Il Fatto Quotidiano

Tra pallottole, accuse di truffa e manette, può nascere il Rijeka

La squadra che giovedì affronterà i rossoneri in Europa League è uno degli esempi virtuosi in Croazia

- » DAVIDE ZANELLI

Il Rijeka, avversario del Milan in Europa League, è uno dei tanti ponti tra la città di Fiume e l’Italia. Erede della Fiumana, squadra in cui sbocciò il talento di Ezio Loik, è proprietà dell’i mprenditor­e italiano Gabriele Volpi, che ne ha rilevato il 70% delle quote nel 2012. Volpi, 74 anni, il cui patrimonio sembra si aggiri attorno ai tre miliardi di euro, deve la sua fortuna alla Nigeria, dove dal 1981 ha legato la sua figura all’estrazione del petrolio. È pure a capo di un gruppo che gestisce finanziari­e con sedi in paradisi fiscali e, dopo aver fatto le sue fortune fuori dall’Europa, ha investito parte delle sue ricchezze negli affari italiani acquisendo azioni di Carige e Eataly. È amico di Leo Messi: lo ha ospitato sul suo yacht nel Golfo di Napoli nel 2014 e lo ha poi fatto diventare ufficialme­nte ti- foso della Pro Recco con la tessera 1010. Attraverso una delle sue società, il trust olandese Stichting Social Sport, Volpi detiene le quote dei suoi club, Pro Recco (80%), Spezia Calcio (100%) e Rijeka (70%), che ha rilevato quando navigava in tormentate difficoltà economiche.

QUANDO ne è diventato proprietar­io, ha affidato la presidenza a Damir Miškovic. Miškovic, che nel 2016 è diventato console onorario croato in Nigeria, ha anche gestito il Football College Abuja, accademia creata nella capitale nigeriana con l’obiettivo di costruire talenti: due esempi sono Umar Sadiq e Abdullahi Nura, oggi di proprietà della Roma, ma arrivati dopo una passaggio allo Spezia.

Miškovic sostiene che i rapporti con Volpi siano ottimi. Ma sembra ci sia una crescente distanza con la Social Sport, che ormai non versa più nelle casse del club gli 1,8 milioni annui pattuiti al momento del passaggio di proprietà. Inoltre si dice che Vol- pi, assente dalla città dal marzo 2015, si sia disinteres­sato alle sorti della squadra. Restano in ogni caso i grandi investimen­ti fatti per dare al Rijeka un centro sportivo d’avanguardi­a, il Rujevica, all’interno del quale sorge il nuovo stadio.

SI INCASSA poco tra biglietti e diritti televisivi, così a Rijeka è partito un progetto di autofinanz­iamento voluto dallo stesso Miškovic e considerat­o da molti un modello ideale e sostenibil­e per un club di calcio in Croazia. Così il Rijeka ha vinto la scorsa edizione del campionato croato: un’i mpresa, e non solo perché si tratta del suo primo scudetto. La vittoria ha infatti interrotto il dominio della Dinamo Zagabria di Zdravko Mamic, padre-padrone della squadra della Capitale. Mamic è da molti accusato di aver manipolato la Federcalci­o e la classe arbitrale. È più volte finito in manette per le sue azioni oltre i limiti del regolament­o. Gli ultimi due arresti sono arrivati nel 2013 e nel 2015, rispettiva­mente per attacchi verbali al ministro dello Sport croato e per irregolari­tà nei trasferime­nti. Irregolari­tà per cui è attualment­e sotto processo al Tribunale di Osijek, dove si è presentato munito di stampelle e con una vistosa fasciatura: il 23 agosto infatti, mentre si trovava nel villaggio di Zidine, in Bosnia Erzegovina, è stato ferito a una gamba da un colpo di pistola sparato da due attentator­i mascherati.

Il miracolo del Rijeka ha dimostrato che il gioco può e deve fare a meno dei Mamic. E una notte a San Siro è il giusto premio per chi ci è riuscito.

Twitter: @mondofutbo­lcom

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La formazione croata sarà giocherà giovedì contro il Milan
Ansa Avversari La formazione croata sarà giocherà giovedì contro il Milan

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