesco si porta via il Rosatellum?
Il Cavaliere sempre meno convinto di dover far da argine al populismo
Questione di argine. A ciascuno il suo. Per l’ho use organdel Pd, il telematico Democratica, “L’argine” vergato a caratteri cubitali è il popolo del Pd accorso per sentire Renzi domenica scorsa alla chiusura della festa nazionale dell’Unità di Imola. Per il Giornale berlusconiano è invece l’ex Cavaliere che si prepara a fare da “a rg in e” all’ondata populista annunciata dal voto teutonico.
Dunque, una profonda sintonia tra B. e Renzi nel segno dell’argine. E che può portare a un primo paradosso italiano. Nel senso che la tempesta tedesca può seppellire, da noi, la proposta del Rosatellum e non le larghe intese. Anzi, è proprio per non far spirare le speranze di inciucio renzusconiano che il Rosatellum potrebbe affondare nelle trappole parlamentari delle rispettive convenienze.
È un dato politico ancor prima che numerico, legato alle possibili simulazioni sul sistema di voto che dovrebbe rimpiazzare le leggi elettorali riformate dalla Corte co stit uzi onal e.
Così al contrario di quel che va dicendo lo stesso Rosato, autore della proposta, e cioè che il “Rosatellum” verrà approvato al 99,9 per cento nella prima decade di ottobre, al contrario - dicevamo - la sensazione è che si vada nella direzione opposta.
Un altro indizio forte arriva dalla residenza b er lu sc on ia na di Arcore. Lì, B. ha consegnato al suo nuovo cerchio magico giudizi forti e tran- chant sul weekend fascioleghista della festa di Atreju, organizzata dai Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. All’ex Cavaliere non è andata giù l’immagine di una destra sovranista che rivendica il primato di un’eventuale coalizione. Con l’aggravante di vedere l’ex prediletto Giovanni Toti (e pure Paolo Romani) accanto a Meloni e soprattutto a Matteo Salvini.
COME se non bastasse si sono poi aggiunti i risultati di domenica scorsa in Germania. Per tutta risposta, Berlusconi ha accentuato il suo ritrovato profilo popolare e merkelia- no, in linea con il comizio moderato del suo gran ritorno del 17 settembre scorso a Fiuggi. Non a caso, alla vigilia del suo ottantunesimo compleanno, che cade venerdì 29, B. incontrerà a Roma il francese Joseph Daul, presidente del Ppe, il Partito popolare europeo.
Tra i popolari e gli azzurri di Forza Italia è ormai scoppiato un amore forte. Sempre a Fiuggi, lo spagnolo Antonio Lopez-Isturiz White ha augurato pubblicamente a B. di diventare “il prossimo primo ministro italiano”. E la sera precedente, nella suite dell’ex Cavaliere, si era tenuto un vertice tra lui, Lopez-I-
Larghe intese Proprio per non impedire l’inciucio renzusconiano si affosserà la proposta di legge
sturiz White e Antonio Tajani, il presidente del Parlamento europeo che potrebbe diventare il candidato premier forzista qualora B. dovesse rimanere incandidabile. Lo stesso Tajani ieri è stato protagonista di un duetto con Salvini che dà la misura della distanza tra le due destre italiane. A Tajani che ha definito l’Afd un partito “anti-italiano e anti-mediterraneo”, Salvini ha ribattuto da vero leghista che va subito al sodo: “Tajani, la mattina si beva il caffè, liscio magari doppio, ma non corretto”.
La somma di tutti questi dettagli potrebbe essere appunto il rifiuto berlusconiano del Rosatellum. Un sistema che darebbe sì una manciata di seggi in più al centrodestra unito ma a quale prezzo?
I timori e le perplessità sono tante, tipo la “salvinizzazione” al Nord della coalizione con almeno cento seggi alla Lega cui corrisponde, al contrario, la penalizzazione al Sud del bacino azzurro.
Adesso però il nodo è soprattutto politico. L’obiettivo di fare da “argine” al populismo mal si concilia con un sistema che prevede comunque una coalizione elettorale. Ad Arcore è tornata in auge la tentazione di far naufragare il Rosatellum, come già chiesto da una colomba moderata del calibro di Gianni Letta. Nei prossimi giorni B. si vedrà pure coi capigruppo per aggiornare il quadro della situazione. Dopo il voto tedesco, la partita è chiusa, forse.