Tim, cercando un senso a questa storia
▶I GIORNALISTI
economici in questo 2017 hanno una sfida che sanno di non poter vincere: spiegare a una persona normale cosa sta succedendo a Telecom Italia, che oggi si chiama Tim. L’ultima puntata: quattro ex top manager dell’azienda, tra cui Vito Gamberale, scrivono una lettera aperta al governo chiedendo l’intervento della Cassa Depositi e Prestiti nel capitale del gruppo, “sarebbe il miglior suggello al recupero di un ruolo e di una attiva collaborazione per accelerare lo sviluppo della società in coerenza con la politica industriale del Paese”. Politica industriale? Quale? Boh. E soprattutto, a che prezzo e con quali obiettivi? Mistero. E quando Telecom era controllata dagli spagnoli di Telefónica invece che dai francesi di Vivendi perché non c’erano le stesse ossessioni sul tenere in mani italiane gli asset strategici? Forse perché allora Telefónica aveva risolto i problemi degli azionisti italiani in fuga, Mediobanca, Intesa e Generali. Il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda è pronto a usare il golden power, una sanzione pesante per Vivendi che non ha comunicato il controllo di fatto su Telecom, anche se da oltre un anno aveva il 23,94 per cento del capitale e non c’era alle viste alcuno sfidante per comandare. La guerra formalmente di cavilli burocratici di Calenda può essere una forma di pressione su Parigi per sbloccare l’operazione Stx-Fincantieri, ma su Telecom ha ripercussioni incerte. Che comandasse Vincent Bolloré, tramite la Vivendi che controlla, era già evidente da tempo. E comandava al punto da aver imposto il suo amministratore delegato, Flavio Cattaneo, e poi da averlo cacciato dopo un anno ufficialmente perché contrario alla diarchia con il nuovo direttore operativo Amos Genish. Questo super manager israeliano è arrivato per comandare, ma ora ci sono i cacciatori di teste di Egon Zehnder che cercano un nuovo Ad, quindi in teoria il suo superiore. Non parliamo poi della rete, che un giorno sembra sul punto di essere nazionalizzata e quello dopo rottamata. Tutto questo ha un senso? Forse, ma per ora sfugge.