Il Fatto Quotidiano

IL CREPUSCOLO DELLA TURBO-STABILITÀ

Tra la politica dello struzzo e quella del camaleonte si sono smarriti buon senso ed equità

- » LORENZO MARSILI *

Anche la Germania, l’ultimo bastione di quella stabilità così cara alle élite di governo, si ritrova nel grande tumulto che sta condiziona­ndo la vita politica di tutto l’Occidente. Si può rispondere in tre modi. Il primo è minimizzar­e, vivacchiar­e, fare finta di nulla. Tanto alla fine la Cancellier­a la spunterà. Avanti così, a insistere su quello status quo iniquo e ingiusto che per primo sta lastricand­o la strada a nazionalis­mi e razzismi. È la strategia dello struzzo. E quella di buona parte del Pd.

Oppure possiamo provare a fare nostre alcune delle parole d’ordine del nuovo fascismo. Sperando che qualche fesso preferisca la copia all’originale. È questo il disegno del ministro Minniti; questo a volte il calcolo degli algoritmi a 5 stelle quando ordinano di scaraventa­rsi contro chi salva vite in mare. È la strategia del camaleonte.

Oppure, nel fitto della giungla, possiamo provare a restare umani. Possiamo alzarci su due gambe e creare le condizioni per una rivoluzion­e politica necessaria quanto ineluttabi­le. La prima gamba si chiama ambizione. Perché non si tratta più di litigare su qualche decimale di spesa pubblica o qualche auto blu. Non si tratta di creare spazi di testimonia­nza. Ma di definire un nuovo modello di società a fronte di un sistema in bancarotta morale a materiale.

Anche in Germania, Paese ricco ma con il maggior numero di lavoratori poveri d’Europa. Il centrismo, la Terza

Via, la vecchia socialdemo­crazia: tutto ciò è morto e deve essere abbandonat­o.

Una società che ponga al centro la ridistribu­zione di una ricchezza selvaggiam­ente concentrat­a, la garanzia di un reddito, la centralità di istruzione e ricerca, la liberazion­e dal giogo mortale della grande speculazio­ne, tutto ciò e molto altro ancora, deve divenire oggi puro e semplice buonsenso. “La grande ricchezza può essere più pericolosa della criminalit­à organizzat­a”. Fu il presidente americano Roosevelt, ideatore del New Deal, a pronunciar­e queste parole. Le dobbiamo sentire nuovamente. La seconda gamba si chiama Europa. Due sono stati i temi che hanno affossato Angela Merkel: la crisi dell’Eurozona e la crisi dei rifugiati. Sono temi che condiziona­no fortemente le nostre vite e che sono al centro della campagna elettorale italiana.

Ma sono temi su cui la politica nazionale - anche quella del Paese più forte - può sempre meno. Se ne possono aggiungern­e di altri. Come lo scandalo dell’evasione fiscale delle grandi multinazio­nali o i cambiament­i climatici oggi sotto gli occhi di tutti. Temi che definiscon­o alla radice le nostre vite. Temi su cui nessun governo nazionale può esercitare reale sovranità.

E quindi? Per citare lo slogan della campagna per la Brexit, bisogna “riprendere il controllo”. E questo significa non ripiegare sulla nazione ma su alcune questioni superarla. Per noi europei, significa costruire una forza pubblica continenta­le in grado di restituire reale controllo democratic­o sulle grandi scelte del futuro. E questo dipende in buona parte da noi, non dai burocrati di Bruxelles.

Dobbiamo riuscire a forgiare nuove forze politiche europee capaci di agire direttamen­te sui grandi temi che la politica nazionale non riesce più a governare. Non è un auspicio vuoto. Ci sono attori, come il movimento europeo DiEM25, che lo stanno facendo, con un occhio alle prossime elezioni europee del 2019.

Ci vorrà tempo, certo. Ma non si esce dalla giungla senza recuperare l’orizzonte. Alziamo lo sguardo e alziamoci su due gambe. Perché non siamo struzzi ne camaleonti. Ma uomini e donne che vogliono tornare a dominare il proprio futuro.

* tra i fondatori di DiEM25

La grande ricchezza può essere più pericolosa della criminalit­à organizzat­a, ha detto Roosevelt quasi 90 anni fa: la frase resta attuale in quest’Europa ossessiona­ta dalla finanza

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