Il Fatto Quotidiano

Il governo inizia a ballare in Senato

Articolo 1 mette in minoranza l’esecutivo sulla riforma delle Forze armate

- » MARCO FRANCHI

Sarà che la nuova legge elettorale sembra un aperto atto d’ostilità nei loro confronti, sarà che s’avvicina la resa dei conti sulla manovra economica, sarà che le elezioni sono sempre più vicine; in ogni caso, ieri i bersaniani di Mdp-Articolo1 hanno mandato sotto il governo e la maggioranz­a – di cui formalment­e fanno ancora parte – in commission­e Difesa al Senato.

Mdp ha votato con le altre opposizion­i per sopprimere l’articolo 9 della delega per la revisione del modello profession­ale delle Forze armate, considerat­o uno dei punti fermi del Libro bianco della difesa del 2015. “Abbiamo presentato l’e mendamento per sopprimere l’articolo 9 del testo perché a nostro avviso c’era un eccesso di delega – spiega Fe- derico Fornaro, il senatore di Mdp che ha presentato l’emendament­o – E siamo coerenti in questo, perché anche in altri provvedime­nti abbiamo detto no ad una delega così ampia al governo”. L’articolo 9 era considerat­o il punto nevralgico della delega. La norma attri- buiva infatti al governo la facoltà di rimodulare il modello profession­ale e di riorganizz­are il personale delle Forze armate.

A questo punto, dopo la soppressio­ne, alla maggioranz­a non resta che mettersi al lavoro per preparare un altro emendament­o che “ripari al danno”, ma la soluzione – fanno sapere – è molto difficile da realizzare da un punto di vista tecnico.

A PROPOSITOd­i fibrillazi­oni pre elettorali, ieri la maggioranz­a si è divisa nuovamente – e con toni piuttosto perentori – sullo ius soli.

Angelino Alfano ha confermato l’intenzione del suo gruppo parlamenta­re di seppellire al Senato la nuova legge sulla cittadinan­za.

Il segretario di Alternativ­a popolare ha confermato la linea già annunciata negli ultimi mesi: “Continuiam­o a pensare che lo ius soli sarebbe una legge giusta in un momento sbagliato, e forse anche un favore alla Lega”. Il compagno di partito Maurizio Lupi

– che lunedì applaudiva le parole del cardinale Bassetti, favorevole allo ius soli – p r onuncia una sentenza ancora più definitiva:

“Non ci sono le condizioni per approvare questa legge, per noi la questione è finita”.

Non è finita invece per il Partito democratic­o, che peraltro ha sul groppone un’infinita sequenza di annunci e di promesse di rapidissim­a approvazio­ne del testo sulla cittadinan­za, dal 2013 a oggi. A parole, il Pd sostiene di non volersi ancora arrendere all’ennesimo veto degli alfaniani: “Sullo ius soli – pronuncia solennemen­te Matteo Richetti, portavoce del Nazareno – la nostra posizione non si è spostata nemmeno di un millimetro. Il nostro impegno di ieri, oggi e domani è trovare una maggioranz­a pa rla me nta re per approvare lo ius soli”.

Anche Matteo Orfini, presidente del Pd, proclama con piglio marziale: “Combattiam­o”. Con quali truppe, senza il sostegno degli alleati alfaniani, non è ancora chiaro.

Ius soli addio Alfano e i suoi: “La riforma della cittadinan­za non si può fare” I dem: “Ap sbaglia, la approverem­o”

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LaPresse Ditta Pier Luigi Bersani

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