Perché nel 2017 vince ancora il razzismo?
Non è possibile meravigliarsi del solito scandalo dei concorsi pubblici. Viviamo in un paese formato da pareti stagne entro le quali ciascuno fa quel che gli pare, nonostante giuri e spergiuri di essere un sistema aperto. Lo si vede nel mondo dei giornalisti, dei poliziotti, degli uomini di spettacolo, dei politici e via dicendo: una corona da rosario fatta di tanti grani colorati a designare una via preferenziale, non una meritocrazia. Si noti che il fenomeno colpisce anche la cultura, ovvero un settore strategico della civiltà, dove si valuta chi, per varie ragioni extra attività, si è fatto un nome e viene inseguito per questo, non per la qualità delle sue idee e dei suoi concetti. Se non fai parte di una certa corporazione da generazioni, non puoi entrarci.
Se non vuoi entrarci, ma semplicemente far valere le tue ragioni, vieni soffocato anche da organi di stampa che denunciano questa distonia. Così la cultura retrocede invece che avanzare, posizionandosi come fa su frasi fatte e su concetti logori aureolati di formalismo e di accademismo. Se la cultura è in queste condizioni, figuriamoci ciò che le gira intorno, sino all’inciviltà insita nelle istituzioni. È un mondo, appoggiato anche da gente seria, appoggiato per distrazione, per badare al proprio mestiere, che guarda dall’acquario e scuote la testa da destra a sinistra e viceversa, senza trovare la forza di alzare un dito. Così, con bussole rotte, si va alla deriva, alla scomparsa di una civiltà mediocre, nel paese dell’Umanesimo!
Mentre Usa e Corea litigano, dove sono le Nazioni Unite?
Tra insulti vari, tra minacce di guerra e repliche di distruzione reciproca, Pyongyang ritiene che gli Usa abbiano dichiarato guerra alla Corea del Nord. Il tutto – con il rischio del conflitto nucleare mondiale - all’ombra di una Organizzazione delle nazioni unite che forse ha toccato il fondo della inutilità a gestire i conflitti internazionali. L’u ni ca via d’uscita alla guerra vera e propria sono gli accordi economici tra Usa, Russia e Cina con i Paesi satellite, tipo la Corea del Nord.
Dopo il No al referendum blocchiamo la legge elettorale
Perché non riprendere quella bella iniziativa che ci ha fatto vincere al referendum del 4 dicembre scorso, spingendo il 60% degli elettori a di- CARO FURIO COLOMBO, l’invasione di immigrati non c’è stata, lo scontro di civiltà non c’è stato, il terrorismo è strumento politico erratico di organizzazioni pericolose ma di cui continuiamo a sapere poco (poco anche dei veri mandanti). Il pericolo imminente sembra nelle mani di alcune potenze nucleari, lungo il vecchio asse Est-Ovest, malamente gestito ma estraneo al problema dell’immigrazione. Perché allora l’immigrazione, che non bombarda, continua a essere vista come il male e il razzismo come difesa? Che senso ha chiudere le frontiere al tempo dei droni? NON C’È ALCUNA RISPOSTA LOGICA a queste ragionevoli domande, cerco dunque risposte nel paradosso. Il primo paradosso è che il furore anti-immigrazione deriva dal fatto che la contiguità di gruppi etnici diversi innervosisce molte persone ma non scatta mai l’occasione desiderata. Gli immigrati, in tutta Europa (e in grande misura anche in America) non attaccano, sono attaccati, non provocano la rissa, la subiscono, non spaventano, sono spaventati, non aggrediscono, sono aggrediti. In Italia sono responsabili del 4 per cento dei reati di tutti i generi (ma quasi assenti nei gravi reati e nell’omicidio, che resta saldamente in mano italiana). Non sono diventati mafia o ‘ndrangheta (altra specialità nostrana) e non sono frequenti i casi di impiego malavitoso in funzioni secondarie delle gang italiane. Il secondo paradosso, che rende probabilmente ancora più irritabili i razzisti, è la presenza di molte donne nel vasto parcheggio dalla umanità immigrata in Italia. Sono donne giovani, donne mogli, donne madri, donne anziane, che non antagonizzano nessuno, non occupa- re No alla Riforma costituzionale? Questi con la nuove proposta di legge elettorale che si chiama Rosatellum vorrebbero di nuovo che i capi partito nominassero circa 600 parlamentari. Basta con i sudditi che debbono solo spingere i bottoni nelle votazioni come vuole il capo, per poter poi percepire il compenso retributivo piuttosto sostanzioso che spetta ai parlamentari. Pertanto dobbiamo dire un nuovo No come iniziativa popolare, per contrastare anche questa legge.
Il falso mito della ripresa è destinato a durare poco
Oltre al governo italiano, varie agenzie internazionali continuano ad affermare che l’Italia è in ripresa, anche se leggera.
A parte il fatto che l’occupazione, soprattutto giovanile, non riprende, non si può certo parlare di oc- no lo spazio di altri, non competono e non pretendono di passare persuasioni o valori. Il terzo paradosso è che la capacità di orientarsi, di imparare la lingua e dimostrare una certa scolarità dei nuovi venuti è molto più alta del luogo comune, e di molti bianchi a cui è stato detto che avrebbero fronteggiato orde di barbari. Il quarto e forse più intollerabile paradosso è che le provocazioni, le cattiverie, le condizioni sgradevoli create intorno ai migranti invece dell’accoglienza, non hanno funzionato come una miccia e non hanno fatto esplodere la rivolta desiderata che si voleva provocare e poi denunciare. Praticamente tutte le notizie (e i numeri, tratte da pretese fonti autorevoli) su immigrati e immigrazioni sono false. E, stranamente nessuno (che vuol dire nessuno, salvo disordinati ma accaniti movimenti “per la casa” di ex centri sociali di una sinistra scomparsa) si occupa di dare case o sussidi agli italiani, se non c’è un competitore con altro colore di pelle da umiliare e da escludere. Fate un piccolo, facile elenco di coloro che vanno in giro scimmiottando Trump e dicendo “prima gli italiani”. E cercate di sapere da quale aiuto agli italiani siano mai stati beneficiati. La risposta sarà zero. Ma saranno bravi a mantenere alta la rabbia verso i neri degli italiani dichiarati esclusi dai privilegi riservati (ti dicono falsamente) agli immigrati, specialmente se neri. Infatti il paradosso finale è questo. Il vero razzista italiano (non in Europa, dove ormai è un vanto) se lo scopri si infuria. Con te, e con gli immigrati.
00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 lettere@ilfattoquotidiano.it cupazione riferendosi a tutti quei lavori precari. La domanda è questa: se fosse vero che c’è una ripresa, come si giustifica di fronte alla situazione occupazionale? Non sarà che i pochi rimasti al lavoro, schiacciati e impauriti dal jobs act, dalla legge Fornero e dall’evaporazione di welfare e cassa integrazione vengono spremuti, sfruttati al massimo e sottopagati? Se questo è quello che ci aspetta, temo che la storia dell’Italia in “leggera” ripresa non reggerà a lungo.
Di Maio deve migliorarsi se vuole essere un buon leader
Il vice presidente della Camera Luigi Di Maio è senza dubbio è una rispettabilissima persona. Però, considerando l’aspetto politico, manifesta aspetti piuttosto critici. È anche vero che quando si presenta in manifestazioni che conta- no sembra finto. Poi, il liceale re dei congiuntivi e occulto baronetto di parimenti probabili condizionali, dovrebbe migliorarsi oltre a non esser prevedibile quando pontifica; si consiglia, per non far fare figuracce all’estero, di raccomandarsi ad avveduto interprete. L’artista cofondatore del Movimento, certamente di grande personalità, nel designarlo sembra confermare la strategia di certi grandi capi nello scegliere luogotenenti di minore caratura per giusto timore d’esser superati!
I mali del Paese nascono dalle graduatorie truccate
Ci voleva un inglese per scoprire una piaga che ammorba l’U n i v e rsità italiana da una vita. E non è che il fetore non si avvertisse: ci si era assuefatti, come a troppe cose in Italia. Il discorso che un assi- DIRITTO DI REPLICA Ciclicamente da ormai due anni il vostro giornale scrive in maniera prevenuta e pregiudizievole nei confronti del nostro Gruppo. Non siamo stupiti, quindi, dall’ennesimo articolo che tenta di gettare ombre dove non ci sono. Quanto poi alle affermazioni contenute nell’articolo, ribadiamo ancora una volta - come richiamato nel testo - che abbiamo sempre smentito e continueremo a fare, qualsiasi tipo di illazione sull’a ggiudicazione, come sul prosieguo, della costruzione dell’o s p edale di La Spezia. Ovviamente anche in questo caso ci riserviamo la tutela legale, nelle sedi opportune, del buon nome della nostra azienda.
Furio Colombo - il Fatto Quotidiano
La smentita del gruppo Pessina, a parte le offese al nostro giornale che contiene, non smentisce nulla del contenuto dell’articolo. Ci siamo limitati a riportare fatti, senza addebitarne la responsabilità ad alcuno. L’articolo non contiene alcuna illazione sulla procedura di assegnazione, solo fatti e dichiarazioni di esponenti politici ( tra l’altro oggi vicini politicamente ai vertici della Pessina).
Per completezza abbiamo dato anche ampio risalto alla versione della Pessina. Nessuna illazione, quindi, solo cron a ca .