Concorsi: fantozziani contro Tremonti boys
Le intercettazioni Nella richiesta dei pm il docente iberico che invitava a esplicitare gli accordi Gli atenei come “trampolino per gli studi professionali”
■L’inchiesta: “Risorse universitarie usate come trampolino per le fortune degli studi professionali”. Cordate per le nomine. “Se dicessero ‘io voglio questo, e tu?’ tutto si risolveva in un’ora”
Non c’è solo l’abilitazione scientifica nazionale per aspirare alle cattedre di diritto tributario nelle università italiane. I docenti avevano anche l’obiettivo di far crescere gli studi professionali. Lo scrivono i pm fiorentini Luca Turco e Paolo Barluschi nella richiesta di misura cautelare, nella quale avevano chiesto ben 38 arresti: il giudice Antonio Pezzuti invece deciderà di mandare ai domiciliari 7 persone e di sospenderne 22 per un anno. Scrivono i magistrati: “L’ambiente accademico del diritto tributario vive, cresce e si nutre di una catena interminabile di reati contro la pubblica amministrazione, con una occupazione pervasiva da parte di gruppi privati di potere delle ‘risorse’ – questa volta detto in senso proprio – pubbliche, considerate invece (...) come trampolino di lancio per le fortune degli studi professionali di avvocati e commercialisti degli indagati”.
Così i commissari sceglievano, secondo i pm, i candidati “in base alle loro logiche di potere”. E mai, per i pm, hanno colto l’occasione “per andarsi a leggere le pubblicazioni che non conoscevano di un qualche candidato”.
Invece del merito
“il coniglio dal cilindro”
Nella spartizione per le abilitazioni, alcuni degli indagati parlano di una soluzione per accontentare tutti. Ipotizzano pure un “piano b” o anche un “coniglio dal cilindr o”, che i pm descrivono “quale plastica rappresentazione della totale insignificanza dei criteri di merito”.
Chi parla è Adriano Di Pietro (Università di Bologna), che ieri non ha risposto alle domande del gip, ma ha fatto spontanee dichiarazioni: “Il professore – dicono i legali – ha ribadito di aver agito nell’interesse della scienza e di non aver fatto scambi”.
Di Pietro discute con il professor Cipolla (Università di Cassino) di una presunta contropartita data al docente napoletano Fabrizio Amicucci e a Giuseppe Zizzo “in cambio dei loro voti sul ‘pacchetto’ complessivo”. Di Pietro afferma: “(...) Dopo queste telefonate il quadro era sempre più composto... di- co: ‘Ma se tirassi fuori.. ...il coniglio dal cilindro? è sicuramente vicino ad Amatucci (Fabrizio, professore a Napoli, ndr), non è scandaloso e fa piacere ai romani”.
Il biglietto di Fantozzi con gli allievi da premiare
La lista degli allievi sui quali trovare un accordo era finita anche su un foglietto, mandato dall’ex ministro Augusto Fantozzi indagato per corruzione. Anche per lui i pm avevano chiesto la sospensione dall’i nca ric o, rigettata dal gip che si è riservato di decidere dopo l’interrogatorio. Scrivono i pm: “Fantozzi ha incaricato Fransoni ( Guglielmo, professore ordinario all’un iversità di Foggia, ai domiciliari, ndr) di portare a Di Pietro un fogliettino con i 10 nomi in prima fascia sui quale trovare l’accordo”. L’ex ministro Fantozzi è tra i soci della Ssdt, Società fra gli studiosi di diritto tributario, ed è lui - secondo i pm - a fare le veci dell’associazione. “Il cardine del compromesso corruttivo – scrivono i pm – è stato proposto per primo proprio da Fantozzi, il cui nome Di Pietro ha poi speso (...) per chiarire come si trattasse in sostanza della posizione finale assunta dalla Ssdt”. Tra gli indagati c’è France- sco Tundo (università di Bologna), marito di Francesca Balzani, eurodeputata per il Pd, poi assessore a Milano e candidata contro Sala.
Tundo era nelle grazie del professor Zizzo, che stando a una conversazione riportata de relato, cercava di ottenere entrature presso la moglie. Scrivono i pm: “Zizzo aveva come principale obiettivo quello di far abilitare in prima fascia Tundo. (...) Secondo Tesauro e Tosi, Zizzo contava anche di ricevere da Tundo, in cambio del proprio appoggio, incarichi e consulenze da enti pubblici per il tramite della moglie”.
Il sospetto Il marito promosso dal “barone” che avrebbe puntato a incarichi grazie alla moglie Pd
“Basta dire: voglio questo, e tu cosa vuoi?”
Quando la commissione giudicatrice del Miur che decideva l’abilitazione alla cattedra di diritto tributario nel 2015 si trovò in una fase di stallo, il professore spagnolo Carlos Maria Lopez Espadafor Lopez, oggi indagato, sbottò al telefono con il veneziano Loris Tosi: “Sono indecenti... se parlassero più apertamente, dicessero ‘Se io voglio questo, cosa vuoi tu?’.. tutto si risolveva in un’ora, no?”. E ancora: “Tutto è vestirlo tutto elegantemente, di criteri... ‘Insomma, senti, decidiamo i nomi poi aggiustiamo i criteri’”.