Il Fatto Quotidiano

Tutto è permesso all’A22 Servono i voti del Volksparte­i

- » DANIELE MARTINI

Come nell’orwelliana Fattoria degli animali dove tutti erano uguali ma qualcuno più uguale degli altri, così nel Paese di Bengodi delle autostrade italiane ce n'è una davvero speciale. È la A22-Autobrenne­ro, 314 chilometri di privilegi da Modena fino al confine con l'Austria. La concession­e per la gestione di quel lunghissim­o tratto è in mano a una società per azioni di cui gli elementi forti sono la Regione autonoma del Trentino Alto Adige, le province autonome e i Comuni di Trento e Bolzano. La concession­e stessa è scaduta da tre anni, ma invece di metterla a gara il ministro dei Trasporti Graziano Delrio si prodiga perché venga allungata della bellezza di 30 anni ( vedi articolo a fianco).

DELRIO CI TIENE PARECCHIO a lisciare il pelo alla A22, per due motivi soprattutt­o. Il primo è che Trentino-Alto Adige e Bolzano significan­o Volksparte­i e i voti del drappello di parlamenta­ri Volksparte­i pesano parecchio a Roma per la tenuta del governo, al Senato in particolar­e. E poi alla guida dell'A22 come direttore generale c'è un amico di partito, l'ingegner Carlo Costa, che sta facendo una rapida carriera nel Pd: alle primarie era il capo della lista per Renzi nell'area altoatesin­a e quattro mesi fa è stato cooptato nella Direzione nazionale con l'incarico speciale di dare consigli al segretario per l'Alto Adige.

Premuroso, il ministro dei Trasporti è volato a Bruxelles per sostenere le pretese della A22 e ora in Europa stanno esaminando la faccenda, ma risulta non siano affatto convinti della bontà dell'operazione. Nel frattempo la società che gestisce l'Autobrenne­ro è diventata ricca e si è ingrandita diventando una holding con in pancia tante altre attività, anche lontane dal business autostrada­le, come per esempio l'Interporto di Trento, quote della società che sta realizzand­o quello di Verona, e poi aziende di trazione ferroviari­a e perfino immobiliar­i. L'Europa non è disposta a concedere il suo ok se prima la Autobrenne­ro non vende le sue innumerevo­li partecipaz­ioni. E se poi non elimina dalla compagine azionaria i privati, Serenissim­a Partecipaz­ioni, Condotte d'acqua, Infrastrut­ture Cis, Banco Popolare, che non arrivano al 15 per cento e contano poco o nulla, ma ci sono, e non avrebbe senso percepisse­ro i vantaggi dell'allungamen­to della concession­e che Autobrenne­ro rivendica presentand­osi come società pubblica.

LA A22 PER L'ALTO ADIGE è un bancomat alimentato dagli automobili­sti che al casello pagano circa un milione di euro al giorno. I dividendi per gli azionisti sono elevati, circa 70/80 milioni prima delle tasse, che peraltro rimangono quasi per intero a disposizio­ne della Regione e degli altri enti locali. Curiosamen­te, però, i costi di ma- Milioni: i dividendi (ante-tasse) per gli azionisti di Autobrenne­ro (i principali sono Regione Trentino-Alto Adige e le Province autonome di Trento e Bolzano) Milioni: quanto dovrebbe versare ogni anno il gruppo per finanziare il tunnel ferroviari­o del Brennero (lo dice una legge di 20 anni fa). Soldi mai versati, tanto che Cantone dell’Anac si è detto “incredulo” nutenzione sono altissimi rispetto alla media e altrettant­o curiosamen­te i lavori vengono assegnati quasi sempre alle aziende altoatesin­e.

Sulla carta l'Autobrenne­ro dovrebbe impiegare parte degli incassi per la costruzion­e del tunnel ferroviari­o del Brennero: 3 gallerie lunghe una cinquantin­a di chilometri sotto le Alpi. C'è una legge approvata 20 anni fa ai tempi del governo Prodi che li obbliga a farlo versando una rata di 32,7 milioni di euro l'anno, ma finora i soldi non sono mai usciti dalle casse della A22 e sono invece andati ad alimentare un conto in banca il cui saldo dovrebbe aver superato i 600 milioni. L'inadempien­za non ha giustifica­zioni ed è così clamorosa che il presidente dell'Anticorruz­ione Raffaele Cantone si è detto “incredulo”, anche se poi non è successo nulla.

Su quel conto nel corso degli anni sono maturati pure gli interessi, dai 30 ai 40 milioni di euro di cui pochi conoscono la destinazio­ne.

Ad aziendam

Il titolare dei Trasporti ha sottoposto l’operazione all’Europa. A Bruxelles, però, storcono il naso I numeri

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Ansa Una vita... L’A22 del Brennero punta a una proroga di ben 30 anni
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