Il governo inizia a ballare in Senato
Articolo 1 mette in minoranza l’esecutivo sulla riforma delle Forze armate
Sarà che la nuova legge elettorale sembra un aperto atto d’ostilità nei loro confronti, sarà che s’avvicina la resa dei conti sulla manovra economica, sarà che le elezioni sono sempre più vicine; in ogni caso, ieri i bersaniani di Mdp-Articolo1 hanno mandato sotto il governo e la maggioranza – di cui formalmente fanno ancora parte – in commissione Difesa al Senato.
Mdp ha votato con le altre opposizioni per sopprimere l’articolo 9 della delega per la revisione del modello professionale delle Forze armate, considerato uno dei punti fermi del Libro bianco della difesa del 2015. “Abbiamo presentato l’e mendamento per sopprimere l’articolo 9 del testo perché a nostro avviso c’era un eccesso di delega – spiega Fe- derico Fornaro, il senatore di Mdp che ha presentato l’emendamento – E siamo coerenti in questo, perché anche in altri provvedimenti abbiamo detto no ad una delega così ampia al governo”. L’articolo 9 era considerato il punto nevralgico della delega. La norma attri- buiva infatti al governo la facoltà di rimodulare il modello professionale e di riorganizzare il personale delle Forze armate.
A questo punto, dopo la soppressione, alla maggioranza non resta che mettersi al lavoro per preparare un altro emendamento che “ripari al danno”, ma la soluzione – fanno sapere – è molto difficile da realizzare da un punto di vista tecnico.
A PROPOSITOdi fibrillazioni pre elettorali, ieri la maggioranza si è divisa nuovamente – e con toni piuttosto perentori – sullo ius soli.
Angelino Alfano ha confermato l’intenzione del suo gruppo parlamentare di seppellire al Senato la nuova legge sulla cittadinanza.
Il segretario di Alternativa popolare ha confermato la linea già annunciata negli ultimi mesi: “Continuiamo a pensare che lo ius soli sarebbe una legge giusta in un momento sbagliato, e forse anche un favore alla Lega”. Il compagno di partito Maurizio Lupi
– che lunedì applaudiva le parole del cardinale Bassetti, favorevole allo ius soli – p r onuncia una sentenza ancora più definitiva:
“Non ci sono le condizioni per approvare questa legge, per noi la questione è finita”.
Non è finita invece per il Partito democratico, che peraltro ha sul groppone un’infinita sequenza di annunci e di promesse di rapidissima approvazione del testo sulla cittadinanza, dal 2013 a oggi. A parole, il Pd sostiene di non volersi ancora arrendere all’ennesimo veto degli alfaniani: “Sullo ius soli – pronuncia solennemente Matteo Richetti, portavoce del Nazareno – la nostra posizione non si è spostata nemmeno di un millimetro. Il nostro impegno di ieri, oggi e domani è trovare una maggioranza pa rla me nta re per approvare lo ius soli”.
Anche Matteo Orfini, presidente del Pd, proclama con piglio marziale: “Combattiamo”. Con quali truppe, senza il sostegno degli alleati alfaniani, non è ancora chiaro.
Ius soli addio Alfano e i suoi: “La riforma della cittadinanza non si può fare” I dem: “Ap sbaglia, la approveremo”