Da Gioia Tauro a Hollywood: rom italiani in cerca di Oscar
DA CANNES “A Ciambra”, l’opera dell’italo-americano Jonas Carpignano, amata anche da Scorsese, è stata selezionata da Anica per la candidatura a migliore pellicola straniera
ACiambra di Jonas Carpignano è il candidato italiano nella corsa agli Oscar. È la scelta migliore, del resto, non poteva essere altrimenti: quale altro film aveva dalla propria parte due santi, Cosma e Damiano, e un padrino quale Martin Scorsese? “Non mi capacito ancora, mi sembra un mezzo sogno, non l’avrei mai creduto possibile”, dice Carpignano, classe 1984, cresciuto tra Italia e Stati Uniti, l’esordio Mediterranea ancora per oggi in cartellone al Nuovo Sacher di Nanni Moretti, A Ciambra nelle sale con la meritoria Academy Two.
JONAS vive a Gioia Tauro da sette anni, la ciambra è una piccola comunità rom del posto, dove aveva già girato un corto nel 2014 e dove ha trovato Pio Amato, l’irresistibile protagonista di questa opera seconda. Ha fretta di crescere, Pio, a 14 anni beve, fuma e, soprattutto, è uno dei pochi in grado di integrarsi tra italiani, africani e i rom cui appartiene, ma non sarà facile. Carpignano accoglie la candidatura con tre ore di sonno in corpo, un’emicrania terribile e una festa già consumata: non per il film, ma per i santi Cosma e Damiano, “a festa di zingari” a Riace.
Il terzo angelo custode, Scorsese, non solo è il produttore esecutivo, ma il primo fan di A Ciambra: ha consigliato, protetto, indirizzato, nonché scritto una bella lettera di raccomandazione perché l’Italia lo scegliesse per gli Academy Awards.
Jonas non l’ha ancora sentito, perché “Martin è su un set a dir poco impegnativo,
The Irishman, con De Niro, Pacino, Keitel e Joe Pesci. Ma la sua produttrice mi ha già scritto, e io farò altrettanto: è stato prezioso, Scorsese”. Altro endorsement è arrivato da Benh Zeitlin, il regista del magnifico Re della
terra selvaggia (2012), su cui Jonas aveva lavorato e da cui viene parte della crew di A
Ciambra , già premiato alla Quinzaine des Réalisateurs dell’ultima Cannes.
Assecondando il suo felice strabismo culturale, Jonas guarda all’Italia – “Non ho mai visto candidato un film come questo, ma siamo un Paese costruito per immagini cinematografiche, e forse il mio lavoro evidenzia la contemporanea tensione per la realtà” – e all’A m e ri c a : “Negli States non esistono comunità rom, spero possa aiutare ad avvicinarsi, senza dimenticare che non è solo un fenomeno italiano ma europeo”. Il nipote d’arte – il nonno Vittorio girava Carosello – lo affronta eludendo buonismo e correttezza politica, perché Carpignano non solo sa, ma vive quello che inquadra, e il suo addentrarsi nella ciambra non è una gita fuoriporta o, meglio, fuori dal tavolino di sceneggiatura. E poi, senza cedere al nostalgismo, porterà Oltreoceano echi di Neorealismo e un tot di Fellini: magari non basterà per trovare un posto al sole, ovvero in cinquina, ma è più di qualcosa. Non ultimo, il film sarà distribuito in Nord- America da Sundance Selects.
La Commissione istituita dall’Anica e composta da Nicola Borrelli, Cristina Comencini, Carlo Cresto-Dina, Felice Laudadio, Federica Lucisano, Nicola Maccanico, Malcom Pagani e France- sco Piccolo, dunque, l’ha designato a rappresentarci alla selezione per il miglior film in lingua non inglese: annuncio delle nomination il 23 gennaio 2018, cerimonia delle statuette a Los Angeles domenica 4 marzo.
QUATTORDICI i film (auto)iscritti, A Ciambraha sempre mantenuto la testa alle votazioni: al primo scrutinio, sei voti, contro i cinque di Fortunatadi Sergio Castellitto, i tre de La tenerezza di Gianni Amelio, i due condivisi a Cuori puri, Gatta Cenerentola, Sicilian Ghost Story e L’ordine delle cose; al secondo, ha incassato quattro voti, contro i due di Fortunatae la singola preferenza de La tenerezza e Sicilian Ghost Story di Antonio Piazza e Salvo Grassadonia; al terzo scrutinio, in seconda votazione (per la prima erano necessari i due terzi, non raggiunti), ha battuto per cinque voti a tre Fortunata.
Ora dovrà vedersela con il francese 120 bpm, Spoordella polacca Agnieszka Holland, lo svedese The Square, il russo Loveless, l’israeliano Foxtrot : in bocca al lupo, Jonas.
Ha tenuto testa a film come ‘Fortunata’ di Sergio Castellitto e ‘La tenerezza’ di Gianni Amelio