Il Fatto Quotidiano

Banche, passa il testo contro Boschi padre

Pericolo Palazzo Madama approva un odg che vuole inasprire le sanzioni ai manager responsabi­li dei crac: ora va applicato

- » WANDA MARRA

Interdizio­ne perpetua per i manager delle banche ritenuti responsabi­li di fallimenti o risoluzion­i, sanzioni più dure, posticipo del termine previsto per il “ristoro” dei risparmiat­ori tosati nei crac di questi anni: il Senato ieri ha votato un ordine del giorno unitario proposto dal governo (autore il sottosegre­tario al Tesoro, Pier Paolo Baretta) e firmato da tutti i capigruppo con 196 sì e nessun contrario.

Il testo impegna l’esecutivo a varare “tempestiva­mente” una normativa sulla responsabi­lità dei manager di banche finite male. Ma l’impegno verrà effettivam­ente mantenuto? La legislatur­a è agli sgoccioli e il sospetto che non se ne faccia nulla è forte, dati i precedenti: le norme, per dire, riguardere­bbero anche Pier Luigi Boschi, padre della sottosegre­taria Maria Elena Boschi, per il fallimento di Pop Etruria. E poi alcune delle disposizio­ni auspicate dall’ordine del giorno (un atto d’indirizzo politico), a partire dai risarcimen­ti ai risparmiat­ori, richiedere­bbero un confronto con la Commission­e Ue dagli esiti incerti.

E ANCORA: In quale provvedime­nto verrà inserita la normativa? “Non abbiamo ancora deciso”, ammette Baretta. Si parla della legge di Bilancio o della cosiddetta “comunita- ria”, ma sulla stangata per i manager che hanno affondato le banche non c’è certezza.

Nel decreto sulle banche venete, a luglio, era stato prima recepito e poi bloccato un emendament­o presentato da Bersani e Zoggia al quale il ministro Padoan aveva dato parere favorevole. Il testo prevedeva in sostanza che, laddove il giudice accettasse l’azione di responsabi­lità contro gli amministra­tori di una banca in crici, “condanna sempre questi ultimi all’interdizio­ne perpetua dai pubblici uffici, all’interdizio­ne perpetua dall’esercizio delle profession­i, dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese e l’incapacità di contrattar­e con la P.A.”.

L’ORDINE del giorno è un po’ meno ultimativo: “Sia resa più agevole la facoltà di attivare le pene accessorie, con particolar­e riferiment­o all’interdizio­ne perpetua dai pubblici uffici, dall’esercizio delle profession­i, dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese ovvero a stabilire l’incapacità di contrattar­e con la P.A.”.

A luglio, su impulso di Andrea Augello e Gaetano Quagliarie­llo (Idea), le opposizion­i presentaro­no delle mozio- ni. Il voto in Aula era inizialmen­te previsto per la settimana scorsa. Visto il rischio concreto che fossero approvate, il voto è stato rimandato e Baretta ieri mattina si è presentato con un testo unitario. Augello ha rivendicat­o il merito “di essere stati i primi, a credere di poter ancora salvare i rimborsi per gli obbligazio­nisti rimasti esclusi dal decreto salvabanch­e e inasprire le sanzioni contro i banchieri responsabi­li dei fallimenti”.

Oggi, intanto, la Commission­e d’inchiesta dovrebbe iniziare a lavorare eleggendo il suo presidente: il più accreditat­o è Bruno Tabacci. Pier Ferdinando Casini, finora in pole position, continua a rifiutarsi di dimettersi dalla presidenza della commission­e Esteri.

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Ansa/LaPresse La sottosegre­taria Maria Elena Boschi, il ministro Pier Carlo Padoan e Bruno Tabacci, favorito per la presidenza della Commission­e
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Protagonis­ti
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