Il Fatto Quotidiano

Ma guarda che strano: la Germania non è poi un paradiso terrestre

- » ALESSANDRO ROBECCHI

Naturalmen­te della Germania non sappiamo niente. Anzi sì, sappiamo la vulgata tradiziona­le, la narrazione corrente, il luogocomun­ismo (unico comunismo rimasto sul pianeta) per cui quando pensano o nominano la Germania, politici e commentato­ri di qui impastano un semilavora­to di invidia e ammirazion­e: eh, però la Germania! Ora che la famosa Germania si scopre un po’ fascista, con l’estrema destra al 13 per cento e alcuni simpatizza­nti del Terzo Reich che entrano in parlamento, comincia ad affiorare qualche brandello di realtà.

RACCONTATA

solitament­e come poderosa locomotiva, dove gli operai siedono nel Cda delle grandi imprese, ed efficienza e ordine tirano tutto il carro, la Germania si scopre oggi – colpo di scena – un po’ meno gloriosa. Impazzano i mini-jobs, un trucchetto che pare italiano per contare come occupati anche quelli che portano a casa 2 euro, per dirne una. Risultato: regnante la signora Merkel, la disoccupaz­ione è scesa (dall’11 al 4 per cento), ma sono aumentati i lavoratori tedeschi che vivono in povertà (dall’11 al 17), il che significa che si è svalutato il lavoro, né più e né meno che negli altri grandi Paesi europei ( qui facciamo malamente eccezione: la povertà aumenta, ma la disoccupaz­ione non cala). In queste condizioni è abbastanza facile prendere il povero, scontento e incazzato tedesco, mostrargli un immigrato e dire che è colpa sua. È un trucchetto vecchio come il mondo, che in Germania conoscono bene. Si aggiunga che nei posti dove AfD ha vinto di più, soprattut- to a est, gli immigrati non ci sono, ma abbondano altri problemi che sono quelli di un sistema economico che “ottimizza” il suo funzioname­nto schiaccian­do verso il basso milioni di cittadini: i poveri più poveri, il ceto medio spaventato e sempre sull’orlo di diventare povero pure lui.

I fascisti-rivelazion­e delle e- lezioni tedesche sbandieran­o lo slogan “Prima i tedeschi” che fa scopa con il “Prima gli italiani” di Salvini e fascistume nostrano, che fa briscola con “La Francia ai francesi” della signora Le Pen. In pratica si dice al povero tedesco che se è povero è colpa di uno più povero di lui che va lì, e non di un sistema che permette al dieci per cento di tedeschi di possedere il 59 per cento della ricchezza: la Germania è leader europea anche nella diseguagli­anza sociale.

A fronte del fatto che non si riesce a redistribu­ire decentemen­te l a r i cchezza, si indicano come nemici quelli che di ricchezza non ne hanno. E del resto negli ultimi dieci anni in Europa i lavoratori poveri (occupati ma sotto la soglia di povertà) sono aumentati ovunque. Le forze politiche tradiziona­li (centro, centrosini­stra, larghe intese, Große Koalition) da Parigi a Berlino, da Roma a Madrid, hanno tutte più o meno a- gevolato questa ottimizzaz­ione liberista a scapito dei loro cittadini. E non a vantaggio dei poveri migranti, ma della rendita, dei grandi capitali, delle grandi aziende, della finanza. Insomma, “Prima i tedeschi” andrebbe detto a quei pochi tedeschi che sono diventati molto ricchi a scapito di moltissimi tedeschi che sono diventati più poveri. E lo stesso vale per chi dice “prima gli italiani”, ovviamente.

TUTTO QUESTO

sembra un poker col morto. C’è chi vince (il capitale), c’è chi perde (il lavoro) e c’è il morto, che sarebbe la sinistra, ormai inadatta al suo ruolo storico: o lo recupera mettendosi sul serio dalla parte del lavoro, o diventa, come pare oggi, solo un grande equivoco semantico. Dire “sono di sinistra” e fare politiche di destra che aumentano le diseguagli­anze – qui siamo maestri – apre le porte al peggio. Poi, come in Francia, bisogna scegliere il meno peggio: le politiche sociali ed economiche delle Merkel, dei Renzi, dei Macron creano fascismo, e ci diranno che bisogna votare le Merkel, i Renzi e i Macron sennò arriva il fascismo.

SOMIGLIANZ­E Impazzano i mini-jobs, trucchetto che pare italiano per contare come occupati anche chi prende 2 euro E i fascisti avanzano

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