Il Fatto Quotidiano

Le difficoltà dell’Ue, Scalfari, Napolitano e il povero Schulz

- » MARCO PALOMBI

Eniente: questa settimana l’Europa è messa male. Quella scorsa, invece, era una pacchia: tutti a correre verso una più stretta unione lungo la ferrovia franco-tedesca (oddio, forse la ferrovia era solo tedesca e il vagone piombato, ma insomma non stiamo qui a sottilizza­re). Questa settimana, dicevamo, va molto male. Scorrendo Repubblica­e il Corseradi ieri era un pianto: “A rischio la leadership Ue”; “Il crepuscolo europeo”; “Adesso l’Italia si ritrova più isolata”; “Gli sconti che Berlino non farà”; “Il ratto d’Euro- pa”, etc. Colpa delle elezioni tedesche, pare, versione a cui tendiamo a credere: l’Ue non ha mai avuto un gran rapporto col voto popolare (che spesso, si sa, è populista). Chi pensasse, però, che l’omicida fosse il maggiordom­o o il partito di destra Afd (“seminazist­i”, ci dice Scalfari, che li ha visti fare il passo dell’ochetta, quello mezzo nazista e mezzo no) si sbaglia e pure di grosso. No, no: l’ispettore Scalfari e il commissari­o Napolitano (poteva mancare?) hanno individuat­o il colpevole in Martin Schulz, cornuto e mazziato. Perché ha perso le elezioni? Macché, quello va bene: solo che ora si rifiuta di mettere i suoi voti residui al servizio della Merkel. “C’è uno scadimento evidente nei gruppi dirigenti a sinistra”, si dispera Re Giorgio pensando a quando c’era Lui (nel senso di lui Giorgio). Scalfari è meno tenero: “Egotico”, “incoerente”, “tragico danno per le sorti d’Europa”. Pure Monti, per chi avesse dubbi, è d’accordo. Dai, ragazzi, fateci sognare: dategli del “kapò” e non se ne parli più (tanto Berlusconi è diventato europeista, no?).

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