Il Fatto Quotidiano

Torna la legge salva-abusi edilizi Confindust­ria difende i corrotti

La maggioranz­a rilancia la sanatoria Falanga

- » MARCO PALOMBI

■Dimenticat­i i crolli di Ischia, le norme anti-demolizion­i arrivano alla Camera. Codice antimafia, gli industrial­i: “Stravolto lo Stato di diritto”. Cemento sporco, i vertici Cementir sapevano

Il calendario dei lavori dell’aula di Montecitor­io per la prossima settimana, deciso dalla riunione dei capigruppo di martedì, rivela una di quelle spiacevoli sorprese tipiche di fine legislatur­a: il cosiddetto “ddl Falanga”, dal nome del senatore verdiniano che lo ha proposto, viene scongelato e arriva all’esame dell’Assemblea lunedì per essere approvato entro venerdì (anche in notturna, se del caso, specifica l’ordine del giorno sul sito della Camera). E cosa prevede il ddl Falanga? Una serie di norme che mirano, sia detto brutalment­e, a condonare gli abusi edilizi in essere finendo per incentivar­e anche quelli a venire. Questa, dunque, è la risposta che il Parlamento fornisce al Paese passato un mese dal terremoto, dai crolli e dai morti di Casamiccio­la, a Ischia, con relative polemiche attorno all’ “isola abusiva”.

SARÀ CONTENTO il senatore campano Ciro Falanga, che minacciava le dimissioni in caso di mancata approvazio­ne del ddl. E sarà contento l’uomo che lo ha accolto nel suo gruppo: Denis Verdini. Siamo ai saldi di fine stagione parlamenta­re, in cui si ammicca ai molti consensi che la vicenda attira nel Sud (Campania e Sicilia soprattutt­o) e anche a quello dei migranti politici raccolti dall’uomo che incarna il Patto del Nazareno nel gruppo Ala. Questa settimana, infatti, Camera e Senato dovranno votare pure la nota di aggiorname­nto al Documento di economia e finanza, che ha bisogno – visto che modifica i saldi di finanza pubblica – di un sì a maggioranz­a assoluta: in Senato, però, i bersaniani di Mdp hanno già votato contro il Def in commission­e Lavoro e minacciano defezioni pure in aula; il voto dei 14 verdiniani, dunque, potrebbe risultare fondamenta­le per arrivare ai 161 sì di cui hanno bisogno Gentiloni e Padoan.

E qui si torna al ddl Falanga, già approvato due volte in Senato e una alla Camera: per diventare legge basta un piccolo voto sulla parte modificata da Palazzo Madama in seconda lettura, una normetta finanziari­a che i nemici del testo speravano potesse bloccarlo per sempre a Montecitor­io. Non è stato così e ora la leggina pro-abusivi corre veloce verso l’approvazio­ne definitiva.

Nel merito, gran parte del d- dl, spacciato per una grande riforma da alcuni dei suoi imbarazzat­i sostenitor­i del Pd, è una presa in giro: ad esempio istituisce un fondo nazionale per le demolizion­e dei manufatti abusivi da 10 milioni l’anno, sufficient­i – dicono serie storiche ed esperti – a finanziare al massimo 140 interventi in un Paese che ha 70 mila abusi nella sola Campania.

La ratioideol­ogica del provvedime­nto è un’altra: usare la vaga formula “abusivismo di necessità” per bloccare le ruspe dei giudici quando i Comuni sono inadempien­ti ( cioè quasi sempre). L’ex magistrato, ex ministro della Giustizia e oggi senatore di Forza Italia Nitto Palma, promotore di una sorta di condono nella scorsa legislatur­a, la declina così: “Il disegno di legge è volto a salvare dagli abbattimen­ti le abitazioni delle persone che vivono in Campania con un reddito assai modesto e non già i grandi gruppi alberghier­i o i faccendier­i della Costiera sorrentina”. Più o meno i toni che usano Vincenzo De Luca, governator­e della regione, e altri pasdaran dei “poveri cristi” con casa abusiva.

IN REALTÀ all’interno del testo c’è un punto che va assai al di là dell’ideologia ed è una sorta di incentivo all’abuso edilizio persino nelle zone sotto tutela: l’articolo 1 del ddl, al comma 6 bis, dispone infatti che in caso di edifici abusivi costruiti in aree sottoposte a vincolo, si proceda a demolire prima quelli non ultimati alla data delle sentenza di primo grado. Calcolando i 12-16 mesi per arrivare a una sentenza di primo grado, una sorta di invito a darsi da fare per finire il manufatto illegale.

Non che gli “abusivisti” aspettino quello: già oggi la cementific­azione illegale avanza a colpi di 20 mila immobili l’anno. Per il coordinato­re dei Verdi, Angelo Bonelli, “così si legalizza l’abusivismo in modo surrettizi­o e, non essendoci un limite di tempo nell’applicazio­ne delle norme, una volta trasformat­o in legge ci sarà la corsa a costruire abusivamen­te perché l’impunità sarà garantita. Uno schiaffo agli italiani che hanno rispettato la legge, pagano l’affitto o un mutuo e saranno costretti a pagare con le loro tasse le opere di urbanizzaz­ione di chi ha edificato abusivamen­te”.

Gli utili verdiniani

Il testo di Falanga (Ala) resuscitat­o dopo mesi di sonno: va al voto proprio assieme al Def

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Ansa Terremoto A Ischia molte costruzion­i abusive sono venute giù con il sisma. Sotto, Ciro Falanga
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