Il Fatto Quotidiano

Perché nel 2017 vince ancora il razzismo?

- DARIO LODI LUIGI FERLAZZO NATOLI ROBERTO GHISOTTI FRANCESCO ENRICO COSTANTINI LUCIANO DI CAMILLO MICHELE SPIRITO UFFICIO STAMPA PESSINA COSTRUZION­I FERRUCCIO SANSA

Non è possibile meraviglia­rsi del solito scandalo dei concorsi pubblici. Viviamo in un paese formato da pareti stagne entro le quali ciascuno fa quel che gli pare, nonostante giuri e spergiuri di essere un sistema aperto. Lo si vede nel mondo dei giornalist­i, dei poliziotti, degli uomini di spettacolo, dei politici e via dicendo: una corona da rosario fatta di tanti grani colorati a designare una via preferenzi­ale, non una meritocraz­ia. Si noti che il fenomeno colpisce anche la cultura, ovvero un settore strategico della civiltà, dove si valuta chi, per varie ragioni extra attività, si è fatto un nome e viene inseguito per questo, non per la qualità delle sue idee e dei suoi concetti. Se non fai parte di una certa corporazio­ne da generazion­i, non puoi entrarci.

Se non vuoi entrarci, ma sempliceme­nte far valere le tue ragioni, vieni soffocato anche da organi di stampa che denunciano questa distonia. Così la cultura retrocede invece che avanzare, posizionan­dosi come fa su frasi fatte e su concetti logori aureolati di formalismo e di accademism­o. Se la cultura è in queste condizioni, figuriamoc­i ciò che le gira intorno, sino all’inciviltà insita nelle istituzion­i. È un mondo, appoggiato anche da gente seria, appoggiato per distrazion­e, per badare al proprio mestiere, che guarda dall’acquario e scuote la testa da destra a sinistra e viceversa, senza trovare la forza di alzare un dito. Così, con bussole rotte, si va alla deriva, alla scomparsa di una civiltà mediocre, nel paese dell’Umanesimo!

Mentre Usa e Corea litigano, dove sono le Nazioni Unite?

Tra insulti vari, tra minacce di guerra e repliche di distruzion­e reciproca, Pyongyang ritiene che gli Usa abbiano dichiarato guerra alla Corea del Nord. Il tutto – con il rischio del conflitto nucleare mondiale - all’ombra di una Organizzaz­ione delle nazioni unite che forse ha toccato il fondo della inutilità a gestire i conflitti internazio­nali. L’u ni ca via d’uscita alla guerra vera e propria sono gli accordi economici tra Usa, Russia e Cina con i Paesi satellite, tipo la Corea del Nord.

Dopo il No al referendum blocchiamo la legge elettorale

Perché non riprendere quella bella iniziativa che ci ha fatto vincere al referendum del 4 dicembre scorso, spingendo il 60% degli elettori a di- CARO FURIO COLOMBO, l’invasione di immigrati non c’è stata, lo scontro di civiltà non c’è stato, il terrorismo è strumento politico erratico di organizzaz­ioni pericolose ma di cui continuiam­o a sapere poco (poco anche dei veri mandanti). Il pericolo imminente sembra nelle mani di alcune potenze nucleari, lungo il vecchio asse Est-Ovest, malamente gestito ma estraneo al problema dell’immigrazio­ne. Perché allora l’immigrazio­ne, che non bombarda, continua a essere vista come il male e il razzismo come difesa? Che senso ha chiudere le frontiere al tempo dei droni? NON C’È ALCUNA RISPOSTA LOGICA a queste ragionevol­i domande, cerco dunque risposte nel paradosso. Il primo paradosso è che il furore anti-immigrazio­ne deriva dal fatto che la contiguità di gruppi etnici diversi innervosis­ce molte persone ma non scatta mai l’occasione desiderata. Gli immigrati, in tutta Europa (e in grande misura anche in America) non attaccano, sono attaccati, non provocano la rissa, la subiscono, non spaventano, sono spaventati, non aggredisco­no, sono aggrediti. In Italia sono responsabi­li del 4 per cento dei reati di tutti i generi (ma quasi assenti nei gravi reati e nell’omicidio, che resta saldamente in mano italiana). Non sono diventati mafia o ‘ndrangheta (altra specialità nostrana) e non sono frequenti i casi di impiego malavitoso in funzioni secondarie delle gang italiane. Il secondo paradosso, che rende probabilme­nte ancora più irritabili i razzisti, è la presenza di molte donne nel vasto parcheggio dalla umanità immigrata in Italia. Sono donne giovani, donne mogli, donne madri, donne anziane, che non antagonizz­ano nessuno, non occupa- re No alla Riforma costituzio­nale? Questi con la nuove proposta di legge elettorale che si chiama Rosatellum vorrebbero di nuovo che i capi partito nominasser­o circa 600 parlamenta­ri. Basta con i sudditi che debbono solo spingere i bottoni nelle votazioni come vuole il capo, per poter poi percepire il compenso retributiv­o piuttosto sostanzios­o che spetta ai parlamenta­ri. Pertanto dobbiamo dire un nuovo No come iniziativa popolare, per contrastar­e anche questa legge.

Il falso mito della ripresa è destinato a durare poco

Oltre al governo italiano, varie agenzie internazio­nali continuano ad affermare che l’Italia è in ripresa, anche se leggera.

A parte il fatto che l’occupazion­e, soprattutt­o giovanile, non riprende, non si può certo parlare di oc- no lo spazio di altri, non competono e non pretendono di passare persuasion­i o valori. Il terzo paradosso è che la capacità di orientarsi, di imparare la lingua e dimostrare una certa scolarità dei nuovi venuti è molto più alta del luogo comune, e di molti bianchi a cui è stato detto che avrebbero fronteggia­to orde di barbari. Il quarto e forse più intollerab­ile paradosso è che le provocazio­ni, le cattiverie, le condizioni sgradevoli create intorno ai migranti invece dell’accoglienz­a, non hanno funzionato come una miccia e non hanno fatto esplodere la rivolta desiderata che si voleva provocare e poi denunciare. Praticamen­te tutte le notizie (e i numeri, tratte da pretese fonti autorevoli) su immigrati e immigrazio­ni sono false. E, stranament­e nessuno (che vuol dire nessuno, salvo disordinat­i ma accaniti movimenti “per la casa” di ex centri sociali di una sinistra scomparsa) si occupa di dare case o sussidi agli italiani, se non c’è un competitor­e con altro colore di pelle da umiliare e da escludere. Fate un piccolo, facile elenco di coloro che vanno in giro scimmiotta­ndo Trump e dicendo “prima gli italiani”. E cercate di sapere da quale aiuto agli italiani siano mai stati beneficiat­i. La risposta sarà zero. Ma saranno bravi a mantenere alta la rabbia verso i neri degli italiani dichiarati esclusi dai privilegi riservati (ti dicono falsamente) agli immigrati, specialmen­te se neri. Infatti il paradosso finale è questo. Il vero razzista italiano (non in Europa, dove ormai è un vanto) se lo scopri si infuria. Con te, e con gli immigrati.

00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 lettere@ilfattoquo­tidiano.it cupazione riferendos­i a tutti quei lavori precari. La domanda è questa: se fosse vero che c’è una ripresa, come si giustifica di fronte alla situazione occupazion­ale? Non sarà che i pochi rimasti al lavoro, schiacciat­i e impauriti dal jobs act, dalla legge Fornero e dall’evaporazio­ne di welfare e cassa integrazio­ne vengono spremuti, sfruttati al massimo e sottopagat­i? Se questo è quello che ci aspetta, temo che la storia dell’Italia in “leggera” ripresa non reggerà a lungo.

Di Maio deve migliorars­i se vuole essere un buon leader

Il vice presidente della Camera Luigi Di Maio è senza dubbio è una rispettabi­lissima persona. Però, consideran­do l’aspetto politico, manifesta aspetti piuttosto critici. È anche vero che quando si presenta in manifestaz­ioni che conta- no sembra finto. Poi, il liceale re dei congiuntiv­i e occulto baronetto di parimenti probabili condiziona­li, dovrebbe migliorars­i oltre a non esser prevedibil­e quando pontifica; si consiglia, per non far fare figuracce all’estero, di raccomanda­rsi ad avveduto interprete. L’artista cofondator­e del Movimento, certamente di grande personalit­à, nel designarlo sembra confermare la strategia di certi grandi capi nello scegliere luogotenen­ti di minore caratura per giusto timore d’esser superati!

I mali del Paese nascono dalle graduatori­e truccate

Ci voleva un inglese per scoprire una piaga che ammorba l’U n i v e rsità italiana da una vita. E non è che il fetore non si avvertisse: ci si era assuefatti, come a troppe cose in Italia. Il discorso che un assi- DIRITTO DI REPLICA Ciclicamen­te da ormai due anni il vostro giornale scrive in maniera prevenuta e pregiudizi­evole nei confronti del nostro Gruppo. Non siamo stupiti, quindi, dall’ennesimo articolo che tenta di gettare ombre dove non ci sono. Quanto poi alle affermazio­ni contenute nell’articolo, ribadiamo ancora una volta - come richiamato nel testo - che abbiamo sempre smentito e continuere­mo a fare, qualsiasi tipo di illazione sull’a ggiudicazi­one, come sul prosieguo, della costruzion­e dell’o s p edale di La Spezia. Ovviamente anche in questo caso ci riserviamo la tutela legale, nelle sedi opportune, del buon nome della nostra azienda.

Furio Colombo - il Fatto Quotidiano

La smentita del gruppo Pessina, a parte le offese al nostro giornale che contiene, non smentisce nulla del contenuto dell’articolo. Ci siamo limitati a riportare fatti, senza addebitarn­e la responsabi­lità ad alcuno. L’articolo non contiene alcuna illazione sulla procedura di assegnazio­ne, solo fatti e dichiarazi­oni di esponenti politici ( tra l’altro oggi vicini politicame­nte ai vertici della Pessina).

Per completezz­a abbiamo dato anche ampio risalto alla versione della Pessina. Nessuna illazione, quindi, solo cron a ca .

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